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Kikujiro
Anno: 1999
Regista: Takeshi Kitano;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: Giappone;
Data inserimento nel database: 04-06-1999


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Kikujiro
Di Takeshi Kitano

Chi già aveva inquadrato il bravissimo Takeshi nella scomoda e limitante etichetta di "Tarantino del Sol Levante" dovrà ricredersi, perché "Kikujiro" (probabile titolo dell'edizione italiana "L'estate di Kikujiro") è quanto di più lontano si possa concepire da qualsiasi possibile messa in scena della violenza.

"Kikujiro" è poesia allo stato puro, un road movie che vede come protagonisti un adulto ed un bambino, tema che in questa stagione ha già dato vita a due film, uno splendido ("L'eternità e un giorno") ed uno mediocre ("Central do Brasil"), e che eppure risulta diversissimo da entrambi, perché evita ogni discorso sociale, ogni facile coinvolgimento, ogni introspezione psicologica, e nel farlo commuove, diverte... incanta. Sì, soprattutto incanta, perché Kitano ha un modo tutto suo di comporre l'inquadratura, che sembra un quadro, e conferisce dignità ad ogni cosa, e mette i protagonisti ai margini, e li segue nei loro movimenti finché sono proprio loro ad uscire dall'inquadratura. Un quadro, splendido, è il piano sequenza iniziale del bambino che corre verso la libertà delle vacanze estive. Un quadro sono i siparietti (bellissimi) animati che separano le fasi del film. Un quadro ogni singolo episodio, coi suoi personaggi e i suoi paesaggi. Un quadro ogni pantomima, e Kitano si conferma bravissimo anche come attore, con questa gestualità incredibile che parla più delle sue parole.

Certo che ne ha di talento, questo "tipo strano"...