Eppure l´impianto del film è in forma di diario che cadenza le lunghe sequenze con stralci scritti in prima persona (autentici brani del diario di Grace Elliot) e il suo uso, quindi un´impronta fortemente pre-rivoluzionaria, non fa che accentuare la sensazione di essere al cospetto di un momento di particolare incertezza anche estetica e stilistica, che incoccia invece con descrizioni molto drammatiche e romanzate: la splendida notte trascorsa nelle campagne verso Meudon, da sola Grace si allontana da Parigi, impaurita; e il particolare del piede piagato dalle calzature nobiliari, inadatte al cammino, risulta così esogeno dal racconto fino ad allora condotto, che i caratteri tipici del romanzo borghese cominciano a insinuarsi potentemente nel quadro laccato dell´affabulazione pre-rivoluzionaria; quel piede piagato nella notte silvana e ripreso nella stessa attitudine di quei piedini che pochi decenni prima erano oggetto di seduzione nei boschi di Lancret, ma totalmente privato della sua forma aristocratica, spensierata, reso "realista", borghese quanto un romanzo d´appendice, diventa un segnale del cambiamento maggiore delle piazze piene di giacobini. |