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The Full Monty Anno: 1997 Regista: Peter Cattaneo; Autore Recensione: Giampiero Frasca Provenienza: UK; Data inserimento nel database: 19-03-1998
realt01.html TEXTttxt L6ر63 Sceneggiatura: Simon Beaufoy. Fotografia: John de Borman. Scenografia: Max Gottlieb. Montaggio:
David Freeman, Nick Moore. Musica:
Anne Dudley. Interpreti: Robert Carlyle, Paul Barber, Steve Huison, Tom
Wilkinson, Mark Addy. Produzione: Fox searchlight Pictures.
Per Sheffield e la sua prosperità industriale pare non ci
sia stato un presente: una didascalia informa immediatamente che sono
passati venticinque anni. Da cosa? Da un momento di benessere che lo
spettatore non può conoscere? Buio, un piccolo taglio nel
montaggio e Sheffield si risveglia nella disperazione. Picaresca,
però. Si tira avanti. Male, e la si butta sul ridere. Donna
Summer detta il ritmo con "Hot Stuff", il bisogno infonde energia
alle membra, l'amara ironia evita il prendersi troppo sul serio. Il
lavoro non c'è, drammi familiari vengono evitati con pietose
bugie e squallide finzioni. Fino a quando sarà possibile
andare avanti? Una sola serata, un quarto d'ora di nuda
notorietà ed un gruppo di sei uomini ritrova la fiducia e la
voglia di sorridere di fronte alle avversità della vita. Non
deve essere poi così complicato mostrare ritmicamente il
proprio corpo nudo davanti a quattrocento donne assatanate, pronte ad
esultare selvaggiamente per ogni piega flaccida ed adiposa contenuta
stentatamente in un perizoma di pelle. Non deve essere certamente
più difficile del convivere con la propria impotenza o con la
monumentale possibilità di non risultare un padre modello. Ma
i sei uomini sono rotti a qualunque esperienza, lo devono essere. Non
sanno danzare, non hanno il movimento nel sangue, ma conoscono
perfettamente il mondo del calcio, le furbesche tattiche del
fuorigioco di Tony Adams ed ovviano con questa loro grande
esperienza. Giocano e si divertono come bambini ma non hanno il
denaro per andare a vedere lo Sheffield United contro il Manchester
di Cantona. Giocano con la propria virilità, vestono noti
calciatori con effemminanti reggiseni, danno voti alle ragazze che
incontrano per strada, ma si accorgono con disappunto che ormai le
donne orinano anche come loro. Non sono più il motore del
mondo, sono le donne che trovano per loro le occupazioni; la
differenza viene ad essere netta ma sbilanciata in un senso. Il
problema è anche tra l'essere ed il voler essere: ci si cinge
di pellicola trasparente riconoscendo al contempo la pura
velleità dell'atto dimagrante ingollando un succoso Mars. Gli
uomini si sforzano di accettare inquadramenti lavorativi in cui non
si ritrovano, si annoiano, vedono addirittura allo stesso modo la
stessa coppia che compie gli stessi movimenti nel medesimo luogo.
Cambiano solo i piani di ripresa ma l'atto è identico. Bisogna
fuggire correndo, urlando e facendo suonare un allarme, solo
così è possibile la liberazione dell'uomo. Si fugge
verso l'appuntamento con il Free Cinema, lo si continua ed
eterna attraverso una sterzata ironica che gonfia i polmoni di grasse
risate. Due minuti di panico, in alto i cappelli et voila,
ecco la libertà. Qualunque forma essa abbia. |