Salvate
il soldato Ryan. Steven Spielberg. 1998. U.S.A.
Attori: Tom
Hanks, Edward Burns, Tom Sizemore, Harve Presnell, Matt Damon, Jeremy Davies,
Vin Diesel, Adam Goldberg, Barry Pepper, Giovanni Ribisi, Dennis Farina
Durata:
163'
Titolo
originale: Saving
private Ryan
Omaha Beach, 1944, D-Day in Normandia. Il
capitano Miller (Tom Hanks) è appena sbarcato perdendo la maggior parte dei
suoi uomini e quando al Comando Generale si accorgono che la famiglia Ryan ha
già perso tre figli in altrettanti punti nello scacchiere mondiale, gli
chiedono di recuperarne il quarto, anch’egli spedito in Francia con un altro
reparto americano. Una volta rintracciato, il soldato semplice Ryan (Matt
Damon) si rifiuta di essere riportato negli States per rimanere con i suoi commilitoni
a guardia di un punto nevralgico nella linea di guerra.
I primi 26 minuti della pellicola
sono magistrali, lo sbarco in Normandia è visivamente duro ed efficace, senza
fronzoli, e si distingue nel panorama cinematografico come una delle più belle
sequenze di guerra mai girate ma, purtroppo, il film di Spielberg si perde man
mano nelle due ore seguenti. Demagogia e pensiero guerrafondaio, infatti,
macchiano una storia ben fotografata, dove gli splendidi scenari di guerra in
terra di Francia ricordano molto quelli ricostruiti negli studios dove S.
Kubrick girò il suo Full metal jacket (1987). Anche la sceneggiatura
sarebbe stata più interessante se non si fosse arenata sull’aspetto della
guerra come senso superiore oltre il gesto stesso della morte (la scena
eloquente è quella in cui le truppe americane giustiziano prigionieri tedeschi)
e sulle classiche macchiette che la guerra in pellicola offre, dal codardo
intellettuale al soldato polemico fino al duro capitano. L’ultima sequenza fa
addirittura accapponare la pelle, quando il capitano Miller in fin di vita dice
al soldato Ryan “Meritatela….” riferendosi alla sua salvezza e l’ex
combattente che davanti alla tomba del capitano, a distanza di quasi 50 anni,
domanda a sua moglie se come uomo (americano) si è comportato bene e questa gli
risponde “Certo…” dimenticando tutte le tremende guerre che gli Stati
Uniti hanno compiuto da quel giorno in poi, fino ai tempi nostri. Un film che
giustifica la guerra, americana naturalmente, descritta attraverso un incredibile
spiegamento di forze dell’immagine ma al soldo del suo pensiero imperialista. 5
Oscar: regia, fotografia (Janusz Kaminski), suono (Ronald Judkins, Gary
Rydstom, Gary Summers, Andy Nelson), effetti speciali sonori (Gary Rydstom,
Richard Hymns) e montaggio (Michael Kahn).
Bucci Mario
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