Anche il momento del colpo di scena in tribunale è un raffinato gioco tra ancora inconsapevoli e acerbe sensazioni di ingiustizia secondo parametri tuttora truculenti perché senza tradizioni e diritto: un coup de theatre che salva la nobildonna per farle assistere all´inizio della fine. I due eroi del titolo devono lasciare il posto alle masse; contemporaneamente si sancisce il cambio di comportamenti: "È inutile e sleale aprire la lettera", quella destinata a Michael Fox, eppure questa viene disiggilata, letta pubblicamente, una condotta disdicevole per il passato mondo nobiliare.

Dunque non è questione che possa interessarci il presunto "realismo" rohmeriano: egli non sta analizzando in specifico la Rivoluzione francese, o meglio il Termidoro, ma si esercita a illustrarci con enorme grazia, e nascondendosi dietro una ricostruzione filologicamente perfetta e maniacale nella ricerca del dettaglio dell´oggetto, lo stato di un´epoca al suo dissolversi e già contenente in sé quale sarà il suo sviluppo: perciò si incentra su quella eroina, fedele al re, ma così borghese nei suoi tratti, per questo Orléans ha quella patina di vecchio, ma anche per questo motivo insiste ironicamente, scegliendo di farci ricordare stampe, illustrazioni e vedute, che tutte sono una raccolta di artifici. Insomma vuole anche e soprattutto attraverso la fattura spiegarci che quello non è (o non è più) un mondo reale, ma una sua metafora; non è il Terrore, ma quello che è arrivato a noi; non è quella rivoluzione, ma un´epoca ricorrente. E che adesso sta tornando: il Rohmer che ci narrerà fra 200 anni il conflitto in atto da oggi 8 ottobre 2001 troverà fascinazioni diverse e protagonisti differenti per il passaggio dall´epoca moderna, borghese, mercantilista, occidentalocentrica a quella che ci aspetta al di là della presa delle Twin Towers.