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Crash
Anno: 1996
Regista: David Cronenberg;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Canada;
Data inserimento nel database: 02-12-2003


La grande guerra

Crash. David Cronenberg. 1996. CANADA.

Attori: James Spader, Deborah Hunger, Elias Koteas, Holly Hunter, Rosanna Arquette, Peter MacNeill

Durata: 100'

 

 

James Ballard è un pubblicitario impegnato nella produzione di uno spot sugli incidenti stradali. Ha un ambiguo rapporto con la moglie Catherine: i due si tradiscono nella speranza di soddisfare le loro esigenze\insoddisfazioni sessuali e la ricerca\perdita del loro eros. Un giorno James è coinvolto in un incidente stradale che lo segna oltre che nel fisico anche nella psiche. L’altra automobile coinvolta, infatti, trasportava Helen, sopravvissuta, e suo marito, morto. James, colpito dall’avvenimento, si lascia trascinare da Helen in un particolare giro di vite, centro nevralgico (come lo definisce Rosanna Arquette), in cui conoscerà personaggi sempre più al limite dei loro corpi, come Vaughan, interessato alla ricostruzione reale d’incidenti automobilistici storici (James Dean e Jayne Mansfield). Il gruppo sarà costantemente interessato alle inter-relazioni sessuali e l’effetto che gli incidenti automobilistici hanno sulla scintilla dell’eros.

Cronenberg non è più quello di una volta, ma se è vero che è cambiato, mutato, il suo modo di girare, raccontare, il suo sguardo puntato sulle e attraverso le mutazioni del corpo non si allontana troppo da quello che ha sempre fissato. Non si parla più però solo di bellezza, non è tecnologia né medicina, è di più, perché meno lontano, e come dice Vaughan “il rimodellamento umano da parte della tecnologia è solo rozza fantascienza, una psicopatologia….” che accomuna il regista ed i suoi seguaci. Adesso è tutto ciò che esso è, un’esplosione di morte e amore, di carne e ferro, una sintesi del contemporaneo. Crash, nel percorso biografico del regista, è la tesi del suo indiscutibile fatalismo, qui affrontato nella sua estrema conseguenza: molti dei precedenti film del regista avevano nell’incidente il momento di mutazione del percorso naturale delle cose, in questa pellicola sono i protagonisti che, oltre a godere degli incidenti, cercano di procurarsene altri volontariamente. La lunga sequenza che vede James e Catherine a letto, obbliga lo spettatore ad ascoltare\vedere tutto, senza mai un attimo di pausa, di respiro, come se fosse Vaughan a raccontarlo, presente anche lui lì, in quel momento, nelle fantasie dei due amanti, l’uomo che non parla, ma ansima, sussurra, quasi non sappia respirare. Accoppiamenti come tamponamenti, collisioni, momenti d’esplosione, e piccole\grandi morti del corpo. Il coinvolgimento di James è immediato, il suo lavoro sul set dello spot svanisce per tutto il resto del film, sostituito da Vaughan ed il suo centro nevralgico. L’essenza dell’essere rimane fine alla sua carne, senza più nessuna distinzione, si cerca quella malata, marchiata, mutata, diversa, in un’orgia meccanica che fagocita i corpi, una decappottabile che si chiude e divora i suoi occupanti pronti all’ennesima orgia. Un corpo di carne e metallo, il braccio teso di Tetsuo (1989) di Tsukamoto.

 

 

Bucci Mario

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