NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


Il bagno turco - Hamam
Anno: 1997
Regista: Ferzan Ozpetek;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Italia; Turchia; Spagna;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Il bagno turco - Hamam. Ferzan Ozpetek. 1997. ITALIA-TURCHIA-SPAGNA.

Attori: Alessandro Gassman, Francesca D'Aloja, Carlo Cecchi, Halil Ergun, Serif Sezer, Mehmet Gunsur

Durata: 97’

 

 

Roma. Il giovane architetto Francesco, sposato con Marta, compagna di lavoro e nella vita, un giorno riceve un telegramma dalla Turchia che lo informa di uno stabile che egli ha ereditato da Anita, sorella della madre trasferitasi ad Istambul. Una volta giunto nella capitale turca per vendere lo stabile, un giorno, accompagnando un anziano signore, apprende dell’esistenza degli hamam, i bagni turchi. Quando scopre che anche l’immobile che egli ha ereditato è un hamam, chiede all’avvocato che si sta occupando della vendita di poterlo visitare. Qui conosce la famiglia di Osman, il custode dell’edificio. Ospite, man mano Francesco impara costumi ed abitudini del luogo e leggendo le lettere che Anita spediva a sua sorella, indaga su ciò che convinse sua zia a trasferirsi ad Istambul. Il giorno della vendita dell’immobile, apprende dal suo avvocato che l’acquirente, una facoltosa signora, ha intenzione di acquistare l’intero isolato per costruirvi un centro commerciale. Francesco decide allora di non vendere e convince tutti quelli del quartiere a fare altrettanto, mettendosi contro la potente signora. Un giorno arriva anche Marta ad Istambul, informata dalle intenzioni di Francesco di rimettere in vita il decadente hamam che ha ereditato. Dopo un paio di giorni in cui i due s’incontrano poco, una sera Marta entra nel bagno turco e scopre Francesco mentre bacia Memo, il figlio di Osman. La sera seguente, a cena, mentre si festeggia il futuro matrimonio di Fusun, la figlia del padrone di casa, Marta litiga con Francesco ed oltre a metterlo al corrente di aver assistito alla scena, lo informa della sua relazione con un altro uomo. La coppia decide di dividersi ma la mattina che Marta dovrebbe partire, Francesco è accoltellato sotto casa e quella, corsa all’ospedale, apprende della sua morte. Un’infermiera le consegna la sua fede nuziale, Marta la sua l’aveva gettata. La donna occupa il posto del marito e si sostituisce alla zia in uno scambio epistolare con Memo, partito lontano da Istambul.

Con questa pellicola, grazie alla Sorpasso Film di Marco Risi e Maurizio Tedesco, esordisce un nuovo regista, turco ma italiano di adozione (ha studiato e vive a Roma). Con un tema difficile quanto provocatorio, il giovane Ozpetek racconta una storia (ed un cinema) dalle forti tinte tradizionali (“L’hamam è tradizione, un luogo che solleva lo spirito…” insegna Memo a Francesco) che rispetta lingue originali e quelli che sono un po’ gli stereotipi del cinema che racconta l’altro (nella prima cena a casa di Osman per esempio, utilizza due diverse inquadrature, una di gruppo per la famiglia turca ed una su Gassman come singolo). Omaggiando la sua Turchia, Ozpetek si affida alle parole scritte dalla zia di Francesco per regalare il quadro migliore della capitale Istambul, poetica e melanconica. Interessanti i tratti psicologici che portano ad una vera e propria sostituzione tra la zia Anita e Francesco, ed infine anche con Marta, forse la reincarnazione vera della donna fuggita ad Istambul. Ozpetek stesso, non rinuncia a questo scambio, quando racconta il piacere che aveva la zia nello spiare gli uomini nel loro intimo, e spiando egli stesso nell’animo di Francesco, che scopre la propria omosessualità (emozionalità dunque). Tra gli stereotipi, a dir il vero ben rappresentati comunque, l’uso del cibo che strizza l’occhio alla passione quanto al folklore (a quest’ultimo si aggiunge anche il rito della circoncisione). L’omicidio di Francesco, le parole di Marta nel finale, il melanconico giudizio, non ipocrita, sulla sua città in una sceneggiatura stesa dal regista con la collaborazione di Stefano Tummolini. Lo sguardo (soggettiva della m.d.p.) di Marta, disorientata all’arrivo dall’aeroporto, un accenno ad uno stile più coraggioso. Frequente l’uso delle musiche composte dai Trancedental, i genovesi Pivio e Aldo De Scalzi, alle quali spesso si appoggia per raccontare una storia fatta principalmente di sapori e cambiamenti prossimi. Tre Globi d'oro a Roma, una Mela d'oro in Turchia (il Morandini 2003 – Dizionario dei film).

 

 

Bucci Mario

        [email protected]