Fahrenheit 451. Francois Truffaut. 1966. FRANCIA.
Attori: Oskar Werner, Julie
Christie, Cyril Cusack, Anton Driffing.
Durata: 112’
Il futuro non ha più passato. In
una società totalitaria e dominata dal controllo è stata abolita anche la
scrittura (perfino i giornali sono riempiti di figure senza fumetti). Le case
sono ignifughe, i pompieri hanno il compito di bruciare tutti i libri e per
strada esistono speciali cassette dove ogni cittadino può inserire la
fotografia di qualcuno che si sospetti legga libri o sia contrario al sistema.
Montag è un infelice ed introverso pompiere che sta per ricevere una
promozione. È sposato con la bella Linda, una moglie assente, ipnotizzata dal
televisore e dipendente dall’uso di pillole stimolanti. Un giorno Montag incontra
Clarissa, una giovane ragazza con la quale riesce ad aprirsi ed apprezzare la
diversità di un pensiero non comune. Frequentando più spesso la ragazza,
l’esistenza di Montag è messa in discussione. Durante una retata il pompiere
sottrae un libro e decide di nasconderlo in casa per leggere cosa vi è scritto.
Scoperto dalla moglie a sfogliarlo durante la notte, continua a servire il
sistema con il terrore di essere denunciato da qualcuno. Durante un’altra
perquisizione, i pompieri scovano un’intera libreria clandestina custodita da
un’amica di Clarissa. L’anziana donna decide di suicidarsi morendo carbonizzata
assieme ai suoi libri. È il gesto più estremo al quale Montag ha assistito in
tutta la sua vita. Egli è pronto per il cambiamento. Una sera, di ritorno a
casa, affronta la moglie leggendo un libro in pubblico, alla presenza delle sue
amiche. La moglie decide allora di denunciarlo e Montag sarà costretto a
bruciare la sua piccola libreria nascosta, non prima di aver dato fuoco al
resto degli oggetti della casa. Uccidendo il capitano dei pompieri, Montag si
dà alla fuga, in direzione di un luogo dove vivono gli uomini libro,
dissidenti del regime che hanno imparato interi romanzi a memoria e che hanno
il compito di tramandarli. Montag deciderà di vivere con questi scegliendo il
proprio romanzo.
Nel futuro non troppo lontano (una commistione con il
passato), la famiglia (in)naturale è sostituita dall’innaturale Grande Famiglia
della televisione, le emozioni sono controllate da pillole e i rivoluzionari ed
i dissidenti si riconoscono da lontano, perché hanno capelli lunghi e non hanno
antenne televisive sul tetto degli appartamenti. Il suicidio dell’anziana
signora con la propria biblioteca è il momento più alto dell’opera, una
Giovanna d’Arco della modernità che s’immola sul trono della conoscenza. La
cultura invece, secondo il capitano dei pompieri, è sofferenza (“Etica di
Aristotele, chi lo legge si sente superiore a chi non lo ha letto, e non è
giusto questo”), fantasia che allontana l’uomo dalla realtà (Shakespeare)
moda (“La filosofia è come le gonne corte quest’anno e quelle lunghe l’anno
prossimo”), la cultura è anche un misto di storie di morti e manifestazioni
di vanità (biografie ed autobiografie). Tratto da Gli anni della
Fenice, romanzo di Ray Bradbury, Truffaut porta sullo schermo una storia
fedele all’originale, forse eccessivamente caricata di pretese intellettuali in
eccesso rispetto al racconto stesso (tutta l’ultima parte degli uomini libri è
assente nel romanzo). Se non fosse per questa (solita) caratteristica del
regista francese, quest’incursione nel cinema di genere (fantascienza) sarebbe
un lavoro più onesto e meno fiacco, un peccato, perché incomincia
splendidamente con i titoli di testa semplicemente raccontati su immagini
d’antenne televisive, da quella stesa voce che ad un certo punto del film
richiamerà i giovani pompieri Stoneman e Black, accusati di essersi seduti
troppo vicini durante una lezione e che più tardi dichiarerà la caccia a
Montag. Molto bravo Oskar Werner, sceneggiatura dello stesso regista e di
Jean-Luis Richard, fotografia di Nicholas Roeg e musiche di Bernard Hermann,
ricostruzione dell’ambiente relativamente povera ma comunque efficace. Il
titolo fa riferimento alla temperatura alla quale bruciano i libri. Scambio di
battute tra Montag e Clarissa “Va tutto bene?” “Sì, dicono così,
quindi vuol dire che va tutto bene!”.
La falsa sequenza che passa in televisione, che vede
Montag stanato e poi ucciso dalle forze governative, è stata ripresa anche ne L’implacabile
(1987) di Paul Michael Glaer, ispirato anche questo da un romanzo di
fantascienza (più liberamente), scritto in gioventù da Stephen King.
Bucci Mario
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