Le
due torri. Peter Jackson. 2002. N.Z.
Attori: Elijah Wood, Ian
McKellen, Viggo Mortensen, Orlando Bloom, Miranda Otto, John Rhys-Davies, Billy
Boyd, Christopher Lee, Dominic Monaghan, Ian Holm
Durata:
179'
Titolo originale: Lord
of the rings: The two towers.
La compagnia dell’anello si è sciolta: Frodo, custode
dell’oggetto, e Sam proseguono verso Mordor con l’intenzione di distruggere il
simbolo del male e sono accompagnati da Gollum, un essere metà mostro e metà
hobbit, una volta custode dell’anello e quindi ad esso legato come uno schiavo;
Merry e Pipino, in fuga dagli orchi, si rifugiano in un a foresta e conoscono
Barbalbero, quercia animata e rappresentante della foresta; Aragon (uomo),
Legolas (elfo) e Gimli (nano) puntano al regno di Roham in cerca d’aiuti contro
il potente esercito forgiato da Saruman, ed a loro si aggiunge il mago Gandalf,
sopravvissuto allo scontro con Barlog. Giunti al castello di Roham, il gruppo
di combattenti non è riconosciuto dal re Theoden perché la sua mente è annebbiata
dall’influenza malefica del consigliere Grima Vermilinguo, assoldato dal Male
per bloccare le forze di terra. Con l’aiuto di Gandalf, il consigliere è
cacciato, il re riconsegnato a se stesso, e la popolazione è fatta spostare al
Fosso di Helm, prontamente assediato da un esercito di malefici Uruk-hai. Merry, Pipino e Barbalbero, dopo aver visto
un lato della foresta distrutto dalle forze malefiche di Saruman, preparano
l’attacco con l’aiuto di tutti gli Ent (gli altri alberi della foresta) e
riescono a distruggere la fabbrica di orchi; l’assedio di questi alla fortezza
invece è sventato solo all’ultimo grazie all’intervento dei cavalieri e degli
elfi che decidono di tornare al fianco degli uomini mentre Frodo, Sam e Gollum
intanto, riescono ad arrivare al cancello della fortezza di Mordor dopo essere
scampati alle Paludi Morte, terra dei cadaveri a pelo d’acqua. Il prossimo
obiettivo sarà distruggere l’anello e Saruman.
Secondo episodio della possente trilogia ispirata a Il
signore degli anelli di Tolkien. Il regista neozelandese ha preparato con
cura una svolta narrativa che si mostra più interessante rispetto al primo
episodio. Industrializzazione ed ecorivolta (forse fin troppo chiara nel
confronto tra hobbit ed Ent) sono i temi principali che prendono spazio
sull’anello e s’inseriscono perfettamente nel contesto bellico di questo
secondo episodio. Anche se Jackson afferma di aver inserito elementi d’ironia
che mancavano al primo episodio (quasi tutti coinvolgono il nano, con l’effetto
di rendersi monotone sin dalla prima battuta) è all’aspetto più violento e
macabro che si deve la riuscita di questo secondo episodio: le Paludi Morte, i
primi piani sui volti degli orchi (nel primo episodio sembrava che le
inquadrature dovessero sempre fuggire da questo dettaglio) la partecipazione
fisica di Gollum (grazie ad un lungo procedimento di camera tracking),
sono gli spunti dove si può finalmente riconoscere il talento visionario del
regista neozelandese. L’esercito degli orchi e la battaglia finale (per quasi
tutte le panoramiche si è ricorsi ad una ricostruzione da computer) sono
suggestive e ben girate e forse, costituiscono la parte più interessante del
lavoro (quasi un’ora centrale del film è di una noia nauseante). Effetti
speciali (della Weta) come mai sono stati rappresentati e sfruttati sullo
schermo alla fine prendono però il sopravvento su testi, pensieri e dettagli.
Impossibile non paragonare questa trilogia alla più famosa di Star Wars:
entrambe muovono i passi nel fantasy, entrambe giocano sul bianco e nero e la
confusione tra le due forze, entrambe hanno nel giovane la soluzione al
conflitto, entrambe lasciano lo spettatore in un luogo nel quale non potrà mai
arrivare. Se si osserva il lavoro (sia letterario che cinematografico) pensando
alle Twin towers abbattute a New York l’11\9, si potrebbe rimanere più che
affascinati dal progetto di Tolkien per lungimiranza e veggenza (sono il
simbolo di un paese disposto a conquistare il mondo attraverso il processo
d’industrializzazione ed il conseguente odio nei confronti della natura). Unico
difetto di questa trilogia è di essere pompato, spinto e portato avanti da
tutto quel sistema che nell’opera di Tolkien è criticato. Sembra comunque che
il pubblico al quale quest’episodio è rivolto sia perlomeno un po’ più adulto
rispetto al primo.
Mario Bucci
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