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Fascist Legacy

Omar Mukhtar. Lion of the Desert

i materiali sono stati approntati e forniti da
Marco Farano, Goethe Institut Torino

Cinema Massimo

Via Verdi 18, Torino

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti a disposizione

Mercoledì 23 gennaio, 18.00

Presentazione di Brunello Mantelli

Ken Kirby, Fascist Legacy (L'eredità del fascismo), Gran Bretagna 1989. 100 minuti. Versione originale inglese con traduzione simultanea in italiano.

Diviso in due parti, nella prima vengono documentati i gravi crimini commessi dall'Italia fascista nei confronti delle "razze inferiori" in Africa e nei Balcani. La seconda illustra le ragioni per cui, a differenza di quanto avvenuto per la Germania al termine della seconda guerra mondiale, i responsabili di quei crimini non furono mai processati e incriminati, né si sviluppò mai un serio dibattito pubblico che rielaborasse la memoria collettiva di tali eventi, rimasta così abbandonata a un'ambigua mescolanza di rimozione e luoghi comuni ereditati dalla propaganda autoassolutoria del regime.

Prodotto e trasmesso nel 1989 dalla BBC, ha suscitato all'epoca proteste diplomatiche, un'interpellanza parlamentare e un ampio dibattito sulla stampa in Italia, dove non è però mai stato trasmesso.

"Ho sentito dire che siete dei buoni padri di famiglia. Ciò va bene a casa vostra, non qui. Qui non sarete mai abbastanza ladri, assassini e strupratori." (Mussolini arringa le truppe stanziate in Montenegro)

"Sono lieto del fatto che gli italiani riescano a destare orrore per la loro aggressività anziché compiacimento come mandolinisti" (Mussolini durante la campagna africana)

La prima parte ricostruisce la lunga lista e le dimensioni di crimini commessi dall'Italia fascista nella costruzione del suo impero, in nome della "superiore civiltà italica" e della sua "missione civilizzatrice", in Africa (Libia, Etiopia, Somalia) e nei Balcani (Albania, Jugoslavia e Grecia), attraverso i commenti di testimoni e storici, fra cui Angelo Del Boca, Guido Rochat e lo jugoslavo Ivan Kovacic. Massacri di civili, distruzione di interi villaggi, sterminio delle élite intellettuali e politiche, uso sistematico di armi chimiche, distruzione delle colture e del bestiame per ridurre alla fame la popolazione, deportazioni e campi di concentramento con una mortalità che arrivò sino al 50% degli internati. Una serie di orrori, incontestabilmente provati da documenti ufficiali e testimonianze di sopravvissuti, con un bilancio, arrotondato per difetto, di 300.000 etiopi, 100.000 libici, 100.000 greci e 250.000 jugoslavi.

La seconda parte spiega invece le ragioni della rimozione di questi crimini. Basandosi principalmente sui documenti della Commissione ONU dei crimini di guerra istitutita nel 1943, lo storico Michael Palumbo ricostruisce come Stati Uniti e Gran Bretagna al termine del conflitto appoggiarono deliberatamente i tentativi di chi in Italia voleva affossare le richieste di processare quei criminali di guerra italiani che la stessa commissione ONU riconosceva tali. Testimoni dell'epoca, come il membro della Commissione ONU Marian Mushkat, l'allora ministro degli esteri jugoslavo Leo Mattes, storici come David Ellwood e Claudio Pavone, affiancano la documentazione fornita da Palumbo nel far luce sulla ragione di questo insabbiamento: condannare i criminali fascisti avrebbe messo in moto in Italia un reale processo di epurazione che avrebbe indebolito il fronte anticomunista. Così nessun criminale venne processato, molti continuarono anzi a ricoprire alte cariche istituzionali. Contestualmente si orchestrò una campagna d'opinione che diffuse quel mito del "bravo italiano" ben rispecchiato anche nel cinema che ha affrontato queste vicende. Film come Mediterraneo, I giorni dell'amore e dell'odio e il più recente Il mandolino del Capitano Corelli presentano tutti un'immagine del soldato italiano vittima egli stesso e incapace di crudeltà. Paradossalmente, il massacro di Cefalonia, cui gli ultimi due film citati sono dedicati, venne a suo tempo insabbiato, come tante altre stragi naziste in Italia, per evitare che un nostro processo ai criminali nazisti legittimasse le richieste di Jugoslavia ed Etiopia nei nostri confronti. Così, dopo che negli anni Cinquanta la proposta di un film critico sul comportamento dei soldati italiani in Grecia, che doveva intitolarsi L'armata Sagapò, costò ai suoi promotori Guido Aristarco e Renzo Renzi l'arresto e un processo di fronte a un tribunale militare, un film italiano su questa pagina buia della nostra storia nei Balcani attende ancora di essere fatto. Va ricordato infine come nei confronti dell'Africa il cinema italiano sia riuscito a fare ben di peggio, se si pensa a quel fortunato genere cinematografico di cui negli anni Sessanta sono stati iniziatori Franco Prosperi e Gualtiero Jacopetti con il loro Africa Addio. Un ultimo colpo di coda del razzismo colonialista, sferrato mentre era in atto il processo di decolonizzazione. Un film peraltro prontamente difeso da un autorevole custode della memoria italiana dell'avventura africana come Indro Montanelli. Fra i critici di allora Alessandro Galante Garrone, che in un suo articolo pubblicato su "Cinema Nuovo" nel marzo del 1966, ne denunciava l'ideologia sintetizzandola con il commento espresso all'uscita dei cinema da un suo spettatore ideale, che citiamo testualmente: "Quelli sono popoli selvaggi. Avrebbero ancora bisogno di noi bianchi, della nostra civiltà superiore".

Il dibattito in Italia

Fiamma Nirenstein, Genocidio all'italiana, "Epoca", 17.1.1988

Enrico Franceschini, L'italia non è innocente, "La Repubblica", 10.11.1988

Mino Vignolo, In Tv per gli inglesi i crimini degli italiani in guerra, "Corriere della sera", 10.11.1989

Francesco Merlo, Ma l'Italia poi voltò pagina, "Corriere della sera", 10.11.1989

Leonardo Maisano, Questi italiani sono stati criminali di guerra, "Il giornale", 10.11.1989

Mario Ciriello, La BBC processa i criminali italiani, "La Stampa", 10.11.1989

Luigi Froni, Crimini di guerra, la BBC accusa, "Il Tempo", 10.11.1989

Paolo Filo della Torre, Italia, ecco i tuoi crimini di guerra, "La Repubblica", 10.11.1989

Renato Caprile, "È vero, e Londra sapeva" gli storici italiani rispondono, "La Repubblica", 10.11.1989

Andrea Colombo, Criminali brava gente, "Il Manifesto", 10.11.1989

Francesco Merlo, Crimini di guerra, ora si minimizza, "Corriere della Sera", 11.11.1989

Mino Vignolo, Mack Smith: "Gli italiani non hanno colpe, restano brava gente", "Corriere della sera", 11.11.1989

Paolo Filo della Torre, Italiani suscettibili, "La Repubblica", 11.11.1989

Nicola Tranfaglia, Tutti assolti, "Repubblica", 12.11.1989

s.a., Fascist Legacy, Catalogo Festival dei popoli, Firenze 1989

Lorenzo Del Boca, In tv il film BBC sulla Libia, "Stampa Sera", 1989

Lidia Campagnano, Smemorati. Gli italiani e i crimini di guerra, "Il manifesto", 11.11.1989

Francesca Longo, Matteo Moder, La lista della vergogna. Quel che non vedremo in tv. Pulizia etnica, genocidio, torture. La BBC accusa i generali italiani, Raiuno censura, "Il manifesto", 23.4.2000

Rory Carroll, Italian's bloody secret, "The Guardian", 25.6.2001

Marta Cervino, Italiani cattiva gente, "Diario", 7.7.2001

Le attuali ricerche storiche

Oltre al fondamentale lavoro sul colonialismo africano in Africa svolto da Angelo Del Boca, alla cui opera omnia si rimanda, si segnalano fra le più recenti ricerche storiche condotte in questo campo:

Filippo Focardi, La questione della punizione dei criminali di guerra in Italia dopo la fine del secondo conflitto mondiale, in "Quellen und Forschungen", Deutschen Historischen Institut in Rom, Band 80, Max Niemayer Verlag Tübingen, 2000.

Brunello Mantelli, Die Italiener auf dem Balkan 1941-1943, in C. Dipper, L. Klinkhammer, A. Nützenadel (a cura di ), Europäische Sozialgeschichte. Festschrift für Wolfgang Schieder zum 65. Geburstag, Berlin, Duncker & Humblot, 2000.

Filippo Focardi e Lutz Klinkhammer, La questione dei "criminali di guerra" italiani e una Commissione di inchiesta dimenticata, in "Storia contemporanea", Anno IV, n� 3, luglio 2001.

AA.VV., Colpevole impunità. Lo scandaloso insabbiamento dei processi per le stragi naziste in Italia, atti dal convegno organizzato, fra gli altri, dal Goethe-Institut di Genova il 21.5.1999 (consultabili all'URL: http://www.associazioni.milano.it/ismec/ita/memoria/genova.htm)