eXistenZ.
David Cronenberg. 1999. CANADA-GRAN
BRETAGNA.
Attori: Jennifer Jason Leigh,
Jude Law, Ian Holm, Don McKellar, Callum Keith Rennie, Sarah Polley, Willem
Dafoe, Christopher Eccleston
Durata: 97’
In una chiesa si sta svolgendo la presentazione di un
nuovo gioco creato dalla programmatrice Allegra Geller per la società Antenna
Research. È un gioco di realtà virtuale chiamato eXistenZ che si fa con un
gamepod collegato alla spina dorsale attraverso un cordone ombelicale inserito
in una bioporta. Dodici spettatori sono raggruppati per studiarne i primi
effetti e raccogliere le prime impressioni. Non appena tutti si sono collegati,
un gruppo di rivoluzionari tra la folla prova a sparare alla programmatrice.
Ferita alla spalla la donna è tratta in salvo da Ted Pikul, un giovane
sorvegliante che non possiede ancora una bioporta. Il gamepod di Allegra è
stato danneggiato e per controllare che l’unica copia di eXistenZ sia ancora
intatta ha bisogno di giocar con qualcuno. Convince Ted a farsi fare una bioporta
illegale e vanno da un benzinaio, Gas, che si presta disponibile non appena
riconosce Allegra Geller, la grande programmatrice che gli ha fatto vivere una
realtà da re con il gioco procedente ad eXistenZ, anche quello da lei creato.
Ted e Allegra si connettono ma la bioporta che Gas ha inserito nella spina
dorsale di lui è difettosa: c’è una taglia di cinque milioni sulla morte di
Allegra e lui ha intenzione di prenderli. Ted riesce a sparare ed uccidere Gas.
Il gamepod però ha bisogno di cure ed Allegra porta il ragazzo da Kiri Vimokur,
medico che lavora per la Antenna Research. L’anziano amico prima gli ripara il
gamepod e poi sostituisce la bioporta di Ted. Finalmente il ragazzo può provare
il gioco per la prima volta. Si connettono e si ritrovano in un supermercato
dove provano un micropod che dà una nuova identità al loro personaggio:
entrambi si sentono attratti l’uno dall’altra. Ted si ritrova però in un vivaio
di trote\rane mutanti che servono per creare i gamepod, insieme biomutante di
organi neurali di questi animali. Un operaio gli consiglia di andare a pranzare
in un ristorante cinese e Ted, prima di recarvisi, incontra di nuovo Allegra,
impegnata come dottoressa nell’assemblaggio dei gamepod. La ragazza gli sembra
un personaggio del gioco. A tavola nel ristorante cinese Ted mette in pausa
eXistenZ e si riconosce nella stanza da letto della casa di Kiri Vimokur.
Rassicurato torna al gioco ed ordina il piatto speciale che gli aveva
consigliato l’operaio nell’allevamento di trote mutanti. Tra la poltiglia che
gli è servita Ted trova i pezzi per costruire una pistola fatta di ossa e che
spara denti. Con questa uccide il cameriere che li aveva serviti ed incontrano
l’operaio nelle cucine. L’uomo li porta a vedere l’allevamento di trote mutanti
e gli spiega che tutto è di proprietà della Codicons Sistematics, società che,
nemica della realtà, lui vorrebbe combattere. Ted e Allegra tornano al
supermercato dove il cassiere gli dice che l’operaio in realtà è una spia della
stessa Codicons mentre il cameriere ucciso era il contatto per continuare il
gioco. Sono così costretti a tornare nell’allevamento dove Allegra rimane
attratta da un gamepod infetto. Si collega all’animale e ne rimane contagiata
anche lei. Spaventato, Ted recide il cordone ombelicale mentre giunge l’operaio
con un lanciafiamme. Allegra lo pugnala e la fabbrica va in fiamme. Hanno perso
il gioco e ritornano nell’appartamento di Kiri Vimokur dove però si accorgono
di aver infettato anche il gamepod reale. Guardando meglio, è stata la bioporta
di Ted ad infettarlo perché Kiri l’ha sostituita con una infetta. Fa ingresso
nella stanza il cassiere, questa volta vestito da guerrigliero, e li porta
entrambi all’esterno dove si sta combattendo una guerriglia. Lui è un
sostenitore del realismo ed è lì per uccidere Allegra. Sopraggiunge in
quell’istante Kiri che uccide il cassiere e chiede ad Allegra di passare alla
Codicons come sta facendo lui. La donna si rifiuta e lo uccide ma Ted la mette
sotto tiro, in realtà anche egli ha fatto tutto questo per ucciderla. Lei gli
spara per prima e vince il gioco. Tutti i personaggi si ritrovano in una
chiesa, su un palco, al termine del gioco transCendenZ che al posto del
gamepod animale utilizza un sensore neurale poggiato sulla testa ed un guanto
per la realtà virtuale. Ted e Allegra si complimentano con il programmatore, ma
gli sparano dichiarando morte alla finta realtà di transCendenZ. Quando
stanno per sparare anche al teste che nel gioco eXistenZ faceva il cameriere
cinese, questo gli domanda “Siamo ancora nel gioco?”.
Sebbene abbia ricevuto una fredda accoglienza di critica e
pubblico, eXistenZ è una buona pellicola ed un ottimo film costruito su diversi
piani. Fedele all’idea post-strutturalista, Cronenberg, infatti, non solo
mostra una capacità visiva e visionaria superiore rispetto ad ogni sua
precedente opera, ma questa volta mostra anche una maggiore capacità di
confusione e ricostruzione della realtà. Abbandonando il tema del doppio (che
già nel precedente Crash (1996), nello sdoppiamento di James in Vaughan,
aveva un suo valore non così marcato come nei precedenti lavori) il regista
canadese ritorna ad analizzare il reale, promovendo un nuovo testamento di
questo ed un imminente manifesto dell’iperreale. Il problema di eXistenZ
però è che non gode di un’assoluta originalità. Scritto e diretto, infatti,
sempre dal regista stesso (con la sua solidissima crew di collaboratori,
scenografie di Carol Spier, musiche di Howard Shore, costumi di Denise
Cronenberg e fotografia di Peter Suschitzky) che torna ad una sceneggiatura
originale dopo quasi quindi anni, è praticamente la versione meno provocatoria
e più morbida del precedente manifesto dell’iperreale organizzato nei diversi
piani di Videodrome (1983). Alla televisione ed al cancro catodico che
avevano confuso la realtà di Max Renn fino al suo suicidio, subentra il gamepod
che dà accesso ad eXistenZ. Il debito al romanziere P. K. Dick è totale: la
realtà non esiste, l’interlacciamento virtuale è già carne del giocatore e le
regole del gioco sono sconosciute. La prima immagine, è quella di un
concorrente che pronuncia la parola eXistenZ, l’ultima immagine invece è quella
di Ted ed Allegra che minacciano il pubblico (il cinese) che si domanda “E’
ancora un gioco?”. Rispetto a come concludeva le sue opere, questo finale
sembra più simile al precedente Crash (1996), la coppia insieme che si
risalda, dopo l’incidente, dopo il gioco dell’esistenza, dopo aver testato
transCendenZ. Per alcuni versi la scena finale ricorda anche Videodrome
(1983), ma l’affinità con questa pellicola, come abbiamo detto, è molto più
ampia: la stessa pistola organica sembra provenire direttamente dalla mano di
Max Renn. La differenza sostanziale dalla pellicola con James Woods però, sta
tutta in una messa in scena più sobria, divertita quasi, di una realtà triste
che manca. Scenario nel quale tutto accade, infatti, è il gioco transCendenZ, è
la confusione del reale con un irreale che l’uomo stesso ha costruito per
sfuggire al reale. Ma eXistenZ è anche una religione (in realtà è
transCendenZ, infatti, il gioco al quale si prestano i teste), la sua
celebrazione avviene in una chiesa e Allegra spesso è vista come il profeta
dell’iperreale, la programmatrice; soprattutto in eXistenZ non esistono regole
oggettive, non esistono obiettivi e sono forze sconosciute a minacciare
costantemente il giocatore di morte. Così il gamepod, un animale mutante, un
insieme di sistemi nervosi, è forse un feto che usa il corpo del giocatore come
fossero batterie, è forse il figlio che una donna desidera (Allegra dicono,
infatti, che “passa il tempo a progettare giochi che sono nella sua carne”)
e che in un mondo senza obiettivi, in cui le ossa stesse diventano armi
(allusione a 2001: Odissea nello spazio (1968) di Stanley Kubrick) è
forse impossibile o inutile mettere al mondo. Non mancano nella pellicola le
allusioni al sesso (ed al contagio sessuale) con l’orifizio, l’apertura rettale
che introduce al gioco e che mette in relazione gli esseri umani. Pian piano
che il film si sviscera e si contorce, Cronenberg semina qua e là elementi di
scrittura ed espedienti della narrazione che inseriscono la trama stessa, la
sceneggiatura, il film, all’interno del gioco stesso (le battute obbligatorie
dei protagonisti; la scena in cui si baciano per aumentare la tensione nelle
scene dopo). Il tema dell’assassinio di un profeta, o di un rappresentante
della realtà (in questo caso dell’irreale) è anche il tema che concludeva
l’esperienza di La zona morta (1983). Sul tema del gioco e della realtà
del giocatore all’interno della struttura programmata, in Italia ci era andato
molto vicino, ma senza gli stessi risultati sebbene l’idea era assolutamente
apprezzabile così come l’impegno, Nirvana (1997) di Gabriele Salvatores.
Lo strumento che collega i giocatori al gioco transCendenZ invece ricorda lo
squid di Strange days (1995) di Kathryn Bigelow. Il taglio del cordone
ombelicale che collega (la brava) Jennifer Jason Leigh al suo gamepod, ricorda
altre rescissioni fetali fatte dallo stesso Croneberg, come quelle di Brood
(1979) e Inseparabili (1988), solo che questa volta è un uomo a
recidere, l’ottimo Jude Law, con una coltello dalla vaga allusione fallica.
Bucci Mario
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