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Central do Brasil
Anno: 1998
Regista: Walter Salles;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: Brasile;
Data inserimento nel database: 05-01-1999


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Central do Brasil
Di Walter Salles
Con Vinicius de Oliveira, Fernanda Montenegro

"Sin dai tempi degli antichi greci, ci siamo sempre preoccupati dell'idea di tornare al nostro paese d'origine, di tentare di capire chi siamo". Così il regista, che riesce a riassumere in pochissime parole il senso del suo film. Che è la storia di un bambino che cerca sua padre e di una donna difficile, introversa, chiusa ed egoista che, aiutando il bambino, troverà sé stessa. Un viaggio iniziatico, dunque, tema avvincente e di sicuro impatto emotivo già al centro di molte belle pellicole, anche sudamericane (come non ricordare lo splendido "Il viaggio" di Fernando Solanas?). Tema quasi mitologico, certamente astorico, sicuramente slegato da qualsiasi hic et nunc. Ed è questo il vero limite del film, che privilegia una storia che avrebbe potuto svolgersi in qualsiasi altra epoca ed in qualsiasi altro luogo a scapito di una analisi lucida ed approfondita di quelle che sono le condizioni degli abitanti del Brasile ai giorni nostri. Temi importanti, fondamentali, come quello della giustizia sommaria praticata nelle strade, come quello del traffico degli organi, come quello dell'analfabetismo e della povertà appena sfiorati, quasi a rappresentare una sorta di bozzetto di genere che rimane, comunque, sullo sfondo della storia, che non la tocca, se non di sfuggita, quasi con fastidio. Temi che meritavano ben altra attenzione liquidati nelle poche inquadrature messe lì quasi a far colore, a far numero, come numero fanno le tante, tantissime realtà umane che Dora sfiora mentre scrive quelle lettere che mai spedirà.
Legittimo, si potrebbe dire, da parte del regista, questo tentativo di raccontare una sorta di favola moderna: legittimo, quando per farlo non si sceglie di usare i toni del neorealismo, e di regalarci quelle agghiaccianti ed incompiute inquadrature destinate, come la pila delle lettere scritte da Dora, a restare in un cassetto.