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Festa per il compleanno del caro amico Harold - The Boys in the Band
Anno: 1970
Regista: William Friedkin;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Festa per il compleanno del caro amico Harold. William Friedkin. 1970. U.S.A.

Attori: Kenneth Nelson, Leonard Frey, Frederick Combs

Durata: 119'

Titolo originale: The Boys in the Band

 

 

A casa di Michael è organizzata la festa per il compleanno di Harold. È una festa particolare, perché tutti i sette amici sono gay. Prima dell’arrivo del festeggiato, si aggiungono alla serata un midnight cowboy, un ragazzo pagato da Emory per cantare gli auguri a Harold, ed Alan un vecchio compagno di scuola di Michael, non omosessuale ed al quale il padrone di casa non vorrebbe svelare il segreto. Emory, il più effeminato di tutti, s’impunta nel non voler nascondere la sua verità, irritando tanto Michael quanto lo stesso estraneo. Dopo l’arrivo di Harold, dopo lo scarto dei regali, e dopo che tutti hanno fumato marijuana e bevuto in abbondanza, Michael organizza un gioco con il telefono. Chi avrà il coraggio di chiamare la persona che ha amato di più nella vita, riuscirà a vincere.

In realtà Festa per il compleanno del caro amico Harold non è un lavoro nato per il cinema, ma vanta un’origine teatrale, ed è, infatti, grazie all’uso di tutto il cast che la rese famosa, e di una regia pulita e che spesso mantiene in campo i soggetti secondo l’ottica dello spettatore di teatro, senza incontrare nessun problema di fronte ad una recitazione corale, che il film resta valido almeno quanto la commedia originale di Mart Crowley. Friedkin in più riesce a rendere la tensione palpabile, soprattutto quando fa il suo ingresso Alan, all’oscuro delle particolari preferenze dei festeggianti. L’ingresso di Harold poi, a seguito di una concitata lite tra Emory ed Alan, è splendido quanto agghiacciante, con la sua risata da donna che spiazza tutti, attori, personaggi e pubblico. Molto interessante è il piano narrativo sul quale si sviluppa la storia, con una prima parte corale che vede il gruppo affiatato ed una seconda parte, quella del gioco al telefono, che vede soli tutti i festeggiati, ognuno in difficoltà ad affrontare la propria diversità. In ogni caso quella di Friedkin è una trasposizione amara della commedia, sofferta, i cui personaggi appaiono tutti frustrati dalla loro condizione, dal doversi nascondere, dal non riuscire ad amare come vorrebbero, e difficile è soprattutto la condizione di Michael, alla fine il più debole che ancora non si accetta così com’è. Ottimo cast, buon film, fu il primo film di Hollywood sull'omosessualità

 

 

Bucci Mario

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