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Lebanon
Anno: 2009
Regista: Samuel Maoz;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: Israele;
Data inserimento nel database: 12-09-2009


Chi meglio degli israeliani possono raccontarci della guerra?

Lebanon è un film bellissimo. Emozionante dall’inizio alla fine.

L’emozione è forte. E’ forte perché fin dal principio anche noi, come i soldati israeliani entriamo dentro questo carro armato e non ne usciamo solo alla fine del film.

Dentro il carro armato c’è una scritta : “l’uomo è d’acciaio, il carro armato è solo ferraglia”.

E’ bellissimo il contrasto fra questa scritta e l’umanità del gruppo di soldati che guida il tank.

Noi siamo li e viviamo con loro, sentiamo l’acqua nei piedi, sentiamo la puzza di un gruppo di uomini chiusi per giorni all’interno, costretti a non lavarsi, a fare i bisogni fisiologici dentro delle scatole o nelle bottiglie.

La potente macchina da guerra isreliana non è sicuramente li dentro.

Quei soldati sono dei ragazzi che hanno tanta paura, che sparano chiudendo gli occhi, che vorrebbero essere nelle loro case e nelle loro famiglie.

Vorrebbero anche trovare una scusa per tornare indietro, ma sono inchiodati dentro un meccanismo più grande di loro.

Questa è la guerra. Nel film non ci sono motivazioni, ragioni politiche, differenze.

C’è solo la tanta tensione, lo spavento. La morte è l’altro personaggio del film.

Accompagna il carro armato. E’ una morte che si vede dal periscopio del carro, oppure che si accomoda dentro.

Sono dei ragazzi, ma è un ragazzo anche il soldato siriano, catturato e legato all’interno.

Anche lui ha paura, anche lui deve fare dei bisogni corporali, anche lui è un uomo.

Anche lui non sa bene che faccia li dentro, perché si sia trovato in quell’inferno. Sente la paura.

Non c’è odio c’è solo tanta voglia di vivere.

Il terrore della guerra è tutto in questo film.

La nostra partecipazione finisce quando finalmente il tank sarà fuori pericolo. Possiamo anche noi aprire la toretta e vedere la bellezza del mondo e della natura. Il campo di girasoli finalmente ci riporta un po’ di colore nei nostri occhi dopo averli passati per quasi due ore nel buoi del carro armato, sarà il simbolo di una speranza il cielo azzurro ed il giallo intenso dei fiori?

Se il cinema è storia ed emozione il regista Samuel Maoz è un grande artista.

Gli attori, tutti giovani e uomini sanno colpire il nostro cuore.

Non era un film facile. Due ore dentro un carro armato ci riporta alle regole delle camere chiuse, ma qui non ci sono regole, siamo di fronte a tanta genialità