NearDark
database di recensioni
Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!
O brother, where art thou? Anno: 2000 Regista: Joel Coen; Autore Recensione: Federica Arnolfo Provenienza: USA; Data inserimento nel database: 18-09-2000
Untitled Document
O brother, where art thou?
Di Joel Coen
La nuova imperdibile commedia dei fratelli Coen (solita formula collaudata,
uno scrive e l'altro dirige) ci porta di peso nella società americana
degli anni '30 (precisamente, nel Mississippi) e ci fa vivere, sulla falsariga
dell'Odissea di Omero (di cui alla fine il film risulta essere una gradevolissima
quanto rispettosa parodia), le vicende di tre improbabili "compagni di
merende" (tre evasi di galera di cui due trascinati da un Clooney irresistibile)
tra sirene tentatrici, ciclopi ladri e membri del Ku Klux Klan, neri che han
venduto l'anima al diavolo per avere il dono del bel canto, mogli traditrici,
rapinatori in crisi esistenziale e audizioni musicali. La verve ben nota dei
Coen è qui ai suoi massimi livelli (gag e siparietti si susseguono con
un rutmo talmente incalzante che non si riesce quasi mai a smettere di ridere),
ma quello che colpisce più di tutto è la prestazione di George
Clooney, moderno Ulisse furbetto e malizioso capace di trascinare due compagni
con l'inganno (il solito ottimo Turturro ed un delizioso Tim Blake Nelson),
di cantare, di fare il verso a Clark Gable (e di farsi rintracciare dai cani
poliziotto per l'odore della brillantina che usa in quantità industriale),
di prendersi spesso e volentieri simpaticamente in giro: il ben noto dottor
Ross sembra dunque, grazie ai Coen, aver raggiunto la piena maturità
espressiva.
Forse, come loro stessi hanno ammesso, i Coen non avranno letto tutto il testo
di Omero: ma certo l'omaggio tributatogli è uno dei più originali
e simpatici mai visti. E il titolo ci offre la solita immancabile citazione
raffinata: viene da un verso di Shakespeare presente in un film di Sturges.
|