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Fahrenheit 451
Anno: 1966
Regista: Francois Truffaut;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Francia;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Fahrenheit 451. Francois Truffaut. 1966. FRANCIA.

Attori: Oskar Werner, Julie Christie, Cyril Cusack, Anton Driffing.

Durata: 112’

 

 

Il futuro non ha più passato. In una società totalitaria e dominata dal controllo è stata abolita anche la scrittura (perfino i giornali sono riempiti di figure senza fumetti). Le case sono ignifughe, i pompieri hanno il compito di bruciare tutti i libri e per strada esistono speciali cassette dove ogni cittadino può inserire la fotografia di qualcuno che si sospetti legga libri o sia contrario al sistema. Montag è un infelice ed introverso pompiere che sta per ricevere una promozione. È sposato con la bella Linda, una moglie assente, ipnotizzata dal televisore e dipendente dall’uso di pillole stimolanti. Un giorno Montag incontra Clarissa, una giovane ragazza con la quale riesce ad aprirsi ed apprezzare la diversità di un pensiero non comune. Frequentando più spesso la ragazza, l’esistenza di Montag è messa in discussione. Durante una retata il pompiere sottrae un libro e decide di nasconderlo in casa per leggere cosa vi è scritto. Scoperto dalla moglie a sfogliarlo durante la notte, continua a servire il sistema con il terrore di essere denunciato da qualcuno. Durante un’altra perquisizione, i pompieri scovano un’intera libreria clandestina custodita da un’amica di Clarissa. L’anziana donna decide di suicidarsi morendo carbonizzata assieme ai suoi libri. È il gesto più estremo al quale Montag ha assistito in tutta la sua vita. Egli è pronto per il cambiamento. Una sera, di ritorno a casa, affronta la moglie leggendo un libro in pubblico, alla presenza delle sue amiche. La moglie decide allora di denunciarlo e Montag sarà costretto a bruciare la sua piccola libreria nascosta, non prima di aver dato fuoco al resto degli oggetti della casa. Uccidendo il capitano dei pompieri, Montag si dà alla fuga, in direzione di un luogo dove vivono gli uomini libro, dissidenti del regime che hanno imparato interi romanzi a memoria e che hanno il compito di tramandarli. Montag deciderà di vivere con questi scegliendo il proprio romanzo.

Nel futuro non troppo lontano (una commistione con il passato), la famiglia (in)naturale è sostituita dall’innaturale Grande Famiglia della televisione, le emozioni sono controllate da pillole e i rivoluzionari ed i dissidenti si riconoscono da lontano, perché hanno capelli lunghi e non hanno antenne televisive sul tetto degli appartamenti. Il suicidio dell’anziana signora con la propria biblioteca è il momento più alto dell’opera, una Giovanna d’Arco della modernità che s’immola sul trono della conoscenza. La cultura invece, secondo il capitano dei pompieri, è sofferenza (“Etica di Aristotele, chi lo legge si sente superiore a chi non lo ha letto, e non è giusto questo”), fantasia che allontana l’uomo dalla realtà (Shakespeare) moda (“La filosofia è come le gonne corte quest’anno e quelle lunghe l’anno prossimo”), la cultura è anche un misto di storie di morti e manifestazioni di vanità (biografie ed autobiografie). Tratto da Gli anni della Fenice, romanzo di Ray Bradbury, Truffaut porta sullo schermo una storia fedele all’originale, forse eccessivamente caricata di pretese intellettuali in eccesso rispetto al racconto stesso (tutta l’ultima parte degli uomini libri è assente nel romanzo). Se non fosse per questa (solita) caratteristica del regista francese, quest’incursione nel cinema di genere (fantascienza) sarebbe un lavoro più onesto e meno fiacco, un peccato, perché incomincia splendidamente con i titoli di testa semplicemente raccontati su immagini d’antenne televisive, da quella stesa voce che ad un certo punto del film richiamerà i giovani pompieri Stoneman e Black, accusati di essersi seduti troppo vicini durante una lezione e che più tardi dichiarerà la caccia a Montag. Molto bravo Oskar Werner, sceneggiatura dello stesso regista e di Jean-Luis Richard, fotografia di Nicholas Roeg e musiche di Bernard Hermann, ricostruzione dell’ambiente relativamente povera ma comunque efficace. Il titolo fa riferimento alla temperatura alla quale bruciano i libri. Scambio di battute tra Montag e Clarissa “Va tutto bene?” “Sì, dicono così, quindi vuol dire che va tutto bene!”.  

La falsa sequenza che passa in televisione, che vede Montag stanato e poi ucciso dalle forze governative, è stata ripresa anche ne L’implacabile (1987) di Paul Michael Glaer, ispirato anche questo da un romanzo di fantascienza (più liberamente), scritto in gioventù da Stephen King.

 

 

Bucci Mario

        [email protected]