Brazil. Terry Gilliam. 1985. GB-USA.
Attori: Jonathan
Pryce, Robert De Niro, Kim Greist, Ian Holm, Bob Hoskins, Michael Palin, Ian
Richardson
Durata: 142’
8:49 p.m. da qualche parte nel ventesimo secolo. Uno
scarafaggio morto e caduto in una telescrivente, cambia un rapporto su un
soggetto: il cognome Tuttle diventa Buttle. L’uomo, padre di famiglia
tranquillo e senza precedenti, è arrestato ugualmente. Ad assistere a quanto
accade, la famiglia e l’inquilina del piano di sopra dal quale hanno fatto irruzione
i militari. Sam Lawry è un impiegato dell’Archivio del Ministero
dell’Informazione che riceve, grazie alle spinte della madre, una promozione al
reparto Ufficio Recupero Informazione, ma in prima battuta preferisce
rifiutarlo. Di ritorno nel suo appartamento, riscontra un difetto al sistema
d'aerazione e mentre quelli della sicurezza gli rispondono che non possono
intervenire, accorre in suo aiuto Arcibaldo Tuttle, un riparatore contrariato
dall’eccesso di burocrazia e quindi considerato un sovversivo. L’uomo che gli
ripara il guasto e sparisce nella notte, è l’uomo che doveva essere arrestato
al posto del povero Buttle. Un assegno di rimborso al sig. Buttle, diventa
oggetto di disturbo nella burocrazia del suo ufficio perché l’uomo risulta
morto, e s’incarica di risolvere il caso proprio Sam. Giunto all’appartamento
della vedova, riconosce nell’inquilina del piano superiore la donna che
continuava ad apparire nei suoi sogni, ma quella fugge via. Per avere ulteriori
sue notizie decide allora di accettare la raccomandazione della madre e si fa
trasferire all’Ufficio Recupero Informazioni. Qui incontra Jack, suo vecchio
amico, che lo mette in guardia sulla donna, considerato che quella è una
ricercata. Sam riesce ugualmente ad incontrarla e, dopo averle dichiarato il
suo amore, la segue in un supermercato dopo essere sfuggiti ad un posto di
blocco della polizia. Una bomba esplode nel supermercato e la donna è
arrestata. In crisi per quanto accaduto, Sam boicotta il suo piccolo ufficio e
abbandona il lavoro. La fortuna vuole che egli incontri nuovamente Jill Layton,
questo il nome della donna dei suoi sogni. Si rifugia con lei nell’appartamento
della madre, ma un’irruzione della polizia li arresta entrambi. Questa volta
anche Sam è considerato colpevole e viene affidato proprio a Jack, un medico
sadico specializzato nell’ottenere informazioni dai presunti sovversivi.
Un’irruzione di Tuttle e dei suoi uomini, fa credere a Sam d’essere salvo, ma
alla fine, è solo frutto della sua allucinazione, un istante prima di morire
con un sorriso sulle labbra: egli si è ricongiunto a Jill, nei suoi sogni.
Prendendo spunto dal romanzo 1984
di Geroge Orwell, Terry Gilliam, ex Monty Python, imprime su pellicola non
la migliore trasposizione del testo originale, ma sicuramente la sua opera più
completa. Il film incomincia con l’immagine di un televisore, carrello
all’indietro, altri televisori e poi un’esplosione, nell’istante in cui un
passante è di fronte alla vetrina del negozio: un omaggio a quello che è il
Grande Fratello di Orwell. Oltre questo, ed una trama che tende a coglierne
solo il significato del romanzo, ben poco rimane della poesia di Orwell per far
spazio alle visioni del regista. Grazie alla fotografia cupa di Roger Pratt, le
cui luci descrivono Sam come se fosse Bogart e Brazil come un noir futuristico,
grazie soprattutto all’uso del grandangolo e della posizione della macchina da
presa, che spesso guarda dall’alto o dal basso i personaggi, attraverso oggetti
o dietro lenti deformanti, Terry Gilliam riesce a mescolare generi differenti
fra loro, con un risultato straordinariamente soddisfacente, come il tema
principale del film, la canzone Brasil risuonata in mille modi diversi. Onirico
al limite del fantasy, contribuiscono in questo le immagini dei sogni di Sam ricordano
cavalieri medioevali, fantasmi dei boschi e guerrieri giapponesi, che
arricchiscono con elementi di sfarzo immaginativo un film che già di per sé ha
molto di barocco proprio nell’impressione delle immagini. Il condizionatore
dell’aria per esempio, farebbe invidia a Cronemberg, con un polmone che respira
e mille tubi che sembrano viscere di un meccanismo vivente. Molto bello invece
l’occhiello su Sam e Jill nel letto della madre, con le tende del baldacchino
che si chiudono in sfumatura. La descrizione del suo primo ufficio, avviene
grazie a due carrelli, uno all’indietro ed uno in avanti, sui quali comparse e
Pryce si muovono con frenetica abnegazione al loro lavoro. Certo non mancano
eccessi e rimandi alla comicità dei Monty Python (le suore che acquistano armi,
il cibo del ristorante che è un soufflè servito con la fotografia di quello che
dovrebbe essere, o il viso della madre incelofanato che domanda al figlio se è
bella) ma niente sembra fuori posto in un film che ha la forza di durare ben
oltre le due ore. Interessante e ben diluito anche il discorso sulla bellezza:
ossessionate dalla giovinezza, le donne si affidano a medici e chirurghi con
diversi effetti, la madre di Sam che ringiovanisce (il cui eccesso si vede
nell’effetto che ha sul suo viso li medico che le tira la pelle) e la sua amica
che arriva a morire a causa di complicazioni di complicazioni che il dottore
ha comunque voluto rassicurare… proprio un bel film, da non considerare
troppo con il testo di Orwell, per non rimanerne delusi. Alla stesura della
sceneggiatura hanno contribuito, oltre che il regista, anche Tom Stoppare e
Chrales McKeowan, che partecipa anche come interprete di Lime. Terry Gilliam
invece, fa un cammeo apparendo come un uomo-spia nella strada.
Bucci Mario
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