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L'allievo - Apt Pupil
Anno: 1998
Regista: Bryan Singer;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 10-09-1998


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Apt pupil
di Bryan Singer
Con Ian McKellen, Brad Renfro

Visto 
a Venezia 98Cinema e letteratura. Ecco uno di quei confronti intramontabili che ha dato luogo a discussioni spesso assai stimolanti ed interessanti ma dal quale, giova dirlo, difficilmente il cinema ne è uscito vincitore. Quante volte ci capita di rimanere delusi, e profondamente, dalla trasposizione su grande schermo di un romanzo che abbiamo amato? Ammettiamolo: è già difficile, difficilissimo che un film riesca ad essere all'altezza del romanzo da cui è tratto, figuriamoci migliore. Il cinema di Stanley Kubrick sembrerebbe essere una felice eccezione a quanto sto dicendo, ma in tutta sincerità quanto resta, nei capolavori del grande regista newyorkese, delle pagine cui si è ispirato?

Il film di Bryan Singer ("I soliti sospetti") purtroppo conferma dalla prima all'ultima inquadratura quanto sopra. Tratto da un racconto di uno degli autori più sfruttati dal cinema americano, Stephen King, "Apt pupil" è la storia del rapporto morboso ed inquietante che si instaura tra un adolescente americano, Todd (Brad Renfro), particolarmente dotato a scuola ed un ex gerarca nazista, Dussander, (Ian McKellen) riconosciuto quasi per caso da ragazzo. Incuriosito in modo malsano dai racconti sull'Olocausto appresi a scuola, Todd minaccia Dussander di rivelare la sua identità a meno che il vecchio non acconsenta a raccontargli i particolari più raccapriccianti di quegli anni. Ma le cose si complicano nel momento in cui il ragazzo comincia ad avere degli incubi e a peggiorare in modo inesorabile a scuola.
Sono più che convinta che uno spettatore del tutto ignaro del bellissimo ed atroce racconto di King potrebbe apprezzare al meglio questo film, che risulta essere molto ben girato e capace di creare un'atmosfera agghiacciante attraverso alcuni immagini di gradissimo impatto emotivo (una per tutte, la sequenza in cui Todd sta facendo la doccia negli spogliatoi della scuola ed all'improvviso ha una visione terribile, e vede attorno a sé i corpi emaciati e scheletrici dei deportati che stanno per essere giustiziati) ed alcuni dialoghi efficaciemente spezzati a metà. Ma per chi come me ha letto il racconto e lo ha amato, "Apt pupil" appare insufficiente, carente nella sceneggiatura (molte scene fondamentali sono state totalmente ignorate), freddo, a tratti troppo didascalico, ma soprattutto deludente (terribilmente deludente) nella scelta, del tutto incomprensibile, di stravolgere totalmente il finale: i racconti di King in cui il male trionfa in modo pressoché assoluto sono pochissimi, e tutti lasciano il lettore con una sensazione di angoscia senza pari. "Un ragazzo sveglio" in questo non faceva eccezione. Il finale "aperto" a tutto, anche al buonismo più vieto, del film di Synger davvero non mi convince e, ancora una volta, non rende giustizia ad uno dei più grandi narratori del nostro secolo.