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eXistenZ
Anno: 1998
Regista: David Cronenberg;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Canada;
Data inserimento nel database: 01-04-2004


La grande guerra

eXistenZ. David Cronenberg. 1999. CANADA-GRAN BRETAGNA.

Attori: Jennifer Jason Leigh, Jude Law, Ian Holm, Don McKellar, Callum Keith Rennie, Sarah Polley, Willem Dafoe, Christopher Eccleston

Durata: 97’

 

 

In una chiesa si sta svolgendo la presentazione di un nuovo gioco creato dalla programmatrice Allegra Geller per la società Antenna Research. È un gioco di realtà virtuale chiamato eXistenZ che si fa con un gamepod collegato alla spina dorsale attraverso un cordone ombelicale inserito in una bioporta. Dodici spettatori sono raggruppati per studiarne i primi effetti e raccogliere le prime impressioni. Non appena tutti si sono collegati, un gruppo di rivoluzionari tra la folla prova a sparare alla programmatrice. Ferita alla spalla la donna è tratta in salvo da Ted Pikul, un giovane sorvegliante che non possiede ancora una bioporta. Il gamepod di Allegra è stato danneggiato e per controllare che l’unica copia di eXistenZ sia ancora intatta ha bisogno di giocar con qualcuno. Convince Ted a farsi fare una bioporta illegale e vanno da un benzinaio, Gas, che si presta disponibile non appena riconosce Allegra Geller, la grande programmatrice che gli ha fatto vivere una realtà da re con il gioco procedente ad eXistenZ, anche quello da lei creato. Ted e Allegra si connettono ma la bioporta che Gas ha inserito nella spina dorsale di lui è difettosa: c’è una taglia di cinque milioni sulla morte di Allegra e lui ha intenzione di prenderli. Ted riesce a sparare ed uccidere Gas. Il gamepod però ha bisogno di cure ed Allegra porta il ragazzo da Kiri Vimokur, medico che lavora per la Antenna Research. L’anziano amico prima gli ripara il gamepod e poi sostituisce la bioporta di Ted. Finalmente il ragazzo può provare il gioco per la prima volta. Si connettono e si ritrovano in un supermercato dove provano un micropod che dà una nuova identità al loro personaggio: entrambi si sentono attratti l’uno dall’altra. Ted si ritrova però in un vivaio di trote\rane mutanti che servono per creare i gamepod, insieme biomutante di organi neurali di questi animali. Un operaio gli consiglia di andare a pranzare in un ristorante cinese e Ted, prima di recarvisi, incontra di nuovo Allegra, impegnata come dottoressa nell’assemblaggio dei gamepod. La ragazza gli sembra un personaggio del gioco. A tavola nel ristorante cinese Ted mette in pausa eXistenZ e si riconosce nella stanza da letto della casa di Kiri Vimokur. Rassicurato torna al gioco ed ordina il piatto speciale che gli aveva consigliato l’operaio nell’allevamento di trote mutanti. Tra la poltiglia che gli è servita Ted trova i pezzi per costruire una pistola fatta di ossa e che spara denti. Con questa uccide il cameriere che li aveva serviti ed incontrano l’operaio nelle cucine. L’uomo li porta a vedere l’allevamento di trote mutanti e gli spiega che tutto è di proprietà della Codicons Sistematics, società che, nemica della realtà, lui vorrebbe combattere. Ted e Allegra tornano al supermercato dove il cassiere gli dice che l’operaio in realtà è una spia della stessa Codicons mentre il cameriere ucciso era il contatto per continuare il gioco. Sono così costretti a tornare nell’allevamento dove Allegra rimane attratta da un gamepod infetto. Si collega all’animale e ne rimane contagiata anche lei. Spaventato, Ted recide il cordone ombelicale mentre giunge l’operaio con un lanciafiamme. Allegra lo pugnala e la fabbrica va in fiamme. Hanno perso il gioco e ritornano nell’appartamento di Kiri Vimokur dove però si accorgono di aver infettato anche il gamepod reale. Guardando meglio, è stata la bioporta di Ted ad infettarlo perché Kiri l’ha sostituita con una infetta. Fa ingresso nella stanza il cassiere, questa volta vestito da guerrigliero, e li porta entrambi all’esterno dove si sta combattendo una guerriglia. Lui è un sostenitore del realismo ed è lì per uccidere Allegra. Sopraggiunge in quell’istante Kiri che uccide il cassiere e chiede ad Allegra di passare alla Codicons come sta facendo lui. La donna si rifiuta e lo uccide ma Ted la mette sotto tiro, in realtà anche egli ha fatto tutto questo per ucciderla. Lei gli spara per prima e vince il gioco. Tutti i personaggi si ritrovano in una chiesa, su un palco, al termine del gioco transCendenZ che al posto del gamepod animale utilizza un sensore neurale poggiato sulla testa ed un guanto per la realtà virtuale. Ted e Allegra si complimentano con il programmatore, ma gli sparano dichiarando morte alla finta realtà di transCendenZ. Quando stanno per sparare anche al teste che nel gioco eXistenZ faceva il cameriere cinese, questo gli domanda “Siamo ancora nel gioco?”.

Sebbene abbia ricevuto una fredda accoglienza di critica e pubblico, eXistenZ è una buona pellicola ed un ottimo film costruito su diversi piani. Fedele all’idea post-strutturalista, Cronenberg, infatti, non solo mostra una capacità visiva e visionaria superiore rispetto ad ogni sua precedente opera, ma questa volta mostra anche una maggiore capacità di confusione e ricostruzione della realtà. Abbandonando il tema del doppio (che già nel precedente Crash (1996), nello sdoppiamento di James in Vaughan, aveva un suo valore non così marcato come nei precedenti lavori) il regista canadese ritorna ad analizzare il reale, promovendo un nuovo testamento di questo ed un imminente manifesto dell’iperreale. Il problema di eXistenZ però è che non gode di un’assoluta originalità. Scritto e diretto, infatti, sempre dal regista stesso (con la sua solidissima crew di collaboratori, scenografie di Carol Spier, musiche di Howard Shore, costumi di Denise Cronenberg e fotografia di Peter Suschitzky) che torna ad una sceneggiatura originale dopo quasi quindi anni, è praticamente la versione meno provocatoria e più morbida del precedente manifesto dell’iperreale organizzato nei diversi piani di Videodrome (1983). Alla televisione ed al cancro catodico che avevano confuso la realtà di Max Renn fino al suo suicidio, subentra il gamepod che dà accesso ad eXistenZ. Il debito al romanziere P. K. Dick è totale: la realtà non esiste, l’interlacciamento virtuale è già carne del giocatore e le regole del gioco sono sconosciute. La prima immagine, è quella di un concorrente che pronuncia la parola eXistenZ, l’ultima immagine invece è quella di Ted ed Allegra che minacciano il pubblico (il cinese) che si domanda “E’ ancora un gioco?”. Rispetto a come concludeva le sue opere, questo finale sembra più simile al precedente Crash (1996), la coppia insieme che si risalda, dopo l’incidente, dopo il gioco dell’esistenza, dopo aver testato transCendenZ. Per alcuni versi la scena finale ricorda anche Videodrome (1983), ma l’affinità con questa pellicola, come abbiamo detto, è molto più ampia: la stessa pistola organica sembra provenire direttamente dalla mano di Max Renn. La differenza sostanziale dalla pellicola con James Woods però, sta tutta in una messa in scena più sobria, divertita quasi, di una realtà triste che manca. Scenario nel quale tutto accade, infatti, è il gioco transCendenZ, è la confusione del reale con un irreale che l’uomo stesso ha costruito per sfuggire al reale. Ma eXistenZ è anche una religione (in realtà è transCendenZ, infatti, il gioco al quale si prestano i teste), la sua celebrazione avviene in una chiesa e Allegra spesso è vista come il profeta dell’iperreale, la programmatrice; soprattutto in eXistenZ non esistono regole oggettive, non esistono obiettivi e sono forze sconosciute a minacciare costantemente il giocatore di morte. Così il gamepod, un animale mutante, un insieme di sistemi nervosi, è forse un feto che usa il corpo del giocatore come fossero batterie, è forse il figlio che una donna desidera (Allegra dicono, infatti, che “passa il tempo a progettare giochi che sono nella sua carne”) e che in un mondo senza obiettivi, in cui le ossa stesse diventano armi (allusione a 2001: Odissea nello spazio (1968) di Stanley Kubrick) è forse impossibile o inutile mettere al mondo. Non mancano nella pellicola le allusioni al sesso (ed al contagio sessuale) con l’orifizio, l’apertura rettale che introduce al gioco e che mette in relazione gli esseri umani. Pian piano che il film si sviscera e si contorce, Cronenberg semina qua e là elementi di scrittura ed espedienti della narrazione che inseriscono la trama stessa, la sceneggiatura, il film, all’interno del gioco stesso (le battute obbligatorie dei protagonisti; la scena in cui si baciano per aumentare la tensione nelle scene dopo). Il tema dell’assassinio di un profeta, o di un rappresentante della realtà (in questo caso dell’irreale) è anche il tema che concludeva l’esperienza di La zona morta (1983). Sul tema del gioco e della realtà del giocatore all’interno della struttura programmata, in Italia ci era andato molto vicino, ma senza gli stessi risultati sebbene l’idea era assolutamente apprezzabile così come l’impegno, Nirvana (1997) di Gabriele Salvatores. Lo strumento che collega i giocatori al gioco transCendenZ invece ricorda lo squid di Strange days (1995) di Kathryn Bigelow. Il taglio del cordone ombelicale che collega (la brava) Jennifer Jason Leigh al suo gamepod, ricorda altre rescissioni fetali fatte dallo stesso Croneberg, come quelle di Brood (1979) e Inseparabili (1988), solo che questa volta è un uomo a recidere, l’ottimo Jude Law, con una coltello dalla vaga allusione fallica.

 

 

Bucci Mario

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