Squadra
volante. Stelvio Massi. 1973. ITALIA.
Attori: Tomas Milian, Gastone
Moschin, Stefania Casini, Mario Carotenuto, Raymond Lovelock
Durata: 90’
Il cinico Marsigliese, violento esponente della malavita,
è in Italia. La squadra volante, diretta da Tomas Ravelli, s’impegna nel dargli
la caccia dopo una rapina eseguita da una finta troupe cinematografica e che ha
fruttato 210 milioni. Nascosti in un appartamento, la squadra di rapinatori
litiga e muore il giovane Che Guevara (soprannome datogli dai suoi compagni
perché di sinistra). Cambiano i piani della banda che si vede costretta a
trasferirsi camuffata da automobile di preti. A causa di una distrazione di uno
dei membri, l’auto è riconosciuta ad una stazione di servizio. Incomincia un
lungo inseguimento (con anche un sequestro): tra Ravelli ed il Marsigliese c’è
un conto aperto, l’omicidio della moglie di Ravelli avvenuto quasi cinque anni
prima in Francia e che l’ispettore è disposto a vendicare a scapito del suo
tesserino di poliziotto.
Esordio per il pubblico di Stelvio Massi (il suo primo
film Macrò uscì in sala solo dopo di questo) che sceglie il genere
poliziesco per affidarsi ad un filone che gli darà più soddisfazioni. Uno dei
primi polizieschi italiani dai personaggi duri e violenti e che prendono
distanza da ogni posizione ideologica (“Ma che facciamo? Ci mettiamo a
parlare di politica? Parliamo di questi!” dice Borlotti detto Cranio con i
soldi della rapina in mano), sparatorie e musiche meno interessanti che in
altri lavori. Prima parte molto fastidiosa perché infarcita di pubblicità
(pellicce, alcolici e macchine fotografiche hanno il loro logo in primo piano),
si salva la geniale rapina della troupe cinematografica e le inquadrature da
dentro il casco per le soggettive dei rapinatori (con visiera gialla!), la
telefonata di Lombardi al club di strip-tease e le sequenze all’interno
dell’automobile durante l’inseguimento finale. Tomas Milian si doppia da solo,
sigaro in bocca per tutto il film per facilitare il doppiaggio, mentre
Ferruccio Amendola doppia Lombardi, il padre del ragazzo che muore battendo la
testa.
Bucci Mario
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