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Il pozzo e il pendolo - The pit and the pendulum
Anno: 1961
Regista: Roger Corman;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 13-07-2004


La grande guerra

Il pozzo e il pendolo. Roger Corman. 1961. USA.

Attori: Vincent Price, John Kerr, Barbara Steele, Luana Anders, Anthony Carbone

Durata: 80’

Titolo originale: The pit and the pendulum

 

 

Spagna. 1546. Francis Barnard, fratello della defunta Elizabeth Medina, arriva dall’inghilterra nel castello di Nicholas Medina per accertarsi delle cause della morte di lei. Il dottor Leon, medico privato di Nicholas, lo mette al corrente del fatto che sua sorella Elizabeth è morta di paura una volta fatto ingresso nella camera delle torture, allestita dal padre di Nicholas quando esisteva ancora la Santa Inquisizione. Il ragazzo ha diversi sospetti su Nicholas ma sua sorella Catherine cerca di fargli cambiare idea raccontandogli del trauma che l’uomo ha vissuto da giovane: aveva assistito alla scena del padre che uccideva e torturava la moglie e l’amante. Da quando Elizabeth è morta Nicholas man mano sta impazzendo ed a farlo precipitare nella follia sono anche diversi episodi che si verificano al castello e che sembrano mostrare la presenza dello spirito della defunta: il clavicembalo che suona da solo, un anello rinvenuto e la stanza di lei messa a soqquadro, convincono però Francis che l’artefice di tutto sia proprio lui, Nicholas. Assieme al medico, tutti decidono allora di verificare che Elisabeth sia stata seppellita da morta e non da viva, com’era accaduto alla madre di Nicholas. Scoprendo la bara il cadavere mostra i segni di un terribile soffocamento. Francis si deve ricredere e comprende lo stato di follia ed abbandono nel quale versa Nicholas. Lasciato solo con le sue angosce nella sua camera da letto, Nicholas è richiamato da una voce femminile che lo conduce, attraverso i sotterranei, alla tomba di Elisabeth. Dalla bara esce il corpo vivo della donna che lo insegue fino alla camera delle torture dove l’uomo sviene. Subentra il dottor Leon che ha macchinato tutto assieme ad Elisabeth, che si è fatta passare per morta, per far impazzire Nicholas. La follia dell’uomo però lo porta ad identificarsi con suo padre e così, colto dall’ira dell’adulterio, uccide Elisabeth chiudendola nella vergine di ferro mentre il medico cade in un pozzo abissale. Francis, ignaro di tutto, è scambiato da Nicholas per Bartolomeo, l’uomo che circuì sua madre, e riesce a legarlo su un altare dove oscilla su di lui la pala affilata di un pendolo. Catherine, con l’aiuto di un servo, riesce ad entrare nella stanza dove suo fratello sta torturando Francis e riesce a liberarlo. Nicholas cade nel profondo pozzo. Della morte di Elisabeth nella vergine di ferro nessuno se ne accorge.

Secondo, dopo I vivi e i morti (1960), e ben riuscito film di Roger Corman che appartiene al periodo dedicato alle trasposizioni dei lugubri racconti del terrore di Edgar Allan Poe (questo tratto dall’omonimo racconto Il pozzo e il pendolo, ma liberamente sceneggiato da Richard Matheson). Sin dai titoli di testa, assolutamente psichedelici, si comprende di essere di fronte ad un viaggio paranoico ed allucinante che condurrà l’uomo, un perfetto Vincent Price, alla follia. Male che genera male, all’interno di un ambiente, dall’atmosfera di contorto barocco e greve gotico americano [i], costruito sull’isolamento (tutto accade nel castello), l’adulterio e la tortura (fisica fatta dal padre di Nicholas, mentale fatta dalla coppia d’amanti che lo vogliono far impazzire). Con qualche effetto in più rispetto a quelle che seguiranno (soprattutto quelle tratte dai racconti di Poe) questa pellicola affascina anche per trovate e soluzioni tecniche affascinanti per l’epoca, come la ricostruzione dei flashback, ottenuti dalla mascherina che chiude sugli occhi di chi racconta ed una mascherina che sfila a destra come una pagina girata, una lente sporcata che distorce e la stampa monocromatica in blu del racconto; o come i primi piani attraverso filtri e distorsioni che ritraggono Vincent Price nella sua malvagia responsabilità persecutoria (fotografia di Floyd Crosby). A proposito dell’attore principale, Vincent Price si muove in questa pellicola assolutamente a suo agio, anche quando, sopra le righe, trascina lo spettatore in un percorso che man mano lo conduce sul baratro dell’abisso: il male che trasforma la vittima in carnefice. Da quando scopre il cadavere della moglie, fino alla sua morte, è tutto un crescendo di maschere che si alternano sul suo viso senza che però mai una possa avere davvero il sopravvento sull’intera storia (soprattutto grazie alle scenografie deliranti). La presenza dell’ambiente, costruito ed ottenuto dalla coppia Crosby (fotografia) Haller (scenografie), diventerà caratteristica di tutte le pellicole tratte da Poe e realizzate da Corman, esaltate nella variazione minima dei particolari, di dati minimi, solchi impercettibili in tendaggi del tempo, vesti soffocanti di uno spazio mentale in cui lo stesso teatro si riproduce [ii] più volte. Per uno dei film più crudi dedicati dal regista al maestro del terrore, la soluzione finale purtroppo è tutta in I diabolici (1954) noir francese di Henri-Georges Clouzot. Ne è stato fatto un remake nel 1991 dal regista Stuart Gordon [iii].

 

 

Bucci Mario

[email protected]

 



[i] Fernaldo Di Giammatteo. Dizionario del cinema americano. Editori Riuniti

[ii] Enrico Ghezzi. Paura e desiderio. Bompiani

[iii] Morando Morandini. Dizionario dei film 2004. Zanichelli