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La parola amore esiste
Anno: 1998
Regista: Mimmo Calopresti;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 08-05-1998


Una donna come tante, con i problemi di tutti i giorni, e qualche nevrosi di troppo: lei e' Angela (Valeria Bruni Tedeschi), trent'anni, proviene da una famiglia benestante, non si sa di preciso cosa faccia nella vita (direi che non lavora, tanto e' il tempo libero che sembra avere) oltre frequentare due amiche ben piu' vispe e smaliziate di lei e regalare soldi ad uno strizzacervelli incompetente (penosa la scena in cui confonde Angela con un'altra paziente) e scostante. Una donna piena di manie, di insicurezze, di paure. Con una gran voglia di amare ma terrorizzata dall'amore quando lo incontra, quando vede lui, Marco (Fabrizio Bentivoglio). Una storia piccola, semplice, come piccole e semplici sono le storie vere di tutti i giorni di tutta la gente. Angela scrive dei bigliettini a Marco, piccoli haiku giapponesi, perche' non ha il coraggio di confessargli alcunche' di persona (gli da' una volta appuntamento in un bar ma poi se la squaglia). Marco la scambia per un'altra, ma dopo una serie di equivoci si rincontrano, per caso, di nuovo come nelle storie vere di tutti i giorni di tutta la gente. "La parola amore esiste" ci parla di sentimenti con ingenuita', semplicita', profondita', oserei dire persino con stupore e pudore. Un film "pieno", nel senso in cui "Parole, parole, parole" di Resnais era vuoto. Un film dove ogni singola parola pesa, non e' buttata li' a mo' di vuota chiacchiera da salotto. Il film in se' e' un haiku, nella sua essenzialita'.

Valeria Bruni Tedeschi e' brava, molto. Mi era gia' piaciuta in "La seconda volta", dove aveva interpretato in modo assai convincente la parte di un ex terrorista. Ed e' molto brava in questa parte, che mi ha ricordato per tutto il corso del film il Melvin di "Qualcosa e' cambiato": somiglianti le psicosi (la scena iniziale in cui lei saltella tra una striscia pedonale e l'altra, sembra presa pari pari dalla scena in cui Jack Nicholson salta tra una riga e l'altra della pavimentazione dei marciapiedi), l'impaccio, la difficolta' di esprimere l'amore; solo che Melvin reagiva trattando male gli altri, Angela reagisce trattando male se' stessa. Non si ama e cerca di annullarsi, quasi di punirsi. E' incredibile infatti come una bella donna come Valeria Bruni Tedeschi possa apparire cosi' sciatta e trasandata da sembrare quasi brutta. Il film non finisce, come del resto non finisce la vita. Ci racconta qualche giorno della vita di questa ragazza, che puo' continuare in mille modi, sposando Marco, o trovando un altro, non si sa. Ma in fondo non ha molta importanza: parlandoci di lei Mimmo Calopresti ci parla di noi.