Gli Spostati - Libri e cinema

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


Gli spostati
libri e cinema
<<< torna al sommario

Il Bush dislessico.
Note a margine di "Fahrenheit 9/11"

Fahrenheit 9/11

Il Bush dislessico, così lo ha intitolato Mark Crispin Miller, un intellettuale radical statunitense, fotografando il Bush che si impappina, quello che lascia trapelare la sua insipienza - e questo è il meno - ma anche l'ordito di una trama a lui troppo più grande perché la sua imbecillità riesca a tenerla nascosta - e questo è l'allarmante - e argini l'orrore di una banda di criminali, fanatici, invasati, sadici, truffatori, intrallazzatori. Dietro al suo 'tutto e contrario di tutto' che fa impallidire il piazzista nostrano si erge un enorme associazione a delinquere che i suoi errori lasciano trasparire, quando non somiglia enormemente al giardiniere di Being There (Oltre il giardino, di Hal Ashby, 1979) [1].
Michael Moore ha individuato moltissimi buchi in quella tela intessuta per spillare soldi a un pianeta squassato dall'ignoranza e dall'incoscienza ecologica di quella classe dirigente, ma già Mark Crispin Miller all'indomani del settembre famigerato, mentre la famiglia Bin Laden sorvolava i cieli blindati d'America aveva "beccato" il presidente raccogliendo perle delle sue dichiarazioni. Il suo saggio è stato raccolto con altri da Einaudi che lo pubblica con il titolo Questioni di democrazia, ecco alcuni stralci dell'esilarante florilegio di Miller che si adatta perfettamente al lavoro di Michael Moore

Questa terra è la mia terra

Dopo che Bush da Governatore è diventato Presidente, le sue parole hanno continuato a tradire i suoi segreti, se non al mondo intero, almeno a chi lo stava a sentire. A volte gli è capitato accidentalmente di dichiarare forte e chiaro la propria posizione, nonostante lo studiato atteggiamento "compassionevole". Nel suo primo discorso sul budget si poteva registrare questa franca confessione e rapida ritrattazione:

 

scuola
27 febbraio 2001
. - "L'istruzione non è la mia priorità assoluta". [Applausi]* "L'istruzione è la mia priorità assoluta!"[2].

 

Analogamente, quando cercava di schernirsi tentando di dissimulare le sue intenzioni, Bush a volte si è impappinato, facendo intravedere il suo vero motivo di interesse:

petrolio
Orlando, Florida, 4 dicembre 2001
. - "Ritengo anche che si possa cercare petrolio in Alaska senza danneggiare l'economia... l'ambiente. E ritengo sia necessario farlo!"

                                                       Pur continuando a rivelare la verità in sporadici momenti di lucidità, Bush ha svelato il suo reale pensiero - ...o la padronanza dell'inglese - ogni volta che ha cercato di fingere sentimenti non suoi. Ha detto per esempio una serie di sciocchezze quando ha deviato dai suoi discorsi scritti sull'istruzione, a conferma che quel settore non è certamente la sua "priorità". All'Hispanic Scholarship Institute si è espresso in questi termini:

surrealtà
22 maggio 2001
. - "Se una persona non possiede le capacità che noi tutti ci aspettiamo, temo che la speranza sia in un futuro molto distante, se non proprio nulla".

1° agosto 2001"Anno dopo anno, i bambini senza scuole vengono mandati avanti in scuole senza qualità". [???]

Sempre oscuro nell'affrontare temi costruttivi, durante il suo primo anno di mandato Bush è stato poco convincente specie nel tentativo di vendere la causa della pace. Un fiasco che è stato a dir poco spiacevole, visto che parlare era praticamente l'unica cosa che il Presidente faceva per tenere al guinzaglio i cani della guerra. A proposito di Israele, per esempio, dove il sangue scorreva sempre più copioso durante l'estate, Bush promise di continuare a chiedere a entrambe le parti se per piacere smettevano di combattere. Il 13 luglio dichiarò: "Gli Stati Uniti continueranno a essere attivamente coinvolti nel raccomandare la calma, nel sollecitare entrambe le parti a resistere alla tentazione di ricorrere alla violenza". Come un capo di tifoseria, Bush a volte ha invocato la "pace" come avrebbe invocato un altro touchdown. "E se i palestinesi sono interessati al dialogo, allora invito vivamente Arafat a mettere il cento per cento dell'impegno", affermò il 24 agosto, "nel... nel... nel risolvere il problema dell'attività terroristica... nel fermare l'attività terroristica". La debole conclusione della frase, dopo un inizio così forte, svela chiaramente quanto Bush fosse seccato alla prospettiva di una conciliazione, cosa che emergeva dalla sua prosa inconscia come il risultato di noiosi rituali diplomatici e discorsi moraleggianti:

questione palestinese...
13 agosto 2001
. - "Questi atti terroristici e le relative risposte devono cessare per permetterci di disegnare un modello... la base, non il modello... la base per discutere un modello da elaborare... ecco per...".

...e russa
15 novembre 2001
"E così uno dei campi in cui penso che il russo medio capirà che gli stereotipi sull'America sono cambiati è quello per cui oggi esiste uno spirito di cooperazione, non una volontà di porre gli altri in una condizione di inferiorità; e che ora capiamo che diversamente da quanto crediamo uno più uno può fare tre e speriamo che la Russia sia zero". [???]

Da Presidente, Bush continuò a uscirsene con memorabili tautologie: "La nostra nazione deve stare insieme per unirsi", tuonò a Tampa (4 giugno 2001); e al Summit of the Americas, a Quebec City, chiarì che "commercio e scambi vanno mano nella mano" (21 aprile 2001). Queste perle sono buone, al solito, per riderci sopra, ma non risultano importanti quanto la grandiosa tautologia che Bush spesso ripete in un modo o nell'altro: che lui è ciò che è, sa ciò che sa, crede in ciò che crede. Ha esplicitato meglio questa descrizione enigmatica di sé la prima volta che l'ha rivelata, durante NewsHour with Jim Lehrer sulla PBS: "Non voglio passare per una persona che ha trascorso ore sulla politica estera. Sono chi sono". Da quando è diventato Presidente, ha ribadito di tanto in tanto questa posizione, in modo meno mistico, forse, ma sempre molto schietto. Passeggiando con sua moglie per Roma, poco dopo la carica della polizia a Genova, Bush si è offerto scherzosamente di fare un discorso alla folla. ("Laggiù c'è la tribuna da cui parlavano gli oratori, qualcuno è interessato?"). Un giornalista gli ha chiesto se la sua opinione sulla globalizzazione potesse venire modificata in qualche modo dalla protesta di Genova e, secondo la Reuters "suscitando confusione in alcuni giornalisti in ascolto", Bush ha risposto:

certezze
23 luglio 2001
. - "Io so in cosa credo. Continuerò ad esprimere quello in cui credo e quello in cui credo... ritengo che ciò in cui credo sia giusto".

Un mese più tardi, mentre rispondeva alle domande di una classe di una scuola elementare di Crawford, a Bush è stato chiesto se sia difficile prendere delle decisioni in qualità di Presidente. Ha risposto che non lo era per niente, spiegando:"Se sei una di quelle persone che cercano sempre di immaginare come gira il vento, prendere delle decisioni può essere difficile. Ma trovo che... io so chi sono. So in cosa credo e so dove voglio portare il paese. E, onestamente, mi risulta facile prendere la maggior parte delle decisioni".

Tuttavia una lingua fuori controllo può causare danni gravissimi, soprattutto se appartiene a una faccia presidenziale con dietro un cervello scarsamente dotato. Sebbene quel termine denigratorio sia stato coniato in Gran Bretagna, non esistono scuse per l'uso pubblico che Bush ne ha fatto:

quotidiano razzismo
7 gennaio 2002.
- Credo che la situazione non sia ancora risolta, ma penso che ci sia il modo per farlo, e stiamo lavorando duramente per convincere Indiani e Paks che esiste un modo per affrontare i loro problemi che escluda la guerra".

Qualche mese dopo l'11 settembre, il Presidente era abbastanza rilassato per raccontare barzellette sull'accaduto.

barzellette
4 dicembre 2001
. - INTERVISTATORE: Innanzi tutto, signor Presidente, Lei non ha idea di quanto ha fatto per questo paese. Secondo... come si è sentito quando ha saputo dell'attacco terroristico?
BUSH: ... Beh, Jordan, non crederà dove... in che stato fossi quando ho saputo dell'attacco terroristico. Ero in Florida. E il capo del mio staff, Andy Card... beh, ero in una classe a parlare di un programma di lettura che funziona. E... ero seduto fuori dalla classe, aspettando di entrare, quando ho visto un aeroplano colpire la torre di un... di un... beh, la TV era naturalmente accesa[3] e io... io so pilotare e ho detto: "Beh, è un cattivo pilota!".


[1] Sul tema America, comunque, Bush non si è espresso sempre come se si svegliasse da un'anestesia totale. Nel tentativo di lodare la democrazia e i nostri "diritti inalienabili", è stato anche del tutto incomprensibile. Dall'altro lato, quando ha improvvisato sul suo personale orticello questo nostro "grande paese", il Presidente è stato non solo comprensibile ma a volte piuttosto eloquente; il suo diritto di proprietà lo ha ispirato alla stessa inconsueta chiarezza che anche il baseball, la guerra e la pena capitale sembrano ispirargli.

giardinaggio
25 agosto 2001
. - "Comunque, vedrete. Queste aree ora sgombre, in primavera saranno piene di anemoni. E spunterà il verde. In primavera questo posto era verde smeraldo. Cioè, è difficile da immaginare, e probabilmente pensate che stia esagerando, ma era piovuto abbastanza per far ridiventare verde questo posto. Era spettacolare".

[2] L'involontaria onestà del momento ha coinvolto anche i Repubblicani del Congresso, che hanno sinceramente applaudito la confessione del Presidente.

[3] Questa è una ricostruzione inverosimile, a meno che la TV stesse ricevendo trasmissioni da un altro pianeta. La CNN si sintonizzò sul disastro soltanto dopo che era accaduto e riuscì ad avere una sequenza filmata del primo schianto ben oltre le 9,00 del mattino.