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Il diabolico dottor Mabuse - Die 1000 Augen des dr. Mabuse
Anno: 1960
Regista: Fritz Lang;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: GERMANIA; FRANCIA; ITALIA;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Il diabolico dottor Mabuse.  Fritz Lang. 1960. GERMANIA-FRANCIA-ITALIA.

Attori: Gert Fröbe, Dawn Addams, Peter Van Eyck, Andrea Checchi

Durata: 104’

Titolo originale: Die 1000 Augen des dr. Mabuse

 

 

L’omicidio di un giornalista nel traffico cittadino mette in allarme la polizia tedesca. Ad avvertire il commissario è uno strano cieco di nome Cornelius che ha visto, grazie ad una sua particolare dote veggente, l’omicidio in anticipo sui fatti. Fatte delle indagini accurate, la polizia scopre che il giornalista, come molti altri casi di morte senza colpevole, possono farsi risalire all’ambiguo hotel Luxor, edificio costruito durante la dittatura nazista. La modalità dell’omicidio del giornalista, un ago di metallo che gli ha perforato il cranio, fa invece ritornare alla mente degli investigatori il dottor Mabuse, morto in un manicomio dopo aver scritto il suo testamento sulla criminalità. Nel frattempo all’hotel una bella donna alle prese con un tentato suicidio, diventa oggetto d’interesse di un potente industriale pronto a siglare un contratto per la fornitura di armi. Nelle indagini del commissario s’inseriscono il medico della donna che ha tentato il suicidio ed un particolare assicuratore dalla parlantina efficace. Saranno quest’ultimo, poi rivelatosi ispettore dell’Interpol, ed il commissario a smascherare il figlio del dottor Mabuse, anch’egli convinto sostenitore della strategia del terrore teorizzata dal padre.

Ultimo film del maestro Lang, che torna sui passi della sua carriera ripresentando il tema della criminalità e della strategia del terrore, incarnati dal suo diabolico dottore tedesco. Giallo e poliziesco s’inseriscono perfettamente in una trama costruita con geniale struttura (la capacità di travestimento del dottore confonde lo spettatore e semina il sospetto su ogni fotogramma, alimentato dalle parole dell’ispettore, spesso funzionale a riassumere la complicata situazione condita di sguardi complici o indaganti). Il pessimismo di fondo, i temi della malvagità, della ricchezza e della morte (le assicurazioni che speculano sulla vita degli altri, l’industriale che produce bombe), questa volta sono affiancati all’arrivo della televisione, dello schermo ridotto che, con profetica veggenza, Lang inserisce nella lista degli oggetti per il controllo e definisce come nuovo sguardo del Male. Un film, ma anche il diabolico testamento del dottor Lang.

 

 

Mario Bucci

        [email protected]