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Blackrock Anno: 1997 Regista: Steve Vidler; Autore Recensione: Marcello Testi Provenienza: Australia; Data inserimento nel database: 02-12-1997
... E io, a rischio di aprire un insospettabile
siparietto familiare, dico che Blackrock non è
così brutto come lo si dipinge e che merita
un'occhiata, prima che la sua collocazione immediatamente
post-estiva lo condanni all'oblio, in attesa di anonime
uscite al videonolo. Più che un tema scolastico o
demenzial-concorsistico, il film sembra una quasi riuscita
variazione sul Tema, un tentativo di confrontarsi con
quello che ormai è un "genere" (la full
immersion nell'abiezione oscena dell'adolescente) e non
solo per le recenti esperienze analoghe citate da Sonia (tra
l'altro mi sembra fuori luogo qualsiasi apparentamento - che
ho sentito tentare - con "Trainspotting", a cui anche la
distribuzione ammicca con la locandina del film). La
variazione si fa interessante grazie a una scrittura
drammatica che procede per repentine inversioni di rotta
(voglio crederle volontarie e non appiattirle percependole
come divagazioni incompiute): dal genere suddetto, alla
suspense, a una passione quasi scientifico-documentaria per
il mare, all'eterno sommerso tema dell'amicizia a senso
unico (si am(ic)a sempre troppo e si è perciò
facilmente traditi)... Con un poco di coraggio in più
(si sente il tocco impresso per costruire il
"prodotto-da-Sundance"), la sceneggiatura avrebbe potuto
raggiungere cime claustrofobiche notevoli, avrebbe potuto
mozzare il fiato, compito che è affidato invece a una
manciata di inquadrature che svelano il giovane talento di
Vidler, le cui capacità sono a quel bivio
insopportabile e pericoloso che è obbligatorio
attraversare se si vuole diventare dei veri cineasti, se si
vogliono mettere veramente in sequenza le immagini-idea che
balenano rapide in mente.
Non c'è da aspettarsi, dunque, (e forse nemmeno da
augurarsi...) un nuovo "Mercoledì da leoni", una
puntata sul "Point break", anche se l'onda ha giustamente
molto a che fare con l'istantaneità dell'adolescente
(anche l'inizio del film ce lo ricorda) e fare un film sul
"prendere l'onda" può voler dire, come in questo
caso, fare un film crudele su come non la si catturi (quasi)
mai.
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