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Una 44 magnum per l’ispettore Callaghan - Magnum Force
Anno: 1973
Regista: Ted Post;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 01-04-2004


La grande guerra

Una 44 magnum per l’ispettore Callaghan. Ted Post. 1973. U.S.A.

Attori: Clint Eastwood, Hal Holbrook, Mitchell Ryan, David Soul, Felton Perry, Kip Niven

Durata: 124’

Titolo originale: Magnum Force

 

 

San Francisco. USA. Il criminale Ricca, esponente del sindacato, per insufficienza di prove è messo in libertà contro il parere della folla che si trova all’uscita del tribunale. Un poliziotto della stradale che assiste alla notizia riportata dalla televisione, segue l’automobile del sindacalista e dopo averla fermata con il pretesto di un controllo giustizia tutti i passeggeri. Sopraggiunge sul luogo della strage l’ispettore Henry Callaghan, momentaneamente allontanato dalla squadra Anticrimine a causa dei suoi metodi violenti. Poco dopo l’ispettore si trova al bar dell’aeroporto quando si accorge che c’è un’emergenza: alcuni dirottatori hanno un aereo sotto sequestro. L’ispettore convince quelli della sicurezza a mandare lui sul velivolo, travestito da pilota. L’intervento libera l’aereo dai sequestratori. Una sera, recandosi al poligono, incontra Charly McCoy, un suo collega contrario al sistema burocratico della polizia. All’interno del poligono invece trova un gruppo di reclute tra le quali si distinguono Danis e Sweet per la loro precisione quando sparano. Alcuni giorni dopo il poliziotto stradale compie una strage in una ricca villa. Callaghan va a trovare l’ex moglie di Charly che gli dice di averlo visto un paio di giorni prima, quando aveva tentato una roulette russa. L’ex moglie è convinta, infatti, che sia diventato pazzo. Una telefonata lo avverte di un’imminente rapina in un supermercato dove il suo collega Early si è già recato. L’arrivo di Callaghan si trasforma in una strage dei delinquenti. Una sera una prostituta s’incontra con il suo magnaccia e poiché cerca di rubargli dei soldi quello la uccide soffocandola con dell’acido versatole in gola. La mattina dopo il magnaccia è freddato dal poliziotto con il pretesto di un controllo della patente. Dalle analisi balistiche, avanza il sospetto che il giustiziere possa essere uno interno al corpo di polizia. Il tenente Briggs affida all’ispettore il controllo del mafioso Frank Palancio che egli considera il potenziale mandante di tutti questi omicidi. Dopo averlo pedinato, Callaghan è convinto che non sia lui. Il poliziotto assassino intanto uccide un uomo tenuto sotto osservazione da altri poliziotti e capita che s’incontra con Charly McCoy, che uccide. Henry, convinto che fosse Charly il poliziotto assassino, si deve ricredere. Si svolge il campionato di precisione per poliziotti e Callaghan è battuto da Danis. L’ispettore però ne approfitta per far confrontare le pallottole di quello con quelle degli omicidi e nota più di una somiglianza. Chiede allora al tenente Briggs di avere sia Danis che Sweet per l’operazione Palancio. Una telefonata però avverte i mafiosi che ingaggiano, non appena arrivati sul posto, una guerra contro i poliziotti. Sweet è la prima vittima, ma i malviventi muoiono tutti. Il tenente Briggs solleva Callaghan dall’incarico. Nel parcheggio del suo palazzo, tre poliziotti della stradale, le reclute, offrono ad Henry di far parte della loro squadra per ripulire la città dai delinquenti. L’ispettore rifiuta e poco dopo sfugge ad un attentato accorgendosi di una bomba nella sua cassetta delle lettere. Il suo collega Early invece muore con lo stesso stratagemma. Henry avverte il tenente Briggs che passa a prenderlo a casa. In realtà è proprio lui il capo di questo squadrone della morte. Henry riesce a sottrargli la pistola con la quale quello lo tiene sotto tiro, ma è inseguito dai motociclisti. Rifugiatosi nella stiva di una nave, dopo averne fatto cadere uno, si libera anche di un secondo poliziotto, al quale riesce anche a sottrarre arma e moto. L’ultimo è Danis, che cade in mare con il suo mezzo. Briggs, ancora vivo, cerca di fuggire convinto che in una deposizione la sua parola di tenente avrà ragione di quella di Callaghan. La bomba che l’ispettore aveva trovato nella cassetta delle lettere però, è nella macchina con la quale Briggs si allontana.

Scritto da John Milius e Michael Cimino, il secondo episodio dedicato alla figura di Henry Callaghan non brilla di originalità e stile. Costruito, infatti, su quasi tutti gli stereotipi del genere, meglio realizzati dai precedenti Ispettore Callaghan, il caso Scorpio è tuo (1971) di Don Siegel e soprattutto da Il braccio violento della legge (1971) di William Friedkin (prototipo del genere), Magnum Force si basa unicamente sul non semplice tema in cui qualcuno ha deciso di fare a meno dei tribunali per eliminare il fior fiore della malavita, a suon di pallottole (emblematico è difatti il lentissimo zoom sulla pistola, mentre scorrono i titoli, prima che venga puntata sul pubblico). Attorno a questa traccia principale, la coppia di sceneggiatori scivola purtroppo su facili contraddizioni quali la vendetta privata e la sicurezza pubblica, ma soprattutto si perde su facili fobie reazionarie: “Se tutti sparassero come loro m’importerebbe poco di avere un reparto con tutti pederasti” dice Callaghan rivolto alle reclute reazionarie; oppure tutta la sequenza che porta alla morte della prostituta e del magnaccia: in un primo momento lo spettatore è portato a credere che sia il tassista bianco quello pericoloso, invece è il magnaccia di colore, che muore nella stessa postura della prostituta (braccio fuori dall’auto), come se il poliziotto simbolicamente avesse ucciso entrambi. Alcuni cliché strutturali, come l’uso della conferenza stampa, per creare il crescendo di violenza, per riassumere le indagini, per giustificare la reazione violenta della giustizia, si agganciano a machismi strutturali come l’eroismo elevato di chi giudica “Ogni uomo dovrebbe conoscere i propri limiti” pur sapendo di non avere limiti, oppure nell’analisi semplice del rapporto di coppia, l’orientale Sunny che da amante soffre la condizione del poliziotto (“Come deve fare una ragazza per venire a letto con uno come lei?” per abbordare Henry). Sebbene vi sia un riferimento critico alla sotto organizzazione di poliziotti come ad una sorta di squadra della morte come c’e n’erano in Brasile, in realtà l’atteggiamento di Callaghan è viziato di un difficile conservatorismo di chi odia il sistema che riconosce come malato, ma che continua a difendere finché non viene sostituito con uno migliore. La coppia di poliziotti, un bianco ed un nero, il primo folle ed istintivo ed il secondo più riflessivo, diventerà simbolo di una saga di successo per il cinema americano d’azione, quella incominciata con Arma letale (1987) di Richard Donner (dove è compreso anche l’invito a cena di Early, con una famiglia, a Henry, solitario). La colonna sonora di Magnum force, scritta dal grande Lalo Schifrin, rimane comunque un meraviglioso esempio di composizione musicale dalle forti sonorità funky, l’arma forse migliore di questo genere, sorta di rivisitazione metropolitana del western. Cielo di piombo ispettore Callaghan (1976) di James Fargo, chiude la trilogia dedicata allo sporco Henry.

 

 

                                                                                                                      Bucci Mario

                                                                                                     [email protected]