TODO SOBRE MI MADRE







Le molte didascalie che scandiscono il tempo, ironica ripresa di luoghi tipici del melò e sottolineatura che nulla invece cambia rispetto al periodo appena terminato di descrivere, servono per imporre uno spessore narrativo: la profondità conferita da quest'espediente è pari al suo effetto di avvicinarsi alla materia narrata, consapevoli di esserne al di fuori e di godere del privilegio di poter assistere alla fine dell'intreccio, poiché proprio questo aspetto teleologico ne legittima la procedura, quasi che a partire da un presente si rievochi una storia di cui ci viene promesso l'epilogo, rassicurante per il fatto che le ellissi prodotte dalle didascalie non nascondono momenti significativi, eppure angoscianti proprio perché si avverte che nulla succede nei momenti nascosti dal richiamo temporale: nulla interviene a cancellare la pena, un meccanismo attraverso il quale nel momento stesso in cui si enuncia un passaggio, se ne misconosce la variazione (Bettetini)

Altra struttura ricorrente è quella che vede il passaggio attraverso i flashback in momenti diversi della diegesi: di nuovo un intervento sul tempo, che falsifica pure la natura di flashback dei rimandi, perché vengono inseriti teatralmente, come se facessero parte dello stesso piano, dimostrando che l'intento è proprio quello di appiattire su un medesimo piano spazio-temporale i luoghi e i tempi del plot compresenti, come nel movimento a sinistra che segue lo sguardo al di là delle barriere del tempo di Huma, capace di "vedere" la scena madre dell'autografo, partecipata e ricostruita al punto che viene riproposta alla nostra percezione già consapevole, ma con sottile astuzia psicologica aggiungendovi un tassello, un richiamo all'autocompiacimento del personaggio narcisistico dell'attrice: infatti assistiamo ad una sequenza altra da quella che conosciamo, reinterpretata con la semplice aggiunta del richiamo: "Huma!" solo in quanto vista dall'interno della macchina con la mente di Huma. Quindi ancora una volta viene scardinato dall'approccio sentimentale qualsiasi diegetico parametro spaziale e temporale, utilizzando però, con piccoli aggiustamenti personali, opportunità retoriche offerte dal patrimonio linguistico comune a tutti coloro che abbiano dimestichezza con il melodramma.


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