• Alessandro Portelli: "per farci vedere la realtà, il documentario ha bisogno di metterla in scena; ma omettendo la messa in scena inficia il senso di ciò che mostra." (Per la memoria di chi?, il manifesto, 2 novembre 1999, pag.2)

  • Annette Wievorka: "C'è chi ha detto che gli ebrei si sono lasciati «condurre al macello come pecore». Le vittime del genocidio non meritano tanto disprezzo. Bisogna cercare di collocare i fatti nel contesto di quell'epoca." (Auschwitz spiegato a mia figlia, Einaudi, Torino, 1999, pag.38)

  • La redazione di Expanded Cinemah si è divisa di fronte a Uno Specialista, accedete al verbale del dibattito scatenatosi

  • Augusto Illuminati: "Eichmann diventa così il modello di ogni deresponsabilizzazione burocratica, indica un funesto e diffuso comportamento post-totalitario e forse neo-totalitario." (I custodi armati della nazione, il manifesto, giovedì 27 maggio 1999, pag.26-27)

  • Fulvio Caprara: "Eichmann è un signore dalla schiena leggermente incurvata, occhiali, pochi capelli, espressione del viso devastata dai tic. A vederlo così, seduto dietro il banco dell'imputato, durante il processo di Gerusalemme del 1961, con le cuffie in testa per la traduzione e le mani continuamente impegnate a sfogliare grossi incartamenti e a prendere indecifrabili appunti, Eichmann non incute gran terrore e il punto del film è proprio questo." (Eichmann, il manager del Male, La Stampa, 5 dicembre 1999)