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Il Vento ci portera' via - Le vent nous emportera Anno: 1999 Regista: Abbas Kiarostami; Autore Recensione: Federica Arnolfo Provenienza: Iran; Data inserimento nel database: 07-09-1999
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Le vent nous emportera
Di Abbas Kiarostami
Con Behzad Dourani
Forma o sostanza? Immagine o contenuto? Quante volte, discutendo di cinema,
ci si è imbattuti in un dibattito incentrato su questa dicotomia, destinata
(probabilmente per fortuna) a non avere fine, essendo impossibile giungere ad
una soluzione definitiva, decidere aprioristicamente se è preferibile
un film che offre immagini splendide accanto ad una storia inconsistente od
un film di altissimi contenuti ma girato in modo approssimativo o dilettantesco?
Chi scrive, pur amando il cinema di forte impatto visivo, tende a sfuggire le
"belle confezioni piene di nulla". E - forse anche per questo - è
sempre stata diffidente verso il cinema di Abbas Kiarostami, autore che mi sembra
sempre più avviarsi (o avvitarsi?) verso quel gruppo di "intoccabili"
i cui film non è lecito fischiare anche quando non piacciono, nella convinzione
(forse persino sincera) che se non piacciono è perché, in fondo,
non li si è capiti.
"Le vent nous emportera" - purtroppo - conferma in pieno i miei timori.
Si tratta infatti di un film lentissimo, pesante, farraginoso, pretestuoso,
dove in due ore non succede assolutamente nulla fatto salvo il ripetersi monotono
ed insistente di piccoli gesti insignificanti che finiscono, alla decima volta,
per riuscire insopportabili. Un "nulla" accompagnato da una fotografia
piatta, da riprese dove prevale la camera fissa, campi lunghissimi, il grandangolo,
unendo così alla quasi imbarazzante povertà di contenuti una ben
misera monotonia visiva. Certo, si parla vita in minuscolo paese persinao, della
povera gente che lo abita, delle sue abitudini... ma allora perché non
girare un documentario?
Non nego che una cultura così lontana dalla nostra possa risultare, effettivamente,
anche di non immediata comprensione a noi occidentali. Certo, è possibile,
ed onestà intellettuale mi porterebbe a prendere in seria considerazione
questa ipotesi. Tuttavia, se penso al cinema del suo conterraneo Makhmalbaf,
alla sua immensa profondità di contenuti accompagnata ad una perfezione
formale quasi senza pari, se penso a film splendidi come "Pane e fiore"
e "Il silenzio", mi viene proprio da chiedermi se alla fin fine questo
Abbas Kiarostami non sia stato molto, ma molto, sopravvalutato...
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