Nel paese di Solanas si sollevano e riescono a farsi sentire voci contro il regime di Menem, las madres de Plaza de Mayo con le Abuelas ogni giovedì manifestano perché non sia consentito ai militari di farla franca, Videla è stato messo in galera (poi rilasciato, ma almeno non si permette di mettere sotto tutela la costituzione, come fa invece Pinochet). Il Brasile nella sua vivacità culturale, rimuove la dittatura, ma riesce a produrre movimenti d'opinione che si esprimono nel sociale con la teologia della liberazione (Frei Betto è un personaggio a tutto tondo in questo senso) e nella produzione cinematografica con Carlos Dieguez, Bruno Barreto, Walter Salles ...
Il Chile invece non risorge ai fasti del periodo eccitante del Gobierno de Unidad Popular, quello retto da Salvador Allende, barbaramente massacrato alla Moneda dalle truppe golpiste di Pinochet, caudillo anacronistico, costretto da un referendum (che lui stesso aveva voluto fosse plebiscitario per assicurargli il potere imperituro) a ritirarsi nel 1990 dalla gestione diretta del Governo, ma ancora molto potente e ingiudicabile per i massacri da lui perpetrati da quel 11 settembre 1973 che segnarono il destino del popolo cileno. Il Chile non risorge perché i suoi uomini migliori sono stati uccisi o ridotti a doversi far curare gli animi esacerbati dalle torture e dai lutti, e quelli rimasti non hanno la forza per gettare dietro le spalle venticinque anni di oscurantismo
Contro il revisoinismo, che serve a qualsiasi latitudine per legittimare il neo-liberismo e il suo bisogno di profitti (pecunia non olet) insorgono ora alcune voci: oltre all'impegno di Sepulveda, da sempre impegnato contro la dittatura fascista di Pinochet, contro l'amnesia che pretende di delegittimare l'antifascismo in un enorme riconciliazione pelosa mondiale dove carnefici e vittime sarebbero la stessa cosa è stato realizzato un film cileno di un cileno in Cile nel 1994. Non lo vedremo mai in Italia (Violante lo impedirà personalmente), ma è bello sapere che esiste: Amnesia di Gonzalo Justiniano.