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Demoni e dei
Anno: 1998
Regista: Bill Condon;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 16-03-1999


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Demoni e dei
Di Bill Condon
Con Ian McKellen, Brendan Fraser, Lynn Redgrave

Tutti dobbiamo fare i conti con i fantasmi del nostro passato, ma cosa succede se questi fantasmi sono piuttosto dei mostri?

"Demoni e dei" ("Gods and Monsters") ricostruisce gli ultimi giorni di vita del regista hollywoodiano James Whale autore, tra l'altro, di una serie di pellicole che hanno Frankenstein come protagonista (e, piccola digressione, è interessante e divertente constatare quanto un film cult come "Frankenstein junior" debba ai film di Whale - la scena dell'incontro del mostro con l'eremita è ricalcata pari pari).
Chi è James Whale? Un uomo diverso (straordinariamente interpretato da Ian McKellen che si stra-merita l'oscar, e che proprio per questo sicuramente non lo prenderà), e non tanto, o non soltanto, perché omosessuale (condizione non facile da vivere negli anni '50), quanto soprattutto perché fuori dalle luci della ribalta per sua scelta e vocazione. Di lui, dei suoi ultimi giorni, si sa solo che è stato trovato morto nella sua piscina. Come, e perché, prova ad ipotizzarlo Bill Condon.
Prossimo alla fine, soggetto ad improvvisi mal di testa e perdite dei sensi, Whale si affeziona in modo morboso al suo giardiniere, l'aitante Clayton Boone, straordinariamente somigliante - in bello - al giovane Boris Karloff dei suoi film (e che, epifanicamente, re-incontrerà ad un party - "le ho portato i suoi mostri", gli dice un giovane studente suo fan). Con questi instaura un rapporto profondo e difficile (soprattutto a livello di comunicazione, tra i due c'è un abisso incolmabile, squarciato qui a là da qualche sguardo che non ha bisogno di parole), eppure bellissimo, e devastante. Whale cerca di farsi uccidere dal giovane, vuole andarsene per mano della sua creatura, ma sarà destinato a fallire.

Un film tutto sommato "scomodo", che difficilmente riuscirà ad imporsi in quel mondo fatuo che è la Hollywood degli Oscar. Ma meglio così: scivolerà via nell'ombra, esattamente come è successo a James Whale.