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Miriam si sveglia a mezzanotte - The hunger
Anno: 1983
Regista: Tony Scott;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 01-04-2004


La grande guerra

Miriam si sveglia a mezzanotte. Tony Scott. 1983. USA.

Attori: Catherine Deneuve, David Bowie, Susan Sarandon, Dan Heday, Cliff De Young

Durata: 97’

Titolo originale: The hunger

 

 

Miriam e suo marito John Blaylock abbordano una coppia di ragazzi in un locale di musica dark. Portati entrambi nel loro appartamento li uccidono per succhiare il loro sangue mentre nel centro di ricerche Park West una scimmia aggredisce un suo simile fino ad ucciderla. Affascinata dagli studi della dottoressa Sarah Roberts, interessata alla longevità, Miriam vorrebbe incontrarla ma in realtà capita che a fare la sua conoscenza è John, preoccupato per il suo invecchiamento precoce. Messo in attesa dalla dottoressa, che lo scambia per un mitomane, John invecchia visibilmente con il passare delle ore ed a fine giornata, incontrandolo nuovamente per le scale del centro di ricerca, Sarah ne rimane colpita. A casa, mentre Miriam è fuori, John aggredisce ed uccide la piccola Alice, una ragazza che prendeva lezioni musicali dalla signora Blaylock. Di ritorno a casa, Miriam scopre quanto accaduto, ma vede anche suo marito invecchiato. Questo le domanda di trovare una soluzione per quanto gli sta accadendo ma Miriam, che sa che non v’è, lo chiude in una bara in soffitta dove riposano tutti coloro che prima di lui avevano fatto compagnia alla donna. La mattina dopo Sarah Roberts si presenta a casa loro per domandare di John ma Miriam afferma che il marito è in viaggio. Nello stesso momento sopraggiunge un detective per porre domande alla signora Blaylock circa la scomparsa della piccola Alice. Un paio di giorni dopo Sarah torna da Miriam che decide di farla accomodare. Dopo averle offerto da bere ed aver chiacchierato per un po’, le donne finiscono a letto scambiandosi il morso. A sera, a cena con il compagno Tom, Sarah mostra i primi segni di un cambiamento e decide di farsi le analisi del sangue. Nel laboratorio vengono a conoscenza della presenza di un altro tipo di sangue nel corpo di Sarah e quella così torna da Miriam per chiedere che cosa è accaduto. La donna le confessa dello scambio di morsi. Sarah, spaventata, corre in strada e cerca di mettersi in contatto con un prestigioso medico del sangue ma dopo un paio d’ore torna, mossa dalla fame. La donna, facendola riposare nella stanza da letto, le promette di portarle del cibo e va in strada ad abbordare un ragazzo che poi uccide per Sarah. Giunge a casa loro Tom, preoccupato per l’assenza della sua compagna e rimasto solo con Sarah, rimane vittima anch’egli. Tornata da Miriam, Sarah la bacia, approfittandone per togliersi la vita con un colpo di lama alla giugulare. Disperata, Miriam porta anche il suo corpo in soffitta ma qui è aggredita da tutti i suoi ex amanti. Spinta dalla disperazione, cade dalle scale e muore, ponendo fine anche al supplizio degli altri vampiri millenari che stavano in soffitta. Il detective torna nella casa che però è senza proprietari ed in vendita. Sarah è sopravvissuta ed ha preso il posto di Miriam.

Fratello del più grande e bravo Ridley, Tony Scott, dopo un passato da regista pubblicitario e di videoclip, mette in scena una moderna favola di vampiri, ispirata al racconto di Whitley Strieber. Per il suo esordio sul grande schermo, il regista sceglie ambientazioni noir che, sebbene tendano più al dark (il gruppo dei Bauhaus, infatti, è quello con il quale si apre la pellicola), hanno il difetto (o pregio, dipende dai punti di vista) di essere eccessivamente patinate (colombe bianche che abitano il cimitero in soffitta; abbondanza di veli bianchi ad effetto flou) e per certi versi ricordano (senza originalità) colori e luci della precedente pellicola girata dal fratello, Blade runner (1982) sebbene la fotografia sia di due diversi autori (Stephen Goldblatt se n’è occupato in quella di Tony). Commento musicale ricercato che si rifà a Le gibet di Ravel ma che introduce lo spettatore con il singolo dei Bauhaus “Bela Lugosi’s dead”: il nuovo horror concettuale, al quale forse si è ispirato anche Abel Ferrara per il suo bellissimo The addiction (1994), incide il suo epitaffio con note dark e realtà contemporanee. Ciò che interessa al regista, infatti, non è lo spavento che farebbe saltare dalla sedia lo spettatore, ma ricostruire il legame tra sesso e vampirismo: la vicenda di Miriam che infetta il sangue dei vampiri suoi amanti negando loro l’immortalità propria della specie, evoca da vicino il percorso dell’Aids (Jacopo Ghilardotti su Sex! pg. 72, allegato alla rivista Ciak). Più che altro però, la storia di Miriam andrebbe letta come difficile condizione vampiresca di una donna attratta da un’altra donna. Importante il ruolo del montaggio, superlativo in tutta la prima parte nella quale si alternano il tramonto, il gruppo dei Bauhaus, la coppia di vampiri e le scimmie impazzite, un montaggio capace di ritrovare il senso narrativo proprio del cinema: frammenti che raccontano il passato costruiscono la storia di una donna, Miriam, lunga oltre quattro mila anni. Meravigliosa Catherine Deneuve nel ruolo di una dark lady sensuale, saffica, a tratti glaciale. Comparsata per Willem Dafoe nel brevissimo ruolo del ragazzo che chiede a Sarah di lasciare libera la cabina telefonica. Una pellicola godibile, senza pretese e ben recitata, forse la migliore di questo regista. Lesbo-chic decadentissimo (Il cinema fantastico, vol. II, pg. 150, allegato alla rivista Ciak). “L’età è una malattia” dice David Bowie (anche per lui giudizi più che positivi); “Io sono padrona del mio tempo” spiega Miriam a Sarah. Nella scena di seduzione lesbo-vampiresca la Deneuve usa una controfigura (il Mereghetti – dizionario dei film 2000).  Terribile, purtroppo, il pretesto con il quale entrambe finiscono a letto: una macchia sulla t-shirt di Sarah! Con qualche limite la traduzione italiana dal titolo originale: The hunger = La fame.   

 

 

Bucci Mario

        [email protected]