The Kingdom – Il Regno. Lars von Trier. 1994. DANIMARCA-SVEZIA.
Attori: Ernst-Hugo Järegård, Kirsten Rolffes, Holger Juul Hansen, Søren
Pilmark, Ghita Nørby, Jens Okking, Birgitte Raaberg
Durata: 280’
Titolo originale: Riget
Danimarca. Copenaghen. Il Regno è
il nome di un mastodontico complesso ospedaliero costruito nella capitale
danese nel 1958 sul terreno dove una volta erano lavati i panni dei lebbrosi.
Un’anziana donna, la signora Drusse, madre spiritista di un infermiere grasso,
sente nella tromba dell’ascensore i lamenti di una bambina e se ne
insospettisce. Stig Helmer, un primario svedese, viene accolto dalla Loggia del
Regno, composta dai più grossi medici dell’ospedale, preoccupati di risolvere
un incidente che ha causato un danno celebrale alla piccola Mona Jansen, sulla
quale ha sbagliato proprio il dottor Helmer. Il giovane studente Mogley, per
colpire l’infermiera addetta agli esperimenti sul sonno, le mostra la testa di
un cadavere ma, scoperto dall’infermiere Kroshoi, vicino alla Loggia del Regno,
è ricattato da questo. La signora Drusse, sfruttando le sue capacità
soprannaturali, si mette in contatto con la bambina e scopre che si chiama Mary
e che non è mai stata malata. Il primario Bondo individua un sarcoma epatico
nel fegato di un paziente e si mostra interessato a poterlo studiare una volta
che quello è deceduto. Sull’incidente alla piccola Mona, con molta probabilità
sta per essere aperta un’inchiesta e Stig Helmer s’ingegna nel cercare di
truccare i dati custoditi nell’archivio cercando di versare del caffè sulle
cartelle, ma è scoperto da Kroshoi e dal giovane studente. La signora Drusse
riesce invece a procurarsi la cartella clinica della piccola Mary, morta nel
1919, e consegnandola a Bondo scopre che la bambina non è morta di tubercolosi
ma per inalazioni di cloro. Durante un baccanale, il confratello Bondo chiede
alla Loggia del Regno l’appoggio a farsi trapiantare il fegato con il tumore
nel suo corpo, contravvenendo così il giuramento d’Ippocrate (che vieta di
farlo su un corpo sano). La Loggia lo appoggia. Ottenuto il documento che prova
la colpevolezza di Helmer, il ricattatore Kroshoi si accorge che la sua donna,
la dottoressa Judith, è un ectoplasma. Un’ambulanza fantasma continua a fare
chiamate al centralino del Regno, mentre in una sala operatoria nello
scantinato viene fatta l’operazione a Bondo. La signora Drusse ed il figlio
cercano di sapere chi è trasportato nell’ambulanza e scoprono che la piccola
Mary non è stata seppellita ma che il suo corpo è stato utilizzato all’interno
del Regno. Rubato alla struttura ospedaliera, lo seppelliscono dove una volta
c’era la cappella. Ad una riunione generale dell’ospedale, Kroshoi (mostrando
il documento che può incriminare Helmer) ottiene maggiori responsabilità e si
mette contro lo stesso primario svedese che decide di fuggire per Haiti, alla
ricerca del veleno che rende gli esseri umani degli zombie. La signora Drusse,
scoprendo il terribile infanticidio di Mary per mano del padre, il medico
Kruger, che l’aveva rifiutata come figlia di un’avventura, decide di fare un
esorcismo per liberare il Regno dalla sua presenza. Kroshoi, nel frattempo,
porta Judith dall’anziana signora la quale gli dice che non è lei il fantasma
bensì il figlio che quella sta per partorire. A convincerla ad abortire è
l’apparizione della piccola Mary che le confessa che il fantasma che posta in
grembo è suo fratello, perché chi l’ha messa in cinta è proprio Kruger, il
padre che l’aveva uccisa. Nel frattempo giunge una commissione di controllo
composta dal ministro della salute e dal direttore generale. Facendo una
perlustrazione del Regno, la commissione scopre tutti gli altarini: Kroshoi, la
signora Drusse e suo figlio che hanno appena esorcizzato il fantasma della
piccola Mary, murandolo fra le pareti del sotterraneo; il trapianto di fegato a
Bondo, nella sala operatoria del reparto di neochirurgia; l’aborto illegale che
sta facendo Judith (sempre nello stesso reparto); la giovane infermiera e lo
studente che fanno sesso durante l’esperimento sul sonno…. Il progetto “Aria
del mattino”, al quale il direttore del Regno era interessato, crolla dopo il
controllo della commissione. Qualcosa comunque non si conclude come dovrebbe:
l’aborto non riesce e dal corpo di Judith spunta la testa di Kruger. Tutto
questo, raccontato da due lavapiatti affetti da sindrome di Down.
Scritto per la televisione
scandinava dallo stesso regista (che compare nei titoli di coda vestito come un
illusionista), con la collaborazione di Niels Vørsel e Tómas Gislason, The
Kingdom fu girato in dodici settimane e trasmesso in quattro puntate per la
televisione e distribuito in due episodi nelle sale cinematografiche. Costruito
su un montaggio frenetico e serrato, sorretto da quello stile che è solo del
dogma (quasi tutto con m.d.p. a spalla e fotografia impastata nella scelta
cromatica) il delirio di Lars Von Trier è un insieme di prototipi letterari (la
vecchia investigatrice con l’aiutante scemo è a sua volta l’insieme di tutti i
grandi investigatori della letteratura) e denuncie contro il sistema e la
coscienza medica (”Non si può fare quello che si vuole del corpo umano”
– Helmer che dice “Siamo noi ad avere il bisturi dalla parte del manico”
– Bondo che è contrario alla donazione degli organi ma che si fa fare un doppio
trapianto) infarcite di provocante auto ironia (il primario svedese che sale
sul grattacielo per vedere la Svezia con il cannocchiale e maledire la
Danimarca), nordico sense of humour (lo schiaffo di Stig all’infermiere
di colore perché ha il pene più grosso del suo è un colpo di vero genio
narrativo umoristico come la battuta di Kroshoi al giovane studente “No
scusa, non ho tempo, devo fare un esorcismo e anche un’operazione”) e
spiritualistico senso della vita condito da colpi granguignoleschi (il sogno
inconscio del giovane studente, nel quale s’incrociano cibo, corpo, sesso e
morte – l’esplosione di sangue finale ed il parto della testa di Kruger
mostrato per intero). L’intero lavoro, una versione ospedaliera ed horror di un
diverso serial televisivo firmato da un altro grande regista come il David
Lynch di Twin Peaks, come afferma lo stesso regista danese alla fine
della pellicola, si articola comunque sulle coordinate più semplici (e quindi
complesse tali da creare questo Regno assurdo) del bene e del male: i
cattivi vivranno, i buoni piangeranno, è così che va il mondo. La scelta di
ambientare la maggior parte dei fatti nel dipartimento di neochirurgia mostra
lo stretto legame cervellotico tra il regista e la sua opera i cui affari,
scoperti dalla commissione medica nell’indagine finale, mostrano a loro volta
il lato grottesco di quello che sembrava un irrisolvibile incubo (parabola
narrativa alla quale cede lo stesso illusionista, von Trier). Una soap opera
macabra a base di trapianti (il Mereghetti – Dizionario dei film 2000). Ottima
prova di tutti gli attori.
Visto il grande successo ottenuto
nei paesi scandinavi, se ne è fatta una seconda trance di quattro episodi con
il titolo The kingdom 2.
Autolettiga dodici, siamo
all’incrocio….
Bucci Mario
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