Il
tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave. Sergio
Martino. 1972.
ITALIA.
Attori: Edwige Fenech, Anita
Strindberg, Luigi Pistilli, Ivan Rassimov,
Durata: 92'
Oliviero Reuvigny è uno scrittore
fallito ed alcolizzato che vive con la moglie Irene in una villa nella campagna
veneta. È molto legato alla figura della madre, deceduta da poco tempo, ed al
suo gatto nero, Satana, unico ricordo di quella. Dopo un paio di giorni
trascorsi dopo una particolare festa, è indiziato della morte di una giovane
commessa di una libreria, perché sua amante. Un paio di notti dopo muore
assassinata anche la sua governante, una ragazza di colore. La moglie, convinta
che egli possa essere il folle omicida, lo aiuta ugualmente a nascondere il
corpo murandolo in cantina, per evitare che le indagini della polizia si
accaniscano su suo marito. Fa intanto il suo arrivo alla villa la giovane
nipote Floriana. Uccidendo la terza ragazza, una prostituta, l’assassino è
scoperto, ma la relazione tra Oliviero e Irene è fortemente compromessa da
sospetti, odio, alcool, e dalla presenza di Floriana che riesce ad andare a
letto con entrambi. Convinta ad uccidere Oliviero, Irene si ritrova a
sottostare ai ricatti della nipote che dopo averla convinta all’omicidio fugge
via con i gioielli di famiglia. Aiutata dal suo amante, che riesce ad uccidere
Floriana fingendo un incidente, è scoperta dal commissario Farla, perché
denunciata da una vecchia che l’ha vista accecare il gatto con un paio di
forbici. Murato vivo assieme alla cameriera ed al marito, il suo miagolare
aveva, infatti, insospettito il commissario.
Secondo appuntamento di Sergio
Martino con il giallo, questa volta (molto) liberamente ispirato al racconto Il
gatto nero di E.A. Poe. In confronto al precedente lavoro Lo strano
vizio della signora Wardh (1971), dal quale trae il titolo (un biglietto
che in quel film Rassimov faceva recapitare alla Fenech), si abbassa
notevolmente il lato giallo del lavoro per puntare di più sulle procaci forme
delle protagoniste femminili (anche se molte scene sono censurate). Sceneggiato
dal regista con la collaborazione di Ernesto Gastaldi, Adriano Bolzoni e Sauro
Scavolini, il film non convince quasi mai, un po’ annoia, e manifesta
leggerezze che mancavano alla sua prima esperienza nel giallo (le luci del
primo omicidio ad esempio sono completamente sballate) questa volta non aiutate
dalla musica (noiose quasi tutte le composizioni di Bruno Nicolai). Dalila Di
Lazzaro è la ragazza che balla nuda sul tavolo durante la festa, Enrica
Bonaccorti è la terza vittima.
Bucci Mario
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