Paura
nella città dei morti viventi. Lucio Fulci. 1980. ITALIA.
Attori: Christopher George,
Katherine MacColl, Carlo De Mejo, Antonella Interlenghi, Janet Agren, Giovanni
Lombardo Radice
Durata: 91’
USA. Cimitero di Dunwich. Un prete, padre Thomas, si aggira
fra le tombe. S’impicca ad un albero vicino ad una lapide sulla quale è inciso:
L’anima che anela all’eternità deve sottrarsi al giogo della morte. Tu, o
viandante, alle soglie delle tenebre, vieni. Nello stesso momento a New
York si tiene una seduta spiritica ed una medium posseduta, la giovane Emily
Robbins, muore vedendo ciò che sta accadendo in quel cimitero. Alla morte della
ragazza s’interessa un giornalista che, recatosi presso il cimitero dove la
donna è stata appena seppellita, si accorge che questa in realtà è ancora viva.
Nella cittadina di Dunwich intanto, costruita sulle rovine della città delle
streghe, Salem, si manifestano strane morti del quale il primo sospettato è
Bob, un ragazzo con patologie sessuali. Si crede che sia egli l’assassino ma in
realtà sono i morti che, grazie al suicidio di padre Thomas, secondo una
formula sabbatica, stanno tornando in vita seminando il panico fra i cittadini.
Giorno in cui questi saranno tutti sulla terra è il giorno di Ognissanti. Il
giornalista, accompagnato dalla medium, affronta il caso con un’altra coppia,
composta da Gerry, uno psichiatra, e da Sandra, sua paziente, entrambi di
Dunwich. Dopo la morte di Sandra, i tre entrano nella tomba del prete,
collegata dall’altra parte con un santuario sotterraneo. Il giornalista rimane
vittima dfell’aggrassiione di alcuni zombie, ma lo psichiatra, uccidendo il
fantasma del prete con una croce di legno, libera la città di Dunwich dal suo
tetro destino.
Una delle pellicole più raccapriccianti del maestro dello splatter
made in Italy, animata da effetti gore e trovate visionarie che tanto hanno
contribuito ad elevare pellicola e regista a livello di cult (la scena della
sepoltura per esempio, d’ispirazione alla Poe, è stata recentemente omaggiata
in Kill Bill vol. 2 (2004) di Quentin Tarantino). Gli zombie di Fulci,
dopo la fortunata esperienza di Zombi 2 (1979) questa volta sono per
metà non morti e per metà fantasmi, capaci cioè di attraversare
le pareti, apparire all’improvviso e uccidere a distanza, caratteristica
isolata nel panorama italian B movies. Carrelli e panoramiche circolari,
dall’alto, movimenti della m.d.p. che alludono al grande cinema, sorreggono un
cast di basso livello e partecipazione, il tutto condito da vermi ed interiora,
topi che mangiano cervelli e sangue a gogo. Girato per metà negli Stati Uniti
(dove questo regista è sempre stato apprezzato di cuore), a Savannah in
Georgia. La scena del vento di larve
che sommerge l’intero appartamento (geniale!) sembra alludere ad un’altra
storica immagine del cinema horror italiano, quella di Suspiria (1977)
di Dario Argento, in cui le ragazze sono sommerse da una pioggia di larve. La
morte di una coppia mentre amoreggia, causata dallo sguardo di padre Thomas che
provoca sangue dagli occhi della ragazza, è il momento più alto dell’intera
pellicola, senza però trascurare la morte di Bob con il trapano che gli perfora
la testa. L’idea del cervello, così in evidenza e di tale grigia consistenza,
sembra aver influenzato un’altra grande pellicola cerebral underground,
l’australiano Fuori di testa (1987) di Peter Jackson. Tra i crediti dei
titoli di testa, la partecipazione di Michele Soavi (morto con la testa
spappolata), mentre il regista fa una piccola appariziopne nei panni del dottor
Joe Thompson. La frase di lancio della pellicola fu “… e pertanto sconsiglio
la visione del film a soggetti sofferenti di scompensi cardio-circolatori: le
forti emozioni che si provano durante la visione potrebbero causare danni anche
notevoli a carico dell’intero sistema vascolare – prof. Sven Cusak, primario
III clinica cardiologia” [i].
Bucci Mario
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