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Murderock, Uccide a passo di danza
Anno: 1984
Regista: Lucio Fulci;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 12-11-2004


La grande guerra

Murderock - Uccide a passo di danza. Lucio Fulci. 1984. ITALIA.

Attori: Olga Karlatos, Ray Lovelock, Claudio Cassinelli, Cosimo Cinieri, Giuseppe Mannajuolo

Durata: 92’

 

 

USA. New York. Un corpo di ballo è sotto osservazione: una grossa produzione deve, infatti, scegliere tre ballerine, con il rischio di aumentare la competizione tra i partecipanti alla selezione. Tra loro s’insinua un assassino che uccide le più brave con un colpo di spillone al cuore dopo averle addormentate con del cloroformio. All’apparenza sembra che l’omicida possa essere uno qualsiasi del corpo di ballo, in realtà si tratta dell’istruttrice la quale, spinta dalla voglia di vendicarsi contro l’uomo che investendola le aveva stroncato la carriera da giovane, uccideva le ragazze per far cadere i sospetti proprio su di lui.

Siamo, purtroppo, nella fase calante della carriera del regista e quasi niente (doppio purtroppo) si può salvare di questa pellicola. Diminuiscono i colpi di scena, diminuisce l’aspetto splatter, diminuisce il genio ed aumentano solo i nudi inutili (l’assassino uccide colpendo poco sotto la mammella): indice tutto questo che si tratta di un periodo di forte carenza ispirativa. Dimostrazione ulteriore ne è il fatto che il film oltre a prendere mossa dallo stesso ambiente che il regista Dario Argento aveva utilizzato per realizzare il più riuscito Suspiria (1977), ne ripete alcuni stereotipi come l’uomo addetto alle musiche affetto da invalidità (il cieco è sostituito da uno zoppo). In realtà non è l’unica cosa “saccheggiata” dall’immaginario argentiano perché come non vedere nell’uccello ucciso con lo spillone la povera fine dei corvi di Amanda Righetti, la scrittrice sfigurata con l’acqua bollente in Profondo rosso (1974)? Se a questo si aggiunge la sequenza di ballo della seconda vittima (con tanto di pioggerellina durante l’esibizione) ispirata al successo americano Flashdance (1983) di Adrian Lyne siamo di fronte ad un vero e proprio calderone ai limiti del parodistico. Unico elemento di novità di questa pellicola è la partecipazione del musicista Keith Emerson, compositore delle melodie principali, membro dello storico trio Emerson, Lake & Palmer. Una delusione, nonostante la citazione finale, “Spesso il delitto non è che una forma distorta di impegno umano”, tratta da Giungla d’asfalto (1950) di John Huston.

 

 

Bucci Mario

[email protected]