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My name is Joe
Anno: 1998
Regista: Ken Loach;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: UK; Germania;
Data inserimento nel database: 15-12-1998


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My name is Joe
Di Ken Loach
Con Peter Mullan, Louise Goodall, Gary Lewis

Ken Loach torna a casa, a Glasgow per la precisione, e ci racconta un'altra storia che potrebbe essere tranquillamente intitolata "Grazie, Signora Tatcher". La disoccupazione, la micro criminalità, la droga sono problemi sempre più pressanti nell'Inghilterra del dopo Tatcher, tanto che forniscono materia a tutti i generi di film, comprese le commedie scanzonate (chi ha dimenticato l'esilarante "Full Monty"?). Ma nessuna illusione, che il film di Loach è tutt'altro che scanzonato: attraverso le vicende di Joe, ex alcolista disoccupato ed allenatore a tempo perso di una squadra di calcio amatoriale, veniamo introdotti in una realtà difficile, di emarginazione come di prostituzione, di sfruttamento come di povertà. Un film tanto bello quanto duro, privo di ogni possibile come facile cedimento retorico, privo persino di facilissime connotazioni politiche, uno spaccato ai confini della iper-realtà del "ventre di Glasgow", si potrebbe dire parafrasando Zola. Facce vere, di un'umanità che sconterà ancora molto a lungo le scelte politiche della sua nazione.