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Progeny
Anno: 1998
Regista: Brian Yuzna;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Progeny. Brian Yuzna. 1998. USA.

Attori: Arnold Vosloo, Jilliam Mc Whirter, Brad Dourif, Lindsay Crouse, Wilford Brimley.

Durata: 95’

 

 

USA. 20 settembre. La coppia Burton è a letto. Lui medico e lei moglie. Un fascio di luce blu illumina la stanza. Sono passate due ore nell’arco di pochi secondi. Il dottor Craig Burton si rivolge alla dottoressa Lamarche, psicanalista, perché da quel giorno si riconosce cambiato. Circa sette settimane dopo Sherry, la moglie, si scopre incinta e fa risalire il concepimento a quella data. Craig torna a rivolgersi alla psicanalista che, attraverso l’ipnosi, cerca di fargli ricordare cosa accadde esattamente quella notte. Contrariato perché Sherry non vuole sottoporsi all’ipnosi, scopre da analisi fatte in ospedale di non essere abbastanza fertile e una sera, guardando uno spettacolo in televisione sui rapimenti degli alieni, il dottor Burton si convince che quella notte sua moglie sia stata rapita dagli extraterrestri. Al termine dell’ennesima crisi Sherry accetta di sottoporsi all’ipnosi e sotto effetto ricorda il rapimento e la fecondazione. Svegliata dall’ipnosi è convinta però che quello che ha sognato è stato il frutto dello stress del marito e del suo racconto sugli extraterrestri. Nel frattempo, mentre la dottoressa Lamarche toglie la moglie al marito vedendo in lui la causa del delirio della moglie, Craig si fa aiutare da Clavell, un ufologo, ad analizzare il caso. Sempre più convinto del rapimento, il dottor Burton porta sua moglie in sala operatoria e, per asportarle il feto alieno, la uccide. Probabilmente è stato tutto un suo delirio.

Yuzna, specializzato in effetti gore e shock, torna ancora una volta a rappresentare l’horror in quegli ambienti asettici e borghesi che meglio crede rappresentino il modello sociale (ospedali, case perfette, famiglie apparenti), ripetendo un discorso iniziato con Society (1989) e forse mai più raggiunto come stile e bravura. Il regista questa volta è affiancato da Stuart Gordon (coproduttore e cosceneggiatore) ideatore e regista del più riuscito Re-Animator (1985) e sembra non preferire tanto l’uso dei carrelli quanto quello della macchina da presa in spalla. Non basta una frase efficace come la risposta che il dottor Clavell dà a Burton quando gli chiede il perché dei rapimenti alieni “Si è mai chiesto gli animali cosa pensano quando facciamo esperimenti su di loro?”, rimane un lavoro dal budget bassissimo e non rappresentato altro che da dialoghi scialbi e recitazione scadente, tutto sulla scialuppa del colpo di scena finale (l’allucinazione del dottore). Gli intenti c’erano tutti, è che non si sono visti il problema…..   

 

 

Bucci Mario

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