Oscar insanguinato. Douglas Hickox. 1973. GB.
Attori: Vincent
Price, Diana Rigg, Robert Morley, Ian Hendry, Harry Andrews, Diana Dors, Jack
Hawkins, Dennis Price.
Durata: 105’
Titolo
originale: Theatre
of blood
1972. Il critico George Maxwell è
fatto a pezzi da un gruppo di barboni ubriachi al soldo di Edward Lionheart, un
attore di teatro che egli riteneva morto da due anni. Di fronte al suo pubblico
di reietti, che assieme a lui occupa un vecchio teatro decadente ed
abbandonato, aiutato dalla figlia Edwina, anch’ella nel mondo del cinema, il
folle attore uccide un altro critico trafiggendolo con una lancia e ne fa
trasportare il cadavere da due cavalli in corsa, al funerale di Maxwell. Un
altro critico muore decapitato e la testa è fatta recapitare a casa di Devlin,
il critico che per ultimo stroncò la carriera di Lionheart, causandone il
suicidio. Devlin intuisce come stanno le cose e cerca di convincere l’ispettore
che sta seguendo le indagini, della colpevolezza di Lionheart il quale, sta
eseguendo, con l’aiuto dei suoi barboni, gli omicidi con un criterio: sta
rappresentando le morti nelle tragedie di Shakespeare. Un altro critico nel
frattempo viene ucciso e gli è strappato il cuore che è puntualmente fatto
recapitare a Devlin, mentre un altro ancora è fatto affogare in una botte di
vino. L’ispettore allora, decide di arrestare Edwina perché convinto che sia
lei l’assassina e non il padre, che egli ritiene invece defunto. In un
palazzetto sportivo dove si pratica la scherma, Devlin incontra Lionherat che
lo sfida, lasciando però che sopravviva per il gran finale. Nel frattempo
continua ad uccidere secondo i criteri shakesperiani: induce un critico ad
uccidere la moglie per gelosia, e lo fa incarcerare; ne uccide un altro
facendolo soffocare con la carne dei suoi cani preferiti; frigge la testa ad
un’altra, bruciandola con un casco da parrucchiere. Edwina allora, rilasciata
perché intanto gli omicidi sono proseguiti ugualmente, contatta Devlin e gli
annuncia che suo padre, che ella finge di scoprire vivo, l’ha contattata per
costituirsi. Devlin cede al tranello e si ritrova legato nel teatro, con due
lame roventi che gli puntano gli occhi, obbligato a vedere l’attore inscenare
la notte delle premiazioni che lo avevano visto escluso dal più grande riconoscimento.
La polizia però, dopo aver trovato un barbone, riesce a raggiungere il teatro
mentre Lionheart gli sta dando fuoco. Salvato Devlin, l’attore morirà assieme
alla figlia avvolto tra le fiamme.
Se la pellicola di Hickox non
sovrabbondasse di granguignolesco, sarebbe una perfetta commedia inglese
intrisa di frizzante humour nero. Agli effetti speciali bizzarri e comunque
convincenti, di John Stear, corrispondono una serie di situazioni grottesche
che rendono questa pellicola godibile e leggera, non ostante una scia di
cadaveri ed omicidi truculenti. Un omaggio al teatro inglese, ed una non velata
disapprovazione ad una serie di giudizi che spesso la critica offre sul lavoro
degli attori, sono le componenti più importanti di questa bizzarra e grottesca
pellicola. Alla frizzante e folle sceneggiatura, il regista lega immagini
barocche, a tratti coraggiose (il primo omicidio, con il volto del morto, il
sangue che cade a gocce e Vincent Price che si svela) e che cercano sempre il
primo piano (di attori quanto di oggetti sulla scena). Gigione ed in vena di
eccessi (memorabile la scena in cui è travestito da parrucchiere alla moda)
Vincent Price è davvero a suo agio, fra teatro e cinema. Molto bella Diana
Rigg. Scritto da Anthony Greville-Bell, in realtà la struttura portante della
storia si rifà molto a quella del precedente L’abominevole dr. Phibes
(1971) di Robert Fuest ed interpretato sempre da Vincent Price. Due pellicole
entrambe datate ma godibili.
Bucci Mario
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