NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


Todo sobre mi madre
Anno: 1999
Regista: Pedro Almodovar;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Spagna,Francia;
Data inserimento nel database: 02-12-2003


La grande guerra

Tutto su mia madre. Pedro Almodòvar. 1999. SPAGNA-FRANCIA.

Attori: Cecilia Roth, Marisa Paredes, Penélope Cruz, Antonia San Juan, Candela Peña, Rosa Maria Sarda, Fernando Fernan Gomez, Toni Canto

Durata: 105’

Titolo originale: Todo sobre mi madre

 

 

Spagna. Madrid. Esteban, giovane di 17 anni, vive solo con la madre Manuela, infermiera specializzata. Il giorno del compleanno del ragazzo, la coppia va allo spettacolo teatrale Un tram chiamato desiderio ed il figlio, cercando d’inseguire l’attrice Huma Rojo per ottenere un suo autografo, rimane vittima di un incidente. Dopo la morte di Esteban, Manuela torna a Barcellona per rintracciare il padre del ragazzo. Qui incontra Agrado, travestito quarantenne e molto amico di Manuela. Grazie a lui conosce la giovane Rosa, impegnata nel servizio sociale ed incinta di Lola, un altro travestito che tutte e tre le donne conoscono bene. Afflitta dal ricordo del figlio, Manuela assiste a tutti gli spettacoli di Huma Rojo fino a diventare, occasionalmente, prima aiutante dell’attrice ed un giorno addirittura coprotagonista sostituendo Nina, l’amante tossicodipendente dell’attrice. Nel frattempo Rosa scopre di essere anche sieropositiva e si trasferisce nella nuova abitazione di Manuela. Manuela, Agrado, Rosa e Huma diventano amiche dopo una sera passata insieme e Agrado sostituisce Manuela come collaboratrice dell’attrice. Dopo il parto però, Rosa muore, ma al suo funerale compare finalmente Lola. Manuela decide di raccontargli la verità anche su suo figlio Esteban, figlio appunto di Lola, e poco dopo fugge da Barcellona per proteggere il piccolo di Rosa dai timori della nonna, preoccupata della sua sieropositività. Dopo due anni Manuela ed il neonato tornano a Barcellona. Il bambino ha risposto negativamente al virus.

Almodòvar, dopo una lunga escursione nel cinema dei corpi, torna a trattare quegli argomenti che più lo avvicinarono al suo pubblico: mancava da tempo, infatti, nella filmografia del regista, un film che fosse al tempo stesso sentimentale e femminile. Tutto su mia madre è una pellicola che egli scrive di suo pugno (oltre ad aver scritto la sceneggiatura inquadra la matita di Esteban come se stesse scrivendo sulla pellicola) e che sente tantissimo come esperienza personale. Una storia sofferta sulla sofferenza, chiaro sin dall’inizio, senza troppi accenni divagativi, che punta al sodo, sin dalle prime inquadrature sui dettagli di una sala operatoria e che introducono i titoli di testa. Il cinema di Almodòvar si fa sempre più interessante, quasi stesse attraversando un nuovo percorso intriso di rimandi al cinema, al teatro, alla televisione ed alla scrittura, insieme di forme comunicative che il regista sembra ormai possedere, mostrando quanto sappia gestire queste forme senza più ricorrere alle visionarie distorsioni barocche e grottesche che avevano caratterizzato i suoi primi lavori, per altro alcuni davvero eccellenti. L’incidente mortale del giovane Esteban, per esempio, è preannunciato quando esce dal bar e la madre gli domanda di porre maggiore attenzione ad attraversare la strada, e quando si vede lei stessa impegnata all’ospedale a simulare il dolore di una madre di fronte alla morte del figlio ed alla scelta della donazione degli organi. Quando l’incidente irrompe con il suo dramma, incatena lo spettatore ad una sofferenza emotiva dura e contemplativa, che mette così in relazione la differenza tra il dire ed il fare, nella vita come nel cinema. Cast superlativo, nessuna eccezione, brave tutte le attrici a raccontare una storia commovente di sconosciute disposte ad aiutarsi, nel quale registro non mancano i geniali colpi da commedia che solo questo atipico regista spagnolo è capace di inserire. Fotografia puntuale di Alfonso Beato che tende ad eliminare le zone d’ombra e musiche sobrie e contestuali di Alberto Iglesias. Cinica Huma Rojo in macchina con Manuela “Il successo non ha né sapore né odore, e quando t’abitui è come se non ci fosse…”. Persuasiva Agrado davanti al pubblico del teatro “Una è più autentica quanto più assomiglia all’idea che si è fatta di se stessa”. Gran Premio della giuria a Cannes 1999; tre premi all’European Film Awards per il miglior film, la migliore attrice a Cecilia Roth e la miglior regia; Oscar per il miglior film straniero. Importante la dedica finale alle donne ed agli uomini che tali si sono travestiti, un sentito omaggio all’universo visto al femminile, forse un messaggio anche al mondo maschile assente.

 

 

Bucci Mario

[email protected]