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Nel film, diretto dal regista indiano Santosh Sivan, la protagonista,
guerrigliera tamil, deve farsi saltare in aria, per eliminare un politico.
Ma la scelta non sarà facile.
Vi prego scegliete me".
"Sono io la più adatta, non vi deluderò scegliete me".
"Ho compiuto le mie missioni senza fallimenti, mi ritengo adatta a questo
compito. Vorrei che sceglieste me".
La macchina da presa fissa i volti delle ragazze: 18 e 19 anni, pronte a
essere scelte come martiri in una missione suicida. Tocca al leader, fare
un nome: la prescelta è Malli, 19 anni, guerrigliera tamil. Cresciuta con
la promessa fatta a se stessa di imitare il fratello, morto martire quando
era bambina.
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Il film si divide in tre momenti: il viaggio dalla foresta per raggiungere
il luogo dell'attentato; l'arrivo di Milla alla casa che la ospiterà; la
preparazione dell'attentato. Ma a colpire nel film più consapevole del ruolo delle giovani kamikaze sono soprattutto i flashback sulle motivazioni a uccidere provenienti dai molti affetti strappatile dalla morte e di conseguenza al contrario la spinta a uscire dalla spirale mortifera disinnescata dall'affetto del vecchio a cui è affidata che la sostituisce alla sua bambina morta (toccante per lei e per lo spettatore il momento in cui la moglie malata del vecchio le ghermisce il braccio, come a fermarne la potenzialità di morte, già esplicitate nella sequenza iniziale di eliminazione del giovane traditore, come iniziazione e prova della abnegazione della ragazza).
E sono i preparativi nella loro ripetitività i momenti più intensi del
film: studiare il tragitto, provare ogni giorno gli stessi gesti per
sembrare naturali quando l'attentato si compierà per davvero: avvicinarsi
al politico da assassinare, posargli una ghirlanda di fiori intorno al
collo e sorridere (per non insospettire i militari, le ripetono fino alla
nausea) e -buuum - premere il pulsante dell'esplosivo, sistemato intorno
alla vita.
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