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Caccia alle farfalle - La chasse aux papillons
Anno: 1992
Regista: Otar Iosseliani;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Francia;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Caccia alle farfalle.  Otar Iosseliani. 1992. FRANCIA.

Attori: Narda Blanchet, Thamar Tarasašvilj, Alexandr Cerkasov, Alexandra Liebermann, Emmanuel de Chauvigny

Durata: 115'

Titolo originale : La chasse aux papillons

 

 

Nella campagna di un minuscolo paesino della Francia, tanto piccolo che si potrebbe percorrere tutto in bicicletta, vivono due anziane cugine in un palazzo del XVII secolo. Agnès è la più vecchia delle due e vive su una sedia a rotelle mentre Solange è quella che porta avanti tutta la vita del palazzo. Un gruppo di giapponesi, presentati da un fastidioso notaio, è interessato all’acquisto dello splendido immobile, e quando Agnès muore e lascia in eredità tutto alla sorella Hèlène che vive in Russia questa, aiutata dalla nipote, deciderà di accettare l’offerta dei nipponici. La storia è incorniciata in una difficile situazione di violenza politica scandita dalla radio e dai telegiornali. Proprio a causa di un atto terroristico Solange morirà una volta salita sul treno per abbandonare il palazzo.

Nella semplicissima struttura della trama s’intersecano personaggi e situazioni grottesche cariche di messaggi: un prete ubriacone, un gruppo di Krishna allegri ma che mangia come le cavallette, liti famigliari in Francia come in Russia, Caprice la donna di carnagione scura che alla fine ruba l’argenteria, un Marascià ed un notaio, una donna in cerca di pezzi d’antiquariato, un gruppo di giapponesi che cerca d’inserirsi nella quotidianità del piccolo paesino di campagna, e poi tutta la parte del funerale con l’apertura del testamento e la delusione dei presenti. L’attentato contro il treno che trasporta Solange, è la morte di un cinema raffinato fatto di immagini ariose, quasi documentaristiche, ma che racconta ben più di quanto mostra. Il regista Iosseliani (che si dissolve come fantasma in divisa) si muove con lentezza in una monotona e tranquilla atmosfera di campagna, e rimane leggero anche nella definizione del soggetto. Il punto del discorso, la cupidigia, si mostra solo all’ultimo, una volta che muore Agnès il non detto si trasforma in chiacchiericcio dopo l’apertura del testamento. Francesi che comprano sedie da restaurare e giapponesi che acquistano immobili da convertire (tremendo il cancello elettrico che istallano una volta preso possesso del palazzo). Il progresso avanza ed il passato è su un treno che è stato fatto saltare in aria.  Otar Iosseliani, allegro rappresentante di un cinema definito apolide, si è occupato anche del soggetto, della sceneggiatura (tutti e due con Lydie Mahias) e del montaggio.

 

 

Bucci Mario

        [email protected]