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Arancia meccanica - A clockwork orange Anno: 1971 Regista: Stanley Kubrick; Autore Recensione: Giampiero Frasca Provenienza: UK; Data inserimento nel database: 04-06-1998
Molti lo hanno eletto a proprio culto senza averne mai
visto una sola sequenza, altri (pił attempati) lo hanno guardato
ritenendolo un gratuito incitamento alla violenza:
LíArancia meccanica esce nuovamente nelle sale
cinematografiche ben ventisette anni
Arancia meccanica; tit.
or.: A Clockwork Orange;
regia: Stanley Kubrick; dal romanzo di:
Anthony Burgess; sceneggiatura:
Stanley Kubrick; fotografia: John
Alcott; musica: Wendy Carlos; scenografie: John Barry; costumi: Milena
Canonero; montaggio: William Butler; prodotto da: Stanley
Kubrick; cast: Malcolm
McDowell, Patrick Magee, Michael Bates, Warren Clarke, John Clive,
Adrienne Corri, Carl Duering, Paul Farrell, Clive Francis, Michael
Gover, Miriam Karlin, James Marcus, Aubrey Morris, Godfrey Quigley,
Sheila Raynor, Madge Ryan, John Savident, Anthony Sharp, Philip
Stone; produzione: Warner Bros./Polaris
Productions/Hawk Films Ltd.; UK, 1971;
durata: 137'.
Molti lo hanno eletto a proprio culto senza averne mai visto una
sola sequenza, altri (più attempati) lo hanno guardato
ritenendolo un gratuito incitamento alla violenza: Arancia
meccanica esce nuovamente nelle sale cinematografiche ben
ventisette anni dopo la sua prima volta, dando l'occasione di vederlo
a chi non lo ha mai visto e permettendo a tutti coloro che lo hanno
criticato di ritornare sui propri passi ammettendo perlomeno il
carattere lucidamente premonitore dell'opera kubrickiana. Ispirato al
romanzo A Clockwork Orange di Anthony Burgess (che in seguito
arriva disconoscere il suo stesso lavoro), il film di Kubrick
è una grande riflessione sull'uomo, sulla sua natura a
contatto con i condizionamenti della cultura presenti già nel
titolo stesso del film (come fa notare Giorgio Cremonini nel suo
saggio edito da Lindau), sulle pulsioni dell'es confrontate
con quelle dell'ego. Attraverso la vicenda di Alex, capo del
gruppo dei "Drughi" (altro nome entrato nell'immaginario popolare che
rinvia ad un mucchio di piccole organizzazioni sorte un po' ovunque),
si racconta la storia più estesa dell'uomo moderno, delle sue
contraddizioni e dei suoi istinti. Ciò che nel 1971 era
sembrata violenza gratuita, puro balletto brutale ed aggressivo fine
a se stesso, oggi, superato a sinistra da miriadi di pellicole con
schizzi di sangue, strangolamenti, pestaggi e da immagini televisive
che introducono a bruciapelo nelle abitazioni brutture ed
efferatezze, L'Arancia meccanica appare finalmente per quello
che è e che era nelle intenzioni di Stanley Kubrick: un
perfetto esempio di caricatura in cui si riconoscono "comportamenti,
difetti, peculiarità, persone del mondo reale e la nostra vita
di tutti i giorni". Alex, il personaggio principale, diventa il
nostro fedele specchio, conforme copia del nostro modo di agire e
delle nostre debolezze di esseri umani "inseriti in un circuito
culturale insufficiente". Normale che la figura usata da Kubrick per
raggiungere il più vasto pubblico possibile sia quella
dell'iperbole: lo diceva anche Machiavelli, tanto più
si spara lontano e con forza, tante più possibilità ci
sono di colpire un bersaglio a grande distanza. La cultura e le
istituzioni assorbono l'uomo e se ne servono in modo nemmeno troppo
velato, un film ha il coraggio di sostenerlo con un linguaggio ed uno
stile che accrescono il significato della tesi dimostrata e l'uomo
stesso ha paura e critica negativamente il prodotto. La tesi di
Kubrick rimane perfettamente dimostrata: "l'uomo è inserito in
un circuito culturale insufficiente". Dopo ventisette anni la
riproposta del film dà una nuova possibilità allo
stesso uomo. Che abbia compreso la lezione?
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