Magnolia.
Paul Thomas
Anderson. 2000. U.S.A.
Attori: Jason
Robards, Julianne Moore, Tom Cruise, Jeremy Blackman, William H. Macy, Philip
Baker Hall, Melinda Dillon, John C. Reilly, Phil Parma
Durata:
188'
L’anziano Earl è in fin di vita,
ha il cancro al cervello ed ai polmoni. La sua più giovane moglie Linda si
affida alle cure dell’infermiere Phil. Jack Mackey è il leader di un fenomeno
di rivalsa maschilista che egli mette in pratica nel suo seminario Seduci e
distruggi. Jimmy è un anziano
conduttore di un famoso programma televisivo, Cosa sanno i bambini?,
anche lui colpito dal cancro. Stanley è il giovane ragazzino che partecipa al
programma, spinto dal padre a battere il precedente record. Claudia invece, è
la figlia di Jimmy, cocainomane che vive sola in un’altra casa. Donny Smith è
l’ex campione degli anni sessanta del programma di Jimmy, un uomo che la vita
ha voluto perdente una volta finito il suo periodo di gloria televisiva (i
genitori gli hanno sottratto i profitti della vincita quando era bambino ed un
fulmine lo ha colpito rendendolo scemo); Jim è un poliziotto solo che un giorno
incontra Claudia e s’innamora di lei. Sul letto di morte Earl chiede a Phil di
trovare Frank (il vero nome di Jack) colto dal rimorso di averlo abbandonato
dieci anni prima con la madre malata anch’ella di cancro.
Riuscire a raccontare esattamente
tutti gli intrecci di questo racconto, equivarrebbe a smontare un mosaico
composto di migliaia di tessere. Il lavoro di Anderson difatti è un perfetto
racconto ad incroci, la cui apparente disordinata varietà si risolve in una
metafisica pioggia di rospi che investe indistintamente tutti i protagonisti.
Il film inizia con una specie di prologo dell’assurdità, della fatalità, in cui
tre esempi di morte sono ricondotti alla discrezione sovraumana del caso (un
ragazzo che fa il sommozzatore è tirato su da un aereo per gli incendi e
lanciato tra le fiamme, il nome di una città è composto dall’unione dei cognomi
di un trio di balordi impiccati per omicidio, ed un ragazzo che tentando il
suicidio è sparato involontariamente dalla madre mentre quello cade dal tetto
del suo palazzo). In realtà, quello che il resto della storia vuole mettere in
evidenza, attraverso l’incedere delle fatalità e la nascita dei rimorsi (i
maledetti rimpianti) è la necessità di costruire il bene senza fare il
male, senza tradimenti, con chiari rimandi alla morale cattolica che vorrebbe
una pioggia di rospi su Los Angeles così come fu per l’Egitto faraonico. Fare
del bene senza fare male, diventa un gesto altamente umano e poco vicino alla
fatalità del prologo, bene esplicato per voce di un bambino, Stanley (Jeremy
Blackman), che mette in crisi tanto il conduttore del programma quanto il
padre, al quale ordina “Mi devi rispettare” così come Donny ricorda prima
di vomitare dopo una sbronza “Non è pericoloso confondere i bambini con gli
angeli”.
La fotografia della pellicola è
stupenda, le inquadrature ed i movimenti di camera sono lenti ed avvolgenti
(ricordano il più completo Scorsese) gli attori superlativi (Tom Cruise,
Julianne Moore, Jason Robards, Phil Parma…) e la musica è strettamente legata
alle immagini (soprattutto nel finale dove tutti i protagonisti cantano la
canzone Save me di Aimee Mann).
Uniche pecche, il microfono che
scompare dal viso di Tom Cruise tra la prima e la seconda parte del suo
seminario (ma forse è una scelta che evidenzia la dimenticanza come effetto
dell’intervista che lo ha sconvolto) e le inquadrature del poliziotto Jim (J.C.
Reilly) che cerca la sua pistola sotto la pioggia: sono chiare le gocce che si
accumulano sul protettore dell’obiettivo. Magnolia è il titolo di una strada,
ma anche il nome di un albero che cresce spontaneamente nell’America centro
settentrionale. Senza dare però troppa importanza a queste sottigliezze, rimane
il fatto che il film è un capolavoro di forte intensità emotiva e narrativa.
Orso d'oro a Berlino e Golden Globe per Tom Cruise.
Bucci Mario
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