Da
Corleone a Brooklyn. Umberto Lenzi. 1979. ITALIA.
Attori: Maurizio Merli, Mario
Merola, Biagio Pelligra, Laura Belli, Venantino Venantini, Van Johnson
Durata:
85’
New York. Scoperto in possesso di un
passaporto falso, il boss Michele Barresi decide di costituirsi per non
mettersi contro la polizia Americana: per un reato del genere, su consiglio del
suo avvocato, egli sarà semplicemente espulso e dopo potrà ritornare negli
Stati Uniti con più tranquillità. Palermo. Al mercato popolare una sparatoria mette
fuori causa il rivale di Michele Barresi ed un sicario, Salvatore Scalia,
rimasto ferito durante l’inseguimento con la polizia, è usato dal commissario
Berni per incastrare Barresi, domandando l’estradizione dagli Stati Uniti. Per
farlo, il commissario è costretto a raggiungere il tribunale di N.Y. dove
Barresi deve essere processato per il documento falso. Scampati ad una serie
d’agguati, sia in Italia che in America, di fronte al giudice, Scalia dirà di
non conoscere Barresi, meditando una vendetta personale. Freddato all’uscita
del tribunale, riuscirà comunque a far incastrare il boss con una dichiarazione
scritta che custodiva nel portafoglio.
Forse il poliziesco più riuscito
di Umberto Lenzi, nonché il suo ultimo passaggio in questo genere. Una sorta di
road movie che anticipa il tema dei pentiti e del sodalizio tra malavita
e polizia (se si escludono le avventure di Tomas Milian-er Monnezza). Geniali
alcune trovate della sceneggiatura (dello stesso regista e di Vincenzo Mannino)
come tutta la sequenza girata in America che inizia nella pizzeria, dove si
alternano mafiosi incaricati di eliminare Berni e Scalia e teppisti
sopraggiunti con l’intento di una rapina, ed alla quale segue la fuga di Scalia
ed il pestaggio che subisce Merli da un gruppo di malviventi del ghetto, dopo
aver recuperato il testimone. Musiche di Franco Micalizzi, che oltre a citare
se stesso riprende alla lontana il tema de Il Padrino (1972) composto da
Nino Rota. Evitando di farne un motivo di confronto fra due scuole (quella americana
e quella italiana) Lenzi decide di girare un film alla sua maniera, e questa
testardaggine lo consacra tra i migliori operai del genere. Buono e più cinico
di altri suoi lavori: una volta arrestato dice il boss Barresi al commissario
Berni “Sei sicuro che ci arriviamo in Italia?” mentre sul volto di Merli
scorrono le immagini di tutti quelli che hanno cercato di ucciderlo, quasi una
citazione de I tre giorni del condor (1975) di Sydney Pollack, che si
conclude con Higgins che domanda a Joe “Sei sicuro che sarà pubblicato?” riferendosi
anche lui a tutti quelli che hanno cercato di ostacolare il Condor. Merola
decisamente nella sua migliore interpretazione, una spanna oltre Merli (sempre
una spanna sotto tutti); grandioso Pelligra che finalmente guadagna un ruolo di
primissimo piano. Luca Barbareschi compare come poliziotto americano. Stefano
Rolla, assistente alla regia, è rimasto vittima nella guerriglia di Nassiriya
nel 2003, inviato per girare un documentario diretto da Massimo Spano.
Bucci Mario
[email protected]