L´episodio notturno avviene in corrispondenza con l´assalto a Les Tuilleries. Altro momento di tragica svolta narrativa sono le stragi del settembre ´92 in piazza Luigi XV, a cui Grace assiste e viene proposta questa testimonianza con la stessa tensione del romanzo storico, ma ancora visivamente pregno di vedute ottiche settecentesche (quelle con effetti giorno-notte del museo del cinema). E poi il rocambolesco salvataggio di Champcenetz, questo ormai integralmente nella tradizione post-rivoluzionaria e popolare. Però quel diario è utile per focalizzare i cinque eventi di riferimento, ma serve pure per legittimare il punto di vista della scozzese realista; ogni evento è mostrato adattando i timori della parte destinata a soccombere, non perché Rohmer sia improvvisamente divenuto monarchico, bensì perché gli è indispensabile adattare lo sguardo dell´epoca sul declino: per quanto Grace sopravviva, in realtà assiste alla sparizione del suo mondo, a partire dalla testa della amica sulle picche per arrivare all´ultima sequenza, una passerella di prigionieri condannati che uno per uno si avviano alla ghigliottina, passando in primo piano di fronte alla macchina da presa fissa in attesa di imprimere i loro volti nel ricordo storico.

Il regista deve utilizzare lo sguardo degli epigoni del regime in dissolvimento, si serve di quelle immagini, documento di un´epoca con quella patina e quel taglio, perché non ci è ancora possibile mostrare quali saranno le pratiche estetiche e narrative dei nuovi sanculotti post-globalizzati; inoltre già il titolo restringe ai due nobili il duetto (altra forma "assolutista" che lascia sullo sfondo le masse democratiche), assegnando un ruolo trucido di bozzetti ai giacobini, con efficaci primi piani e espressioni colorite ("Saltare la carmagnola: tre sole note. Clic, clac, bum. La ghigliottina è il progresso"). Mentre il popolo che si sta cominciando ad affacciare da protagonista alla Storia è accolto nella storia godendo di un´ambivalente illustrazione: un fragore dirompente ed energico nella manifestazione e i primi piani orripilanti dei bifolchi; la allegrezza di Ča ira! esaltata versione all´inizio e il passo cadenzato delle pattuglie: per rovesciare uno stato di cose forzatamente i lati meno presentabili convergono e le forme più incivili dell´uomo si manifestano, poiché le regole della civiltà non hanno più codifica, sono sospese tra un ordine in declino e uno ancora inesistente. Tra una cronaca di una votazione a cui si assiste insieme al chiuso di una stanza, anche in assenza di una televisione, ma con la stessa supina rassegnazione a uno spettacolo che si svolge altrove, incontrovertibile: "Non è iniquo, quanto inutile discutere se Luigi sia una perfida canaglia. Tagliargli la testa significherebbe alienarci gli altri popoli con il terrore", sentenzia con lucidità il generale che pensa da soldato, cioè non schierato per nessuna fazione, mentre invece Filippo d´Orléans è "prigioniero della propria fazione".