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Salvate il soldato Ryan - Saving Private Ryan
Anno: 1998
Regista: Steven Spielberg;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Salvate il soldato Ryan. Steven Spielberg. 1998. U.S.A.

Attori: Tom Hanks, Edward Burns, Tom Sizemore, Harve Presnell, Matt Damon, Jeremy Davies, Vin Diesel, Adam Goldberg, Barry Pepper, Giovanni Ribisi, Dennis Farina

Durata: 163'

Titolo originale: Saving private Ryan

 

 

Omaha Beach, 1944, D-Day in Normandia. Il capitano Miller (Tom Hanks) è appena sbarcato perdendo la maggior parte dei suoi uomini e quando al Comando Generale si accorgono che la famiglia Ryan ha già perso tre figli in altrettanti punti nello scacchiere mondiale, gli chiedono di recuperarne il quarto, anch’egli spedito in Francia con un altro reparto americano. Una volta rintracciato, il soldato semplice Ryan (Matt Damon) si rifiuta di essere riportato negli States per rimanere con i suoi commilitoni a guardia di un punto nevralgico nella linea di guerra.

I primi 26 minuti della pellicola sono magistrali, lo sbarco in Normandia è visivamente duro ed efficace, senza fronzoli, e si distingue nel panorama cinematografico come una delle più belle sequenze di guerra mai girate ma, purtroppo, il film di Spielberg si perde man mano nelle due ore seguenti. Demagogia e pensiero guerrafondaio, infatti, macchiano una storia ben fotografata, dove gli splendidi scenari di guerra in terra di Francia ricordano molto quelli ricostruiti negli studios dove S. Kubrick girò il suo Full metal jacket (1987). Anche la sceneggiatura sarebbe stata più interessante se non si fosse arenata sull’aspetto della guerra come senso superiore oltre il gesto stesso della morte (la scena eloquente è quella in cui le truppe americane giustiziano prigionieri tedeschi) e sulle classiche macchiette che la guerra in pellicola offre, dal codardo intellettuale al soldato polemico fino al duro capitano. L’ultima sequenza fa addirittura accapponare la pelle, quando il capitano Miller in fin di vita dice al soldato Ryan “Meritatela….” riferendosi alla sua salvezza e l’ex combattente che davanti alla tomba del capitano, a distanza di quasi 50 anni, domanda a sua moglie se come uomo (americano) si è comportato bene e questa gli risponde “Certo…” dimenticando tutte le tremende guerre che gli Stati Uniti hanno compiuto da quel giorno in poi, fino ai tempi nostri. Un film che giustifica la guerra, americana naturalmente, descritta attraverso un incredibile spiegamento di forze dell’immagine ma al soldo del suo pensiero imperialista. 5 Oscar: regia, fotografia (Janusz Kaminski), suono (Ronald Judkins, Gary Rydstom, Gary Summers, Andy Nelson), effetti speciali sonori (Gary Rydstom, Richard Hymns) e montaggio (Michael Kahn).

 

 

Bucci Mario

        [email protected]