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Arizona dream
Anno: 1992
Regista: Emir Kusturica;
Autore Recensione: Adriano Boano
Provenienza: Francia; USA;
Data inserimento nel database: 04-06-1998


Kusturica

American Dreamers

Regia: Emir Kusturica
Sceneggiatura: David Atkins
Cast: Johnny Depp, Lili Taylor, Faye Dunaway,
Vincent Gallo, Jerry Lewis, Paulina Purizkova

Formato: 35 mm.
Produzione: Claudie Ossard
Distribuzione: B.I.M.
Durata: 140´
Provenienza: France/USA
Anno: 1992


Poeticamente libero da ogni sudditanza a criteri, stilemi o, peggio, dittature realiste, in questa pellicola, precedente lo scanzonato e amaro Underground, Kusturica inaugura il vezzo, fatto proprio da Forrest Gump e Lebowski, di seguire un oggetto per spostare l´azione dal luogo collocato nella twilight zone che fa da prologo al plot, un'interfaccia che distingue lo spazio da cui proviene lo spettatore da quello intriso di magia realista della vicenda. In questo caso il postoo scelto per sintonizzarsi con lo spirito del racconto è il Polo Nord. Assistiamo dunque ad una storia immaginata da Axel/Depp: un copione, che coinvolge cani da slitta, esquimesi, navi (Nanuk III in omaggio a Flaherty) e ... palloncini rossi.
Seguendo l´improbabile palloncino rilasciato dal piccolo nativo si percorrono migliaia di miglia per arrivare in uno dei posti magnetici: New York, ad incontrare Depp, sempre trasognato, come nei suoi film dell´epoca, e tra le nuvole. Tutto in questo film sembra sospendersi in un limbo, quasi non si potesseroo più individuare motivazioni per rimanere ancorati a terra e ad azioni degradanti come la vendita delle auto dello zio Leo ¨Sweetie Smiley¨/Jerry Lewis, che muore in ambulanza, volando come ET nel proiettore selenita (¨Lungo è il percorso verso la luna¨). Inoltre è come se un´improvvisa assenza di gravità proiettasse tutti verso l´alto: i pesci volano e interrogativamente guardano i tentativi di librarsi con marchingegni simili a quelli inventati per Una Commedia Sexy in una notte di mezza estate di Woody Allen o i buffi tentativi di suicidio di Lili Tayler, che vuole reincarnarsi in una tartaruga.
Un film surreale, senza pesanti simbologie, piuttosto ossessionato dal bisogno di leggerezza e teso a liberare l´immaginazione (¨mi stavo innamorando da volare¨, dice Axel) eppure tragico per la fine di Grace, personaggio cucito addosso all´aria dark del pierrot diabolico Lili Tayler, che Depp non sa se uccidere o amare; e stesso dilemma nutre nei confronti della madre Elaine (Faye Dunaway), poiché si indovina una triste sofferenza indicibile, una pena insostenibile per entrambe sul filo della seduzione, a tratti quasi una condanna simile allla dipendenza (¨I sogni sono inafferrabili come l´amore. È difficile capire cosa è il bene o il male, quando si è presi tra il sogno di due donne¨). Questo scatena una sequenza che, citando obliquamente la roulette cinese di The Deer Hunter di Cimino, consente ai due ragazzi di inscenare un pezzo di bravura che lascia filtrare il disagio e la disperazione tra le maglie del gioco leggero e scanzonato, quale potrebbe apparire il film a prima vista.
Il narcosguardo predicato da Paul Leger/Vincent Gallo introduce al metalinguaggio del film: da un lato la parodia di Raging Bull (Toro Scatenato di Scorsese) e North by Northwest (Intrigo Internazionale di Hitchcock) è più dirompente di qualsiasi altra prassi citazionista e contemporaneamente consente nel nuovo palinsesto di aggiungere valore poetico al testo originale su cui si riscrive direttamente, dall´altro riprendendo i pesci dei Monthy Python allude al tentativo di spiegar(si) il senso della vita in un momento tragico dell´esistenza del regista bosniaco.
È interessante che quasi contemporaneamente Paul Auster stesse scrivendo Mr.Vertigo, in cui con toni da epopea, ma comunque liberi da schematismi, si descrivono i tentativi di volare (coronati da successo come in questo caso) da parte di un ragazzo convinto che ¨la vita sia fatta di sogni già a disposizione: bisogna semplicemente realizzarli¨ ed infatti tutto si risolve nello specchio.
Un´ultima citazione dal film può essere un buon viatico per tutti i poetici ribaldi che rifiutano gli schemi e non amano stare con i piedi per terra. Grace/Tayler, riferendosi alla loro passione: ¨Due cose storte non ne fanno una dritta¨; Alex/Depp le risponde: ¨E se fossero gli altri ad essere storti?¨. In pratica si possono avere gli occhi su uno stesso lato, come quel pesce ...
Poi il fulmine e lo sparo nel diluvio fa superare l´incubo che ci fa entrare nell´età adulta a prezzo di lutti laceranti, che non ci permetteranno mai più di volare: poeticamente triste e stra-lunato.