Szenvedély (Passion - Passione)
di György Fehér; sceneggiatura György Fehér, Béla Tarr dal romanzo di James M. Cain "The postman always rings twice"; fotografia Miklós Gurbán, Tibor Máthé; montaggio Mária Czeilik, Éva Szentandrási; scenografia Tamás Vayer; costumi Gyula pauer; suono András Vámosi; interpreti Ildikó Bánsági (la donna), János Derzsi (l'operaio), Djoko Rossich (il marito); produttori Jolán Árvai, Ferenc Kardos, Éva Schulze; produzione MTV, Budapest Filmstúdió; origine Ungheria, 1998, b/n, 35 mm., 136'
Come accade spesso per le numerose trasposizioni cinematografiche di romanzi noti, si fa uno sforzo di memoria per cercare di costruire le linee in comune tra un film e l'altro. La Garzantina di letteratura nella sua ultima edizione riporta ben quattro film di cui il primo è Le dernier tournant di Pierre Chenal del '39, passando per Ossessione di Visconti, l'omonimo postino suona sempre due volte di Garnett, per finire con Bob Rafelson del 1981.Passano nella memoria i volti dei diversi attori, protagonisti maschili e femminili in un elenco che tralasciamo. Questa premessa per dire che la versione di Fehér, peraltro specializzato in adattamenti letterari (da Shakespeare a Chechov e Dostoevskij fino a Dürrenmatt (Crepuscolo), non aggiunge niente alle altre, poiché non inventa, né crea situazioni diverse dalle precedenti nel romanzo, come l'opprimente dimensione di squallore e solitudine.
Passion si apprezza più che altro per le scelte stilistiche, un bianco e nero davvero cupo, sequenze lentissime e molti piani fissi che ricordano il Satantango - vedi in particolare la sequenza iniziale del ballo - di Bela Tarr, qui sceneggiatore insieme al regista.