Lo
squartatore di N.Y. Lucio Fulci. 1982. ITALIA.
Attori: Jack Hedley,
Antonellina Interlenghi, Andrea Occhipinti, Renato Rossini, Alessandra Delli
Colli, Paolo Malco
Durata:
91’
New York.
Un uomo porta a spasso il suo cane nella periferia della città e trova
una mano monca ed in stato di decomposizione. Al commissariato si presenta una
vecchia, proprietaria dell’appartamento della vittima. La donna dice
all’ispettore Fred Williams che la vittima, una giovane ballerina, aveva
ricevuto poco prima la telefonata di una persona che parlava con una voce da papero.
Nel frattempo un uomo segue, in automobile, una ragazza in bicicletta che entra
in un traghetto per andare dall’altra parte della baia e la uccide nella zona
parcheggio. Il medico legale assicura all’ispettore Williams che la mano è la
stessa dell’altro omicidio e Fred mette in allarme la città sulla presenza di
un pericoloso maniaco. Si rivolge, per risolvere il caso, all’aiuto del dottor
Davis, un importante psichiatra con un alto quoziente intellettivo. Un uomo con
una mano deforme intanto, una notte, fa ingresso in un locale a luci rosse dove
tra il pubblico si trova anche una donna che registra l’audio dell’amplesso che
avviene sul palco. La ballerina dello spettacolo, poco dopo, è uccisa nel suo camerino
con una bottiglia rotta. Una telefonata con voce da papero, a casa di Kitty,
una prostituta con la quale se la fa l’ispettore, comunica notizia all’uomo del
nuovo omicidio. La donna che aveva registrato l’amplesso intanto, si lascia
sedurre da due facinorosi del ghetto in un biliardo malfamato. La sera, l’uomo
con la mano senza due dita, insegue Fay dalla metropolitana fino a casa sua,
dove prova ad aggredirla. Fay riesce a rifugiarsi in un cinema deserto e vede
il suo compagno Peter tagliarle la gola. In realtà si tratta di un incubo
perché la ragazza si risveglia in ospedale scampata alla prima aggressione. Il
particolare delle due dita in meno della mano destra, è un indirizzo
sufficiente per l’ispettore quanto per il dottor Davis per dare inizio alla
caccia all’uomo. La donna con il registratore va in un albergo del ghetto con
l’uomo con due dita in meno e si lascia legare al letto e sedurre da quello.
Mentre l’uomo dorme, fatto d’eroina, alla radio la donna sente la descrizione
dello squartatore e riesce a fuggire dalla stanza, ma è accoltellata e
massacrata nei corridoi dell’albergo. La polizia riesce intanto ad identificare
l’uomo con la mano deformata, è Mickey Scallenda il Greco, riconosciuto dal
portiere dell’albergo. Fatto un sopralluogo nel suo appartamento, vi trovano
solo la compagna che afferma di non vederlo da oltre due giorni. Il dottor
Davis intanto va a casa di Peter a trovare Fay, dimessa dall’ospedale, per
domandarle se è davvero sicura che fosse stato il Greco a tentare di assassinarla.
Lasciata sola in casa, Fay rovista fra le cose di Peter mentre il Greco
s’introduce nell’appartamento. Il tempestivo ritorno di Peter la salva da una
seconda aggressione. La mattina seguente l’assassino chiama il tenente Williams
in centrale per dedicargli il prossimo suo omicidio ma la telefonata viene
intercettata e la polizia raggiunge il posto dove trova una cabina telefonica
nella quale c’è un walkie talkie, attraverso il quale lo squartatore fa sentire
a Fred la morte di Kitty. Giunto infatti a casa della prostituta la trova
squartata. Un paio di giorni dopo viene ritrovato il cadavere di Mikey
Scallenda e l’autopsia fa risalire la sua morte ad oltre una settimana,
escludendo così che sia lui lo squartatore. Fay intanto, dopo aver visitato in
ospedale una bambina alla quale hanno amputato un braccio, riconosce in casa di
Peter lo stesso coltello che aveva provato a pugnalarla in strada. L’assassino,
infatti, è proprio Peter, che sacrificava donne molto belle per sua figlia, la
bambina in ospedale, che bella non lo sarebbe mai diventata. L’arrivo della
polizia salva Fay dalla terza aggressione.
Scelto tra il pubblico mondiale come uno dei capolavori
del maestro del terrore, è una pellicola che invece la critica ha spesso letto
come punto di declino del regista italiano. Utilizzando una trama certo non
originale, Fulci mette in scena una serie di efferati omicidi all’arma bianca
spesso incappati nei tagli della censura. Nella violenza metropolitana di N.Y.,
fatta di sobborghi e di strade malfamate, di alberghi di quart’ordine e di
locali a luci rosse, s’inserisce un folle omicida simbolo delle continue
aggressioni alle quali sono sottoposte le donne americane (“Muoiono nove
persone al giorno a N.Y. e sei sono donne” dice ad un certo punto il
tenente Williams), rappresentante a sua volta la misoginità dello stesso
regista. Lo sguardo critico del regista però, sebbene cerchi più volte di
indirizzare lo spettatore verso personaggi ambigui, alla fine si sofferma sulla
normalità di Peter, il quotidiano borghese che nasconde la possibilità del
terrore. Girato spesso con camera a mano, soprattutto per gli esterni, il film
non manca di sottolineare le caratteristiche dei personaggi, dallo psichiatra
genio e omosessuale, alle tendenze erotiche della coppia con il registratore,
fino allo stesso tenente Williams, che ha una relazione con una prostituta.
Seminando indizi e depistaggi, nella migliore tradizione del giallo, Fulci
ridisegna una realtà sessuale metropolitana apparentemente disturbata e che
invece nasconde il proprio maniaco nella figura normale e quotidiana di Peter
(Andrea Occhipinti). Geniali una serie di scelte di inquadrature, dalla
soggettiva della ferita (il taglio alla gola di Fay) all’inquadratura nella
metro di Fay e di Mikey il Greco (la m.d.p. fuori dalla metro osserva prima la
donna da sola e quando parte il convoglio svela che vi è un’altra persona nello
stesso scompartimento), fino alla scelta dei filtri verdi e rossi per
descrivere il buio del camerino e l’interno del locale dove c’è lo spettacolo
dal vivo. Un film discreto che ha ottenuto largo successo nel mercato delle
homevideo, soprattutto all’estero. Difficile da reperire la versione non
censurata in Italia. Joe, il ragazzo di colore che sul palco ha un amplesso con
una vittima, è Urs Althaus, l’Aristotiles de L’allenatore nel pallone
(1984) di Sergio Martino; Lucio Fulci invece, compare nella pellicola
interpretando il superiore del tenente Williams. Forse per luce o per la scelta
di aver usato la m.d.p. a spalla, ma le sequenze che vedono partecipare il
Greco ricordano per certi versi le discese nella vita underground del
poliziotto Burns (Al Pacino) in Cruising (1980) di William Friedkin.
Fotografia interessante di Luigi Kuveiller e Guglielmo Mancori, ai quali però
sfugge un errore: quando Mikey Scallenda toglie la luce in casa di Peter, non
può esserci una fonte luminosa così forte che illumina Fay nascosta sotto il
letto. Esterni girati a N.Y. ed interni girati negli stabilimenti romani.
Sceneggiatura dello stesso regista con la collaborazione di Gianfranco Clerici
e Vincenzo Mannino, autori anche del soggetto. Nella versione vietata ai minori
di 14 anni sono censurate le seguenti scene: coltellate all’addome della
ragazza in bicicletta; colpi con la bottiglia rotta fra le gambe della
ballerina porno; alcune rasoiate di Occhipinti nell’incubo di Fay; alcune
inquadrature sul pube della donna con il registratore sola in camera da letto
con il Greco; il taglio dell’occhio e del capezzolo di Kitty con una lametta da
barba.
Bucci Mario
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