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21 grammi - 21 grams
Anno: 2003
Regista: Alejandro Gonzáles Iñárritu;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Messico; USA;
Data inserimento nel database: 01-04-2004


La grande guerra

21 grammi. Alejandro Gonzáles Iñárritu. 2003. MESSICO-USA.

Attori: Sean Penn, Benicio Del Toro, Naomi Watts, Charlotte Gainsburg, Melissa Leo, Eddie Marsan, Clea DuVall, Danny Huston

Durata: 105’

Titolo originale: 21 grams

 

 

Due corpi su un letto. Titolo. I destini s’incontrano. Jack, sposato e con due figli, un passato da delinquente ed un futuro da disoccupato, ha abbracciato la fede cristiana con una dedizione quasi ortodossa. Il pomeriggio del giorno del suo compleanno, involontariamente, investe un padre con due figlie causando la morte di tutti e tre. Si costituisce alla polizia e finisce in carcere. Dopo un tentativo di suicidio, convinto di essere stato abbandonato da Dio, è rilasciato grazie ad un buon avvocato. Torna a casa ma il senso di colpa continua a divorarlo e così decide di mollare la famiglia. In un motel fuori mano è sequestrato da Paul che gli risparmia la vita. Tenterà invano di assumersi la responsabilità della probabile morte dello stesso Paul che invece si è tolto la vita. Cristina, sposata con due figlie, attende il ritorno del marito a casa ma a sera viene a conoscenza che un incidente stradale ha portato via i suoi cari. Depressa, cerca di ritornare in sé attraverso l’uso di droghe e mantenendo una rigorosa solitudine. Un giorno è agganciata da Paul che dice d’amarla. Quando lui le confessa di avere il cuore del marito donatogli il giorno dell’incidente, prima lo caccia di casa ma poi, riconoscendo di amarlo, decide di scappare con lui. In una stanza d’albergo, sconvolta dalle droghe gli chiede di uccidere il colpevole dell’incidente. Convinta che Paul abbia soddisfatto il suo desiderio, in una stanza di motel, vede nuovamente Jack e lo aggredisce mentre Paul si toglie la vita sparandosi al cuore. Corsa all’ospedale viene a conoscenza di aspettare un bambino da lui. Paul, malato di cuore, torna assieme alla sua ex moglie e decide di fare l’inseminazione artificiale. Dopo aver ricevuto in donazione l’organo di un uomo morto assieme alle figlie in un incidente stradale, decide di informarsi sulla vita del donatore. Scopre quanto accaduto grazie ad un detective privato, e conosce così Cristina. S’innamora di lei e rompe con la sua ex moglie dopo aver scoperto che quella aveva abortito quando i due si erano separati. Convinto da Cristina, raggiunge Jack in un motel, ma decide di risparmiargli la vita. La notte, nella stanza dove la coppia dorme, irrompe Jack che vuole essere ugualmente ucciso e quando Cristina lo aggredisce in preda dalla rabbia, decide di togliersi la vita sparandosi al cuore.

Terza regia per Alejandro Gonzáles Iñárritu, se si considera anche l’episodio della pellicola collettiva 11 settembre 2001 (2002) (il suo era quello del crollo delle due torri con le voci fuori campo) e secondo lungometraggio ufficiale, questa volta girato con attori e produzione americani. Costruito secondo lo stesso modello del suo esordio Amores perros (2000), creando cioè una struttura complessa che questa volta non si vantaggia però della divisione in capitoli, ed usufruendo del molto simile commento musicale dello stesso Gustavo Santaolalla, in realtà il regista messicano si ripete solo una volta, nella sequenza di sesso tra Jack e la moglie, inquadrata e montata esattamente come quella che coinvolgeva nell’adulterio Octavio e Susanna. Intriso di senso cattolico (scritto da Guillermo Arringa che è anche produttore associato), 21 grammi affronta tutti assieme i temi di dibattito contemporaneo più importanti che hanno coinvolto la Chiesa (aborto, suicidio, inseminazione artificiale e donazione degli organi) per esaltare infine il rispetto della vita oltre ogni ortodossia religiosa. 21 grammi è, principalmente, un omaggio alla vita, al peso di una barretta di cioccolata che può contenere il significato di un’esistenza (il riferimento del titolo è a quanto perde il corpo umano quando esala l’ultimo respiro): tutta la sequenza finale, con la voce fuori campo di Paul, mostra infatti quei frammenti, quei particolari che erano sfuggiti alla trama e che in realtà rendono la vita così completa, complessa e meravigliosamente ricca di dettagli. Una manciata d’inquadrature che nel corpo di un lungometraggio hanno il peso leggero di una piuma e l’intensità dell’anima. A tal proposito, si può fare una più ampia riflessione: 21 grammi (e soprattutto questo regista) rientra in una particolare tendenza nel cinema d’oltreoceano degli ultimi anni (quelli cioè a cavallo del millennio) che attraverso il complicato montaggio e la perfetta ricostruzione narrativa della trama, affronta il tema del destino in un cotesto di pesante critica al modello occidentale: American Beauty (1999) di Sam Mendes, Magnolia (2000) di Paul Thomas Anderson, Amores Perros (2000) dello stesso Iñárritu. Elephant (2003) di Gus Van Sant, sono tutte pellicole che giocano sugli incroci fatali, che descrivono vite che si sfiorano, e dipingono l’uomo sempre più piccolo di come si è sempre creduto (e quindi infelice di questa piccolezza). Per Iñárritu però, le cui origini messicane (ispanico-cattoliche) si mostrano come differenziali rispetto agli altri registi citati, il destino coinvolge forse lo stesso Dio: il percorso di Jack alla ricerca della redenzione arriva proprio nel momento in cui manca la fede dell’uomo. Memorabile il perdono divino di Sean Penn che costringe Del Toro ad inginocchiarsi: il padre che risparmia il figlio, puntandogli una pistola alla testa. Questo tema, infine, sembra assumere man mano maggiore spessore nella trama, fino a sostituire la critica alla rigidità della fede: “God bless the USA” si legge ad un certo punto su un cartellone (Dio perdoni gli Stati Uniti d’America) ed anche il figlio che Cristina attende altro non è che il figlio del perdono, dell’odio messo da parte. Esaltante la fotografia di Rodrigo Prieto (il tramonto con il volo d’uccelli è un’opera d’arte). Coppa Volpi per Sean Penn e nominations agli Oscar per tutti e tre gli attori, davvero bravi. 

 

 

Bucci Mario

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