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True Crime - Fino A Prova Contraria Anno: 1998 Regista: Clint Eastwood; Autore Recensione: Federica Arnolfo Provenienza: USA; Data inserimento nel database: 15-05-1999
True Crime
Fino a prova contraria (True Crime)
DI Clint Eastwood
Con Clint Eastwood, Isaiah Washington, Denos Leary, Lisa Gay Hamilton
"Prima di mezzanotte" è il primo romanzo di Andrew Klavan che mi sia
capitato tra le mani.
Me ne innamorai, tanto era bello, intenso, capace di tenerti avvinto fino all'ultima
riga. Steve Everett, il cronista "cane sciolto" incapace di stare lontano dalle
gonnelle di figlie e mogli dei suoi superiori al punto da giocarsi posti di
lavoro importanti nelle redazioni di quotidiani autorevoli, ma con una testa
ed un fiuto senza pari, era lo sviluppo logico del John Wells dei primi romanzi
di Klavan (inutile dire che, dopo aver letto "Prima di mezzanotte", ho saccheggiato
l'opera omnia dell'autore, scoprendo in lui un vero maestro della suspence e
- spesso, anche se non in questo caso - del terrore).
Il film diretto ed interpretato dall'ottimo Clint Eastwood, ha un unico grande
difetto, Clint stesso, purtroppo. E' troppo in là con gli anni, Everett
viene descritto nel romanzo come un uomo che ha appena passato i 40, e purtroppo
nell'economia della storia questa discrepanza pesa.
Maggiore modestia avrebbe voluto che Clint si limitasse a stare dietro alla
mdp cedendo il ruolo del protagonista ad un - che so - John Travolta, che ci
avrei visto magnificamente.
Per il resto la realizzazione, pur con qualche cambiamento non del tutto comprensibile
(Beachum nel romanzo è bianco, per esempio) è davvero soddisfacente,
mi azzardo addirittura a dire che il finale è realizzato meglio rispetto
al romanzo (sicuramente una scelta cinematograficamente parlando più
convincente, di maggiore impatto). Alcune situazioni ed alcune scene sono state
molto semplificate per ovvi motivi di compattezza della sceneggiatura (un esempio,
Michelle - la giornalista incaricata del pezzo su Beachum e che Everett sostituisce
- nel romanzo non muore sul colpo, ed anzi la sua agonia in ospedale aggiunge
un ulteriore motivo di tensione all'interno della narrazione, ma nel film avrebbe
probabilmente sviato l'attenzione dello spettatore che è invece - giustamente
- tutta focalizzata sul condannato), altre sono ricalcate pari pari, come l'ultimo
incontro tra Everett e Beachum. Difficile che quando ho amato così tanto
un romanzo la sua trasposizione cinematografica mi renda davvero soddisfatta.
Questo è uno di quei rari casi.
Un buon film, compatto e rigoroso, senza mai un attimo di noia. E anche una
buona occasione per conoscere un autore, Andrew Klavan, davvero meritevole.
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