Blade runner. Ridley Scott. 1982. USA.
Attori: Harrison
Ford, Rutger Hauer, Sean Young, Edward James Olmos, William Sanderson, Daryl
Hannah, Joe Turkel, Joanna Cassidy
Durata: 124’
Los Angeles. Anno 2019. La
Tyrell Corporation ha sviluppato una forma d’androide, il Nexus 6, così simile
all’uomo (ed a volte anche superiore) da essere chiamato replicante. La
loro funzione principale è quella di lavorare per l’uomo nelle colonie off
world, ma dopo una rivolta, il modello è stato dichiarato fuori commercio ed
è tata sviluppata la Blade Runner Units, una polizia specializzata nella caccia
agli androidi che tornano sulla terra. Nel palazzo della Tyrell Corp.,
l’operaio Leon Kowalski è sottoposto al test Voig-Kampff che analizza la
reazione emotiva per individuare gli androidi. A sottoporlo al test è il
cacciatore di taglie Dave Holden, che però rimane colpito dall’androide
Kowalski. Un ex cacciatore, Rick Deckard, è chiamato dal capitano Bryant per
sostituire Holden e dare la caccia ad altri modelli Nexus 6 che sono in
circolazione nella città. Per provare il test su un modello simile, il capitano
lo manda alla Tyrell Corp. dove Rick fa la conoscenza di Rachael, una donna
dell’azienda che, una volta testata, ha il dubbio di essere un’androide (ed
infatti lo è). Rick si reca immediatamente dopo nell’appartamento di Kowalski
ed ispezionandolo trova una squama di pesce nella vasca da bagno ed una serie
di fotografie nascoste in un cassetto. Kowalski se ne accorge ed informa Roy
Batty, il leader del gruppo d’androidi arrivati sulla terra, del quale fanno
parte altre due donne, Pris e Zhora. Roy e Leon si rivolgono ad un anziano che
ha fabbricato i loro occhi e questo li informa di Sebastian, progettista
genetico della Tyrell Corp, è l’uomo che può introdurli direttamente dentro
l’azienda. Ad attendere Deckard nel suo palazzo intanto, si fa trovare Rachael
la quale gli pone il suo dubbio. L’uomo gli confessa che quella è un androide.
Una donna si accascia tra i rifiuti vicino ad un portone. L’arrivo del padrone
di casa la sveglia. Si presentano: Pris è il nome di lei, Sebastian quello di
lui, che la invita a casa sua. Su una foto sottratta a Kowalski e passata ad
uno scanner, Deckard individua la presenza di un’altra donna. Facendo
analizzare la squama che ha trovato da Kowalski, scopre che non è di pesce ma
di serpente. Rivolgendosi al produttore di serpenti sintetici, Deckard finisce
nel locale Taffey, nel quarto settore. Da qui chiama Rachael invitandola a bere
qualcosa, ma quella rifiuta. Il cacciatore di taglie, attirato dallo spettacolo
di miss Salomè ed il serpente, la raggiunge nel camerino. Con un pretesto, alla
presenza di quella, indaga per la stanza. Uscita dalla doccia, la donna lo
aggredisce per poi darsi alla fuga. Corsole dietro, Deckard riesce a freddarla
in un centro commerciale, sotto gli occhi di Kowalski. Pochi minuti dopo il
replicante lo blocca in strada e quando sta per ucciderlo, rimane freddato alla
testa da un colpo di pistola esploso da Rachael, giunta proprio in
quell’istante. A casa da soli, Deckard confessa a Rachael che lui non le
darebbe mai la caccia e concludono la serata teneramente. Nell’appartamento di
Sebastian, colpito dalla sindrome di Matusalemme a causa della sua permanenza
sulla terra, giunge anche Batty. Lui e Pris si amano, e sono gli ultimi modelli
Nexus 6 sulla terra. Entrambi convincono Sebastian a condurre Roy dal dr.
Tyrell, colui che li ha progettati.
Alla presenza di quello, l’androide gli chiede di allungare loro la vita
ma di fronte alla risposta negativa del loro creatore, lo uccide stringendogli
la testa in un bacio mortale. Poco dopo, alla radio, Deckard apprende della
morte di Tyrell e di Sebastian e va a casa di quest’ultimo. Nascosta tra i
pupazzi costruiti dal progettista genetico, Pris riesce a colpire il cacciatore,
ma alla fine muore colpita a morte da quello. Sopraggiunge Roy che trova la sua
donna morta. Risparmia per ben due volte la vita a Deckard, ma alla fine si
consegna anch’egli alla morte. Tornato a casa Deckard trova Rachael, androide
fuggita dalla Tyrell, nel suo letto. Decidono di fuggire assieme verso un
futuro ecologico.
A tre anni di distanza dal
grande successo di Alien (1979) Ridley Scott, regista d’origine
britannica alla sua terza pellicola, torna a trattare la fantascienza
ispirandosi, con qualche libertà, al romanzo di Philip K. Dick Ma gli
androidi sognano pecore elettriche? ed alla quale memoria la pellicola è
dedicata. Mantenendo la struttura narrativa del racconto, che fino
all’adattamento cinematografico di Scott era stato considerato come uno dei
minori dello scrittore americano, nella stesura della sceneggiatura (H. Fancher
e D. W. Peoples) il regista trova invertiti i rapporti tra la coppia
uomo-androide donna, ridipingendo il cacciatore di taglie come un uomo sicuro
di sé (mentre nel romanzo è un debole in partenza) e l’androide come la figura
che subisce il replicante progresso della genetica (nel romanzo invece la
figura di Rachael è più simile a quello di una dark lady al soldo dell’azienda,
che addirittura uccide la capra appena acquistata di Deckard per vendetta).
Invertendo questo rapporto, egli tiene lontano anche il difficile discorso del
Mercerianesimo affrontato nel testo (una traccia forse si trova nell’edipico
bacio mortale tra il Creatore ed il Figliol Prodigo), così come manca il
riferimento all’uso della scatola empatica che dovrebbe differenziare gli umani
dagli androidi e che invece li trasforma, nella loro quotidiana mancanza di
pulsioni emotive, in androidi non ancora tali. L’impressione è che il regista
abbia volutamente mantenuto una distanza tra i due corpi, ambiguità che si
suggerisce nella doppia versione di questa pellicola, riproposta nelle sale nel
1991 come Director’s cut, priva della voce fuori campo di Harrison
Ford/Deckard (testo scritto da Bud Yorkin) e che si conclude con più di un
sospetto circa la vera natura dello stesso cacciatore. Molto altro però
rispetta lo spirito del testo: il vuoto palazzo nel quale vive Sebastian,
circondato da un’onnipresente ed irritante foschia, e la mancanza di contatto
umano; il rapporto di intelligenza tra Batty, Sebastian e Tyrell, definito
nella breve partita a scacchi, definisce anche i diversi livelli di classe; la
città come metafora di un futuro senza identità spazio-temporale ed
assolutamente priva di luce (ottima a questo proposito la fotografia scura di
Jordan Cronenweth che esalta il buio con sottili fasci di luce morbida); il
rispetto poetico per la morte (la corsa inutile di Zhoe fra i vetri; la morte
di Batty); la crisi del sistema mnemonico (innesti di passato nel cervello,
identità altrui vissute come proprie); l’urlo\ululato di Roy nel finale, l’Urlo
di Munch che nel testo scritto richiama alla condizione sofferta dell’androide.
Con questa pellicola, il genere science-fiction subisce una forte virata al
noir, nella rappresentazione di una metropoli babelica che sovrasta il singolo
e dove i cattivi sono svelati (evidenti) ed il male che li fa
muovere sotto una costante pioggia è tutto da valutare. Esaltante la prova di
Rutger Hauer, il leader filosofico dei replicanti: “Tempo bastante” la
riflessione con la quale entra in scena, “E’ tempo di morire” quella con
cui abbassa il capo sotto la pioggia, “Ho visto cose che voi umani non
potreste immaginare…” il breve monologo con il quale è entrato nella storia
il suo modello di Nexus 6. Ultimi titoli di coda prima della dedica all’autore
del romanzo: …with thanks to William S. Burroughs and Alan E. Noure for the
use of the title Blade runner. Dopo
il Metropolis (1927) di Fritz Lang (al quale sembra immolato il palazzo
della Tyrell e non solo), la scenografia post moderna pensata dall’artista
concettuale Syd Mead e rappresentata da Lawrence G. Paull, è sicuramente quella
più interessante, rivoluzionaria e meglio realizzata del cinema di
fantascienza. Probabilmente ad essa si deve la grande fortuna della pellicola,
grazie a quello che è stato il sopravvento della scenografia, scenografia
come regia, trucco coloristico, immagine finta trionfalmente barocca (E.Ghezzi
– Paura e desiderio – Bompiani). Musiche dei Vangelis, il film costò
15 milioni di dollari.
“Una nuova vita vi
aspetta nella colonia extra mondo…”.
Bucci Mario
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